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«lee, con tutto il cuore, non voglio ripeterlo ancora una volta: la squadra di danza o si allenerà negli spogliatoi, o il corso verrà abolito» ripeté il preside.

stava andando tutto a puttane da una settimana a questa parte, da quando quegli stronzi colmi di testosterone della "himdeuneun" avevano messo piede nel nostro istituto.

non avrei potuto certo concedere così facilmente a dei "tutto muscoli e niente cervello" di togliermi la mia squadra.

«okay, va bene. ma le giuro che se al saggio natalizio raccoglieremo abbastanza quote dagli spettatori da poterci pagare una nostra sala, voglio che venga costruita senza esitazioni, o con quei soldi farò causa al leader».

«non posso intaccare una tua decisione felix, se la pensi così, va per la tua strada. ma questo vale per te come vale per la decisione del leader della squadra di basket» si poggiò allo schienale della sedia con fare menefreghista, come se non rischiasse di far perdere iscrizioni al suo stesso istituto.

non mi arresi, ma mi finsi rassegnato:
«d'accordo, la ringrazio» mi inchinai e mi allontanai verso la porta del suo ufficio;
«un'ultima cosa: può ripetermi il nome del leader del 3racha?» chiesi con malizia.

«seo changbin, l'ha scritto dietro la maglia che porta il suo numero. ora vada a lezione che devo avere altri incontri!» ordinò, ed uscì di fretta.

dieci minuti sprecati a parlare con un vecchio che a malapena ricorda il suo nome, ma questo non conta: non sono del tutto sprecati.
ora so con chi devo avere a che fare, e trovarlo sarà facilissimo, a maggior ragione se è uno di quegli idioti col numero sulla schiena.

i miei passi erano svelti e rumorosi; chiunque mi vedeva passare per il corridoio puntava gli occhi su di me, ero visibilmente infuriato.
probabilmente si chiederanno perché sono così arrabbiato, beh è semplice: seo changbin.

lo incrociai sulla destra e cambiai la direzione dei miei passi verso di lui, sapevo cosa fare. non me l'ero preparato, ma avrei lasciato che il mio istinto prendere il sopravvento, a costo di farci una rissa.

di botta chiusi aggressivamente l'armadietto nel quale aveva da poco finito di rovistare.

sobbalzò.
«ma che cazzo ti prende chris-» si girò verso di me ed incrociammo per la prima volta i nostri sguardi.
okay, non era affatto male, me lo aspettavo più malconcio, ma quel bel faccino gliel'avrei rovinato a pugni.

«ma- ci conosciamo?» mi guardò confuso.

«non so chi sia chris e non so neanche chi cazzo sia tu, ma mi hai rovinato la vita bastardo!» alzai i toni.
continuava a fissarmi male senza degnarmi di una risposta, non volevo sentirmi fuori luogo. gli calpestai quindi il piede di proposito.
«ahia! ma che hai?» gemette.

«per colpa tua e dei tuoi cestisti del cazzo noi di danza non abbiamo più un luogo dove allenarci. pensavi che proporre al preside di spostarci negli spogliatoi potesse essere una buona idea?» il tipo annuì ancora scosso.

«bene sappi che non lo è! anche se hai fatto unire spogliatoi e docce ed ora lo spazio è più ampio di prima, questo non vuol dire che avremo modo di ballare in 20 lì dentro, chiaro?» rimase in silenzio per un po'.

«come ti chiami?» mi chiese totalmente fuori luogo.

«felix, lee felix. gestisco il danceracha» lo squadrai accigliato.

«okay, felix, capisco la tua rabbia, ma bisogna adattarsi alle nuove misure prese. sinceramente, un campo enorme con due canestri, non va usato per la danza solo perché dispone di specchi, è uno spreco. mentre di degli spogliatoi enormi, se ne può fare a meno, nessuno ha bisogno di tanto spazio per spogliarsi, e voi potete stare lì».

perché parlava così bene? non si alterava neanche, io stavo sbraitando da venti minuti e lui era così tranquillo nel vedere uno sconosciuto borbottargli contro.

«senti pacifista, per te forse è una buona idea, anzi potrebbe esserlo anche per me...ma siamo venti ballerini cazzo».

«smettila di essere così rude e volgare, è risolvibile. nella tua squadra immagino ci saranno dei pezzi di rottame, no?» chiese.

«sì, ma sono sicuro che nella tua squadra di coglioni c'è ne sono di p-» mi interruppe:
«sta' calmo, non è una competizione. se ci sono pezzi di rottame, fa' delle audizioni tra i membri del team: così da non solo ridurre il numero di persone, ma anche da avere meno quantità ma più qualità. non trovi?»

«e pensi che sia facile mister muscolo?» battei il dito contro il suo petto duro.

«no, assolutamente no, me ne rendo conto. ma posso aiutarti ad organizzarlo ed anche a gestirlo».

«e in questo periodo cosa farò? dove ci alleneremo?» gli sorrisi provando a far sfiatare la sua fastidiosa convinzione.

«sicuramente è pericoloso farlo in un luogo così piccolo, quindi magari manda gli allenamenti in pausa per un po'».

«ma a breve ci sarà il saggio di natale!»

«calmo...», respirai. «chi si sentirà insicuro senza allenamento, potrà anche stare in qualche parte del fuoricampo a ballare».

«durante le partite?» ribadì.

«sì, anche durante le partite, per me non c'è problema, e neanche per gli altri cestisti immagino. se uno di loro si sentirà infastidito dalla vostra presenza, ci penserò io a lui».

dio non so perché, sembrava così sexy mentre parlava. rimasi per un po' ad osservarlo anche se avevamo smesso di parlare. grande stronzone attraente.
«va- va bene, ci sono» sbuffai concentrato sulla forma del suo petto.

«vuoi rimanere ancora per molto a fissarmi?» chiese storcendo la testa richiamando la mia attenzione.

«no no, stavo cercando di calmarmi» inventai.

«mh okay?! vuoi un massaggio?».

«macché! giù le mani» me ne andai.

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora