LIV

28 1 0
                                    

[Arabian Nights, Instrumental Version]

Parole per poter descrivere come stava non c'erano, non ci sarebbero state, oppure se c'erano non sarebbero state abbastanza. Sam le fece da scudo col suo corpo fino a che non si accorse che quello aveva svantaggiato Maria, procurandole un graffio per via di una pallottola vagante.

Niente di preoccupante, potrebbe dire chiunque crederebbe a quello che era stato appena un miracolo, ma Wanda tremava ancora e neanche quando James comparve di nuovo di fronte i suoi occhi, riuscì a calmarsi davvero.

Come aveva fatto, come aveva fatto lui a chiederle di andare via? A supplicarle quasi, di farlo? Cosa gli è passato per la testa e perché? Non voleva crederci, ma sembrava quasi che le possibilità che potessero stare insieme per davvero ed in pace, cadessero una dietro l'altra come delle tessere di domino.

E il loro percorso insieme, si sarebbe fermato fino a che non avrebbe trovato un vuoto, qualcosa che li avrebbe fatti precipitare. Non voleva dire che fosse proprio James a farli cadere, ma dopo oggi non sapeva neanche più fidarsi di sé stessa.
Natasha continuava a guardarla con quel suo fare da scrutatrice, ed anche se sapeva che la causa del malumore di Wanda era proprio il suo ragazzo, quello che la preoccupava era come lei si manteneva da sola, abbracciandosi a sé stessa e trovando calore nella giacca bianca del completo di Sam.

Wanda e James non avevano ancora detto a nessuno delle loro rispettive novità che erano accadute a Roma, non avevano avuto tempo o modo ed in ogni caso, si sarebbe pensato subito ad altro. Come, per esempio, tenerla in salvo, cosa che, a malincuore, oggi non era stata fatta.

Una promessa, insieme a quella più importante, che James non aveva mantenuto.
Non come si era promesso di mantenerla, certo... era bello diventare padre ma non con persone che quasi ti uccidono. Oppure, era bello davvero diventare padre ma non quando sei James Bucky Barnes e quello che tocchi diventa subito cenere nel giro di pochi secondi.

Più si avvicinava alla meta, più sembrava che era lontano da essa altri cento chilometri, ma adesso era troppo tardi per fermarsi e troppo presto per arrendersi, un equilibrio lui non riusciva a trovarlo e questo, certamente, non avrebbe trovato neanche le risposte di Wanda.

Che tutto credeva adesso, fuorché lui avesse l'ennesimo piano decente in modo da poter fermare l'ennesima persona che li avrebbe aggrediti. Arrivarono in un officina, questa era del tutto abbandonata, ma per via delle auto sembrava quasi che queste fossero vecchie di soli pochi anni, MJ mosse qualche aggeggio che Wanda non notò e di fronte agli occhi della ragazza di Parker si aprì un'intera postazione tecnologica.

"Stai bene?"

"Si, si sto bene"

Continuando a guardare, ed a mentire a Natasha, Wanda vide come MJ muoveva velocemente le sue dita sul computer e questo già le dava fastidio specie perché lo faceva troppo, troppo velocemente. Non era il solito brutto presentimento che aveva sempre, non era la strana sensazione che qualcosa stava andando storto, stavolta era peggio e poteva dedurlo già dallo sguardo di James che continuava a rimanere fisso su quello schermo.

Dio santo, ma perché non la smetteva, si prendeva un po' di tempo con lei e lasciava fare il lavoro sporco agli altri? Perché non smetterla se queste erano le intenzioni sin dall'inizio? É da quando si erano visti di nuovo a Berlino che la missione era stata affidata a Steve ed il resto del suo team, perché non pensare a proteggere solo lei? Perché tutta questa furia di combattere?

E magari si starà anche sbagliando, ma c'era una parte di lei, nel suo cervello, che le faceva dire questo nonostante tutto, ed era quella parte un po' razionale, quella un po' stufa di aspettare che la soluzione le venisse servita su un piatto d'argento. Voleva agire, anche se non sapeva come farlo, anche se non poteva farlo.

Protect UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora