f o u r t y s e v e n . 🔞

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«lee e han, cosa vi prende! uscite fuori dalla classe, immediatamente, o vi porterò dal preside!» sgridò la professoressa senza esitazione.

minho si divise con un forte schiocco dalle mie labbra non appena fece i nostri cognomi, sebbene non mollò la presa dalla mia maglia: i suoi pugni che stringevano ancora la stoffa, rimasero a poco di distanza dal volto che poco prima stava baciando.

lo guardai dal basso sorridendogli: quanto era bello...
quanto era bello mentre dimostrava fossi di sua proprietà tenendosi aggrappato alla mia maglia, quanto era bello il fatto che non si sentisse pentito ma orgoglioso di averlo fatto per amore.

mi alzò dalla sedia tirando il mio colletto, portandomi in piedi di fronte a lui, e senza dire una parola all'insegnante, mi prese per mano ed uscimmo dall'aula.

avrei voluto chiederle scusa seppure io non avessi fatto nulla, ma quando minho era imperativo con me, desideravo solo sottomettermi a lui ed ascoltare i suoi ordini.

camminavo poco dietro lui, per evitare potessimo scambiarci uno sguardo imbarazzato che non avrei mai voluto incrociare in quel momento.
ma non appena svoltai la curva del corridoio, il ragazzo mi bloccò tra il suo corpo e l'armadietto, ed ansimando vicino al mio collo sussurrò: «avanti, dimmi che ti è piaciuto», godetti al suono di quelle parole, chiusi gli occhi, e lasciai che me ne potesse offrire altre:

«ho rischiato grosso per te, ed è solo il minimo che possa fare per dimostrarti quanto ti amo», affannava sempre di più, sfiorando il mio orecchio più volte con la punta del suo naso, che ci oscillava lentamente vicino.

i miei occhi caddero dall'alto del soffitto, al suo volto, che decisi di osservare innamorato non appena sentii il suono di due piacevoli parole: «hai detto che mi ami minho?»

esitò qualche attimo prima di rispondermi, si allontanò di poco dal mio volto, e mi guardò dritto negli occhi.
«so che mi ero ripromesso di non innamorarmi di qualcuno e di non amarti, ma è impossibile. mi sono reso conto che nella mia vita ho bisogno di qualcuno come te che la renda più divertente e meno monotona…»

arrossì rimanendo quasi senza parole: «non ti ho mai visto così romantico» lo complimentai colorando le mie schiocche di fuoco ancora più di prima.

«riesco a mostrare questo mio lato solo a te, sei l'unico che merita di ricevere tutto l'affetto che ho conservato una vita intera», quando volli risponderlo, mi trovai in poco tempo, le labbra occupate dalla sua lingua, che era già passata a perquisire la mia bocca ed andare in contatto con la mia stessa lingua.

mugolai apprezzando la sua voglia di fare, e provai a fargli capire quanto desiderassi andare oltre.

pian piano riuscì a far scendere le mie mani come una carezza dalle sue spalle, a una grande grinfia desiderosa di massaggiare la sua erezione.

interruppe il bacio per un attimo rapido: «cazzo-» mi sorrise con malizia godendosi il massaggio, «che ne dici di sostituire la mano con la bocca?» passò un pollice sul mio mento, accarezzandolo e sollevando il mio sguardo verso il suo, rendendomi impossibile negare, e poter solo annuire.

deglutì teso, alcun tempo allettato dalla proposta, e subito mi accinsi a provocarlo per farselo fare, simulando a gesti come avrei trattato il suo membro.

«oh! smettila- dobbiamo andare in privato hanji, non qui davanti a tutti...», accettai l'idea, contento di averlo fatto anche infastidire, e lo seguì sghignazzando.

credendo il suo intento fosse quello di chiudersi nei bagni, lasciai che mi trascinasse dove più gli pareva adeguato, ma appena notai che aveva deciso di farlo nel conservatorio, provai a sfuggirgli:
«no no minho qui ci troveranno, che ti prende-» camminai in senso opposto alla sua direzione, fin quando con forza non mi tirò indietro da lui sgridandomi.

«sono un ballerino, ci passavo di qui gli anni scorsi, mai nessuno lo usava per quello a cui serviva veramente. se proprio ci passa qualcuno, quel qualcuno è un alunno che vuole studiare senza trambusto, in tranquillità; ma fidati, non vengono mai a suonare- la banda della scuola è sparita da un secolo», vista la sua convinzione nel dire queste parole, quasi accettai, non prima di lasciargli un bacio a stampo-

«andiamo lì dietro» sorrise soddisfatto. indicò comunque un grosso scaffale con una marea di strumenti poggiati al di sopra, e ci rifugiammo lì dietro, per non esser visti considerando la peggiore delle ipotesi.

appena giungemmo nel luogo da lui scelto, non esitò molto ad aprire la cinghia dei suoi pantaloni, e gettarmi con la faccia nel suo intimo prima ancora che mi accovacciassi totalmente per terra.

«se vuoi che rallenti, fammi segno con le mani» mi disse sottovoce mentre posizionava le mani nei miei capelli, ed io abbassato le sue mutande avendo in primo piano la visione del suo membro.

«se dovessi farti segno con le mani, non ascoltarmi, spingi finché non ti sentirai soddisfatto, io lo sopporterò», suggerì con malizia mentre lo masturbavo poco prima di accompagnare la sua cappella nella mia cavità orale, leccandola con piccole pause, per poi sorprenderlo d'improvviso e mandarlo in gola man mano che lo ingoiavo.

«o mio dio jisung, non fare la puttana che qui finisco per urlare» la sua voce già tremava, era pronto a gemere ed occupare la sala del rimbombo delle sue grida.

cominciò a muovere i fianchi dentro la mia bocca, a spingere sempre più a fondo, a darmi tante definizioni diverse mentre ingoiavo il suo cazzo e lo sopportavo per dargli piacere.

«voglio venire nel tuo corpo ti prego, d-dopo voglio entrare dentro di te, m-ma non ho i preservativi qui con me. q-quindi se vuoi, dopo scuola vieni a casa mia», suggerì mentre mi concentravo sul sapore accusato sulla mia lingua.

d'un tratto sentimmo la porta dell'aula aprirsi, delle persone munite di tromba avanzarono verso i banchi e cominciarono a ripetere i loro spartiti, mentre io e minho ci mandammo delle occhiataccie per decidere cosa fare-

[...]

- hyunjin's pov

«perché mi stai facendo questo?» sorrise il minore affannato, mentre sedeva a cavalcioni nudo sul mio corpo accasciato sulla tavoletta del water, con la guancia sul mio petto.

«non lo so, ma mi sta piacendo tanto» lo tenni stretto a me, palpando il suo pallido culo per farlo avanzare verso il mio volto. per poi spostare le mie mani sulla sua schiena, accarezzando solo quella zona, per non farlo sentire troppo spoglio.

...non so spiegare come fossimo finiti in questa situazione: ero rimasto in bagno con lui ad ascoltare il suo sfogo, gli ho offerto supporto perché quello che aveva vissuto non gli dava neanche la forza di spiegarlo. abbiamo parlato, l'ho fatto appoggiare a me, e poi pian piano abbiamo cominciato a dirci delle cose carine che ci hanno portati a limonare-

sentivo che quest'atmosfera romantica di nostalgia che avevamo creato, era così pura, senza secondi fini, perciò andava avanti da qualche oretta.

era nudo sul mio corpo, eppure non avevo neanche lontanamente l'idea in mente di farci sesso in bagno o qualsiasi altra porcheria.
nessuno dei due voleva andare oltre, ci bastava questo momento per stare bene.

d'un tratto superò il limite della tenerezza quando lentamente si sistemò ad occhi chiusi un po' sulla mia spalla e un po' sulla clavicola, e si lasciò accarezzare tra i capelli.

«a volte penso di non aver mai superato la nostra rottura sai?» notai poggiando la guancia sulla sua testa.

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora