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Shelbyville, Indiana
[M83, Wait]

Vivere di attese era quasi all'ordine del giorno, ma se nell'attesa c'è anche la speranza, dopotutto il tempo non è così lento da dover far passare. Erano trascorse quasi tre settimane dall'incidente a Sarajevo e gli ultimi giorni sono stati un po' cruciali e non solo per via della lontananza da James.

Una volta arrivati nella sua dimora, è stato difficile non ripensare a quei momenti che avevano trascorso insieme, non erano tantissimi, ma insieme formavano un pezzo della loro storia d'amore. Ovunque andava nella sua casa, Wanda ripensava a cosa era successo in quel preciso luogo, in quel preciso momento. A partire dal divano, dove aveva mostrato a James la vita di Ethan, la penisola, dove avevano fatto colazione insieme.

Il tavolo rotondo, durante quella cena, lo sgabuzzino dei ricordi e la camera da letto dove si erano uniti per la prima volta dopo tanto tempo. E il brutto di una come lei che si ricorda tutto e che non è facile, poi, poterlo dimenticare come se non fosse mai accaduto e quindi, molte volte, si faceva prendere dall'angoscia e dalla tristezza. Quelle però, venivano presto spazzate via dalla gioia di aver ritrovato Ethan, che si era adattato molto bene nella sua nuova casa, amava tutto. La cucina, l'angolo nel salone dove c'erano alcuni libri e la sua stanza, quella che doveva essere di James quando era piccolo.

Non credeva che potesse piacergli così tanto, ma forse Ethan non era neanche da sottovalutare così troppo; per distrarsi chiamò Clint e Steve, insieme a lui anche Natasha, che l'aiutarono a sistemare la casa. Sam, invece, riprese un volo per Sarajevo per restare più vicino a Bucky ed aggiornarla sulle sue condizioni; anche se non aveva ancora capito che fosse successo fra lui e Maria. Gliel'avrebbe chiesto poi... per adesso, l'unico pensiero che aveva in testa, era quello di trovare delle foto che potessero andare bene nel piccolo corridoio che divideva la cucina con il resto della casa e che portava anche fuori al giardino. Sapeva che il padre di James aveva la passione per la fotografia... quindi sarebbe stato difficile dover scegliere alcune foto che si sarebbero abbinate tra di loro.

Però, con il tempo, oltre ad una leggera malinconia, solo perché non c'era James con lei a condividere tutto quanto, le saliva anche una certa stanchezza, erano solo due e mezzo i mesi che erano passati da quando gli aveva detto, in quella stanza d'albergo a Roma, che aspettava un bambino. Ma chiunque, sicuramente non me, sapeva che i primi mesi di gestazione erano quelli più difficili per una donna in gravidanza, accompagnati da bruciore di stomaco, nausea, vomito e soprattutto stanchezza.

Però, la compagnia di Natasha le serviva molto... era davvero bello riaverla con lei e poi, la bionda, le raccontava di come la relazione fra lei e Steve stava crescendo e Wanda, non poteva essere più che felice per la sua migliore amica. La stanchezza si fece sentire anche in questo caso, quando, una volta che terminò di vedere quasi tutte le foto, si poggiò con le spalle al muro di quel ripostiglio ed iniziò a guardarsi intorno come se era la prima volta che ci aveva messo piede. Clint passò proprio di fronte a lei e quando la vide in quelle condizioni, subito si allarmò...

"Ehi, va tutto bene?"

"Si, sono solo stanca"

"Per delle fotografie?"

"Non capisci, non sei una donna"

"D'accordo... hai bisogno di qualcosa?"

"Di andare sul divano e di un bicchiere d'acqua... porta anche le fotografie, così continuo a cercarne alcune al piano di sotto"

"Va bene"

Questioni di pochi minuti e Wanda era già sul divano con ancora fra le mani mille fotografie, fino a quando non le capitò una ben precisa fra le mani...

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