t h i r t y o n e

424 25 44
                                    

- hyunjin's pov

tirai un profondo respiro.
«posso entrare?» bussai alla porta ed aprì direttamente non ricevendo risposta.

per qualche istante credei non ci fosse nessuno in quella stanza, fin quando non mi voltai alla mia sinistra e vidi christopher di spalle d'innanzi ad uno specchio.

era senza maglia e la sua schiena era colma di lividi e graffi, mi sporsi verso lo specchio e vidi il riflesso del suo volto piangere silenziosamente.

mi avvicinai con calma e feci sì che potesse notare anche il mio riflesso nello specchio. «come mai sei qui?» domandò sottovoce.

cercai una sedia nei dintorni, «volevo parlarti...» la posai di fianco a lui e mi accomodai.

sospirò, senza rispondere: «il labbro sanguina ancora?» annuì.
«sanguina anche la gengiva, le nocche... ho fatto due risse in due giorni, mi sento una merda».

«girati verso di me», scosse la testa: «non fa niente che stai piangendo, girati verso di me», questa volta mi ascoltò, si asciugò le lacrime e ci guardammo negli occhi.

io subito distolsi lo sguardo, e mi concentrai sulle sue labbra: «ti ha fatto proprio male...» lo guardai immaginando il dolore.

presi l'acqua ossigenata, alcuni dischetti di ovatta e provai a disinfettare la botta.
«so che brucerà, ma se si gonfiasse non ti vorresti più guardare allo specchio».

trattenne un piccolo gemito a labbra strette non appena versai il liquido sulla parte infiammata. «non ti agitare, è solo la prima ferita che disinfetto su tutte le altre che hai per il corpo», mi sorrise.

«come mai hai così tante ferite? a quali altre risse hai partecipato?».

«oltre quella di oggi, anche ieri sera le ho prese, però infondo ne è valsa la pena», finì nel mentre di pulire la sua ferita e ci attaccai un piccolo cerotto, passandoci lentamente il pollice sopra.

«come mai?» passai a disinfettare le nocche portando le sue mani nelle mie.
«jinnie, ieri hai combinato un disastro, i-io volevo parlartene ma non sapevo neanche se potesse essere una buona idea ricordarlo...»

alzai la testa confuso: «oh- non lo sapevo. puoi parlarmene se vuoi, io sono qui per chiarire».

«d'accordo, io proverò ad essere sintetico per non metterti pressione o preoccupazioni addosso, va bene?», affermai.

«ieri, dopo almeno un paio d'ore dall'inizio della serata, hai preso con felix l'iniziativa di salire sul palchetto e dare uno spettacolo "hard" di lap dance agli invitati. d'un tratto ti sei ritrovato tutti gli occhi puntati addosso perché felix aveva già smesso di ballare; questo probabilmente ti aveva esaltato a tal punto da scendere e gettarti nella folla, che diciamo, non ha avuto pietà del tuo corpo...»

il mio cuore si fermò per qualche istante, era l'ultima cosa che avrei voluto sentire probabilmente.

felix non mi aveva raccontato questo, ma solo ciò che ne era stato dopo. invece adesso che ero consapevole di ciò, mi sentivo a pezzi.

«e-e cosa è successo poi?» i miei occhi si appannarono e la mia voce cominciò a tremare.
finì presto di bendare i pugni del ragazzo solo allo scopo di tenere le sue mani strette e scaricare lo stress.

«ti hanno violato in qualsiasi modo, non voglio andare nel dettaglio, io ho fatto il possibile per scacciarli, e sono finito a pestare tre o quattro di loro...» si guardò i pugni.
«...ti ho coperto con la mia giacca e ti ho portato nel bagno con me. ho notato quanto avessi bevuto ed ho provato a tenerti sveglio o farti vomitare» lo resi consapevole che stessi ascoltando.

«abbiamo anche parlato abbastanza, credevo ricordassi almeno quello...»

«mi sento così stupido chris. mi sento così in colpa col mio corpo per avergli dato così poco valore, ed essermi arrabbiato con te credendo tu gliene avessi dato ancora di meno. invece sei stato così comprensivo con me, i-io tremo al solo pensiero che senza di te potrei non esser qui. chissà cosa ne avrebbero fatto di me quelle persone, mentre tu mi hai salvato la vita».

«mi hai reso felice ieri sera, non c'è bisogno che adesso ti scusi. anche se non lo ricordi sei stato molto affettuoso con me, e ci siamo baciati spesso, questo mi ha fatto stare bene, così come mi ha fatto stare bene dormire con te dopo tanto tempo...» confessò.

«e riguardo quei video invece?» arrossì.
«ahah- in realtà è partito da te, anche se non ti avrei dovuto ascoltare perché non eri molto lucido» spiegò:

«mentre eravamo sul letto, tu sembravi molto contento di indossare il mio pigiama, non facevi altro che abbracciarmi e mostrarmi come fosse soffice la stoffa... tra un bacio e l'altro sentisti poi una strana sensazione tra le mie gambe e mi chiedesti se potessi soddisfarla con la tua bocca».

«il perché io avessi accettato non lo so, mi sentivo preso dal momento, so di aver sbagliato, soprattutto perché in quel momento stavi tornando lucido. il video è stato mandato per errore, volevo solo tenerlo come i ricordi che ho in galleria con te...»

«avrei dovuto darti spiegazioni tempo prima, avrei dovuto dartele non appena stamattina ti eri svegliato impaurito...»
accarezzò le mie mani e quando notai che le sue erano molto fredde mi alzai a prendere la maglia che si era tolto per ricalzargliela.

si alzò dalla sedia per metterla da solo, infastidito dal fatto che potessi trattarlo come un bambino, ma io insistei lo stesso per sistemargliela nei pantaloni.
«so farlo da solo non ti preoccupare», ignorai la sua predica e continuai a prendermi cura del suo vestiario, facendo in modo che ogni lembo della sua maglia entrasse nel pantalone per riscaldarlo.

riallacciai persino i lacci della sua tuta e questo lo fece veramente imbarazzare: «hyunjin basta trattarmi come un bambino, già mi ha dato fastidio farmi vedere in quel modo e farmi bendare le ferite. poi se ripenso al fatto che non ricordi neanche che ti ho detto "ti amo" o che sono innamorato di te-» sbuffò.

sobbalzai quasi al suono di quelle parole, e rabbrividì quando riflettei sul fatto che non aveva staccato un secondo gli occhi dal mio corpo mentre lo confessava:
«hai detto che sei innamorato di me?» ripetei.

si stufò presto, cacciò un respiro, e si allontanò da me afferrando i miei polsi e staccandoli con rabbia dai suoi fianchi, incamminandosi senza meta dall'altra parte della stanza.

«chan, che c'è?» lo seguì ad un passo più lento.
«ti prego lasciami stare» si fermò lasciandomi alle sue spalle.

«chris, forse non te l'ho detto ieri ma anch'io provo lo stesso, come fai a non capirlo cazzo! ma non vedi cosa faccio per te, non vedi come mi riduco? non vedi tutte le cose che ti ho dat-» alzò la voce:

«sta' zitto hyunjin!», cominciai a piangere preso dall'ansia gli bussai alla schiena più volte.

«se mi vuoi zitto perché non mi zittisci allora!» passarono un paio di secondi da quando la mia voce aveva cominciato a rimbombare nel silenzio della stanza, un battito di ciglia, un momento per deglutire...

...e mi ritrovai al muro con le labbra calpestate dalle sue, la bocca occupata dalla sua lingua, così come le mie guance venivano compresse dalle sue dita, mentre mi teneva stretto al suo corpo sperando non mi potessi allontanare mai.

«oh dio-» gememmo insieme.
«non voglio che diventiamo due perfetti sconosciuti».

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora