f o u r t y

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«felix ti prego, non ti agitare. sono qui, dimmi tutto, io ti ascolto. tutto quello che pensi, puoi dirmelo, ma prima prendi un respiro» accarezzò il dorso della mia mano col pollice e mi diede un minimo di sicurezza.

inspirando, riuscì a prendere il coraggio di cacciare fuori i pensieri che mi stavano tormentando in quel momento:

«ho paura, ho tanta paura di perdere tutto. sto perdendo il mio migliore amico, il mio ragazzo, un posto dove dormire, la mia reputazione, se penso cosa c'è oltre di voi non ho più nulla, non mi è rimasto niente... a scuola tutti sanno della mia sessualità e mi stanno lontani, mia mamma fa l'identica cosa di questi sconosciuti e non si chiede neanche dove io sia- a questo punto penso di essere io il problema...» il mio respiro tornò ad agitarsi, solo spiegando ciò che stavo provando, la mia ansia salì alle stelle.

mi rendevo sempre di più conto della situazione che stavo vivendo, del caos che mi stava travolgendo.
e pensare che adesso le scuole si sarebbero di nuovo divise, che dovevo cambiare le coreografie perché non erano più da tifo, ma per un saggio.

troppi pensieri per la testa che il filo di fiato che mi restava non era in grado di raccontarli.

«ok, poi?» rimase ad ascoltare.

«non lo so, non so che fare. non voglio perderti, non voglio colpevolizzarti per quello che hai fatto perché rinnegherei cosa hai fatto per me fino ad ora. ma non voglio neanche perdonarti perché ho paura che lo starei facendo semplicemente perché ho paura di rimanere solo» appena vide che il mio pianto diventava sempre più ansimante, mi domandò se mi andasse di andare in camera, e rilassarmi sul letto.

annuì all'idea quando mi resi conto di non riuscire neanche a reggermi in piedi.
«non ti preoccupare, ti porto io, vieni qua» mi aiutò ad alzarmi, e mi portò di là tenendomi in braccio.

mi posò sul letto: «vuoi che ti aiuti a mettere il pigiama?» chiese mentre apriva il balcone per far passare un po' d'aria.

«sì, ma- ma vorrei continuare a parlare», al ragazzo l'idea stette bene, chiuse la porta, salì sul letto, e mi aiutò a sfilare gli indumenti senza farmi prendere freddo.

«allora- i-io non so cosa fare! vorrei anche sentire la tua opinione, vorrei sapere perché l'hai fatto, a cosa hai pensato nel mentre, vorrei sapere perché mi hai ridotto così...» mi sfilò la maglia e la sostituì con quella del pigiama.

«felix, potevo dire lo stesso di te quando ti sei spogliato davanti ad un intero istituto ed hai cominciato a girare su un palo...non voglio tornare su argomenti passati, non voglio caricarti di ansie, ma quella sera infondo ci ha portati ad avere la nostra prima volta, siamo riusciti a superare tante cose no? ti prego di renderti conto che sbaglio anch'io, e lo rimpiango tantissimo te lo giuro...», mi sfilò i pantaloni e cominciò ad accarezzare il mio interno coscia.

«ero pentito nell'atto, ero e sono pentito sotto ogni punto di vista ancora adesso. ma ho bisogno di te nella mia vita, amo solo il tuo corpo, solo il tuo carattere, solo il tuo sorriso. mi odio per ciò che ho fatto, hai tutte le ragioni di questo mondo a chiamarmi stronzo o tutto quello che ti pare. ma non vedere questa situazione come se non ci fosse via d'uscita perché abbiamo superato cose più difficili. io posso cominciare a giurarti che non lo farò mai più nella mia vita, per te, per me, ma anche per noi come coppia. ma promettimi anche tu che non penserai mai più quelle cose su di me, io ti amo e provo a dimostrartelo sempre».

tirai un sospiro, mi asciugai le lacrime e bloccai la sua mano che mi stava toccando la gamba da un po'.

«adesso non riesco a promettertelo, scusa» deglutì e mi girai dal lato del balcone evitando il suo sguardo, sapevo che mi avrebbe fatto sentire in colpa vederlo triste.

«so che ho fatto di peggio nei tuoi confronti, e ho fatto di meno riguardo il punto di vista sentimentale. ma quando la situazione è tanto grave da portarmi a perdere tre persone insieme e non riguarda solo noi due, è in grado di ridurmi a pezzi, e non riesco a perdonarla così facilmente».

«okay, per me hai ragione tu, so che non posso giustificarmi. non c'è giustifica per quello che ho fatto, anche se non fosse stato totalmente per volontà mia, dicendolo potrei solo farti perdere ancora più fiducia in hyunjin. non me la sento di scaricare le mie colpe su qualcuno, ti amo, non avrei dovuto farlo a prescindere da qualsiasi cosa».

«posso solo sapere com'è cominciato tutto? cosa pensavi mentre lo facevi?» chiesi.

«è cominciato che mi ha aperto la porta in accappatoio, ma il suo accappatoio non era chiuso, ed ha attirato la mia attenzione. senza farci caso gli ho toccato le gambe, e lui mi ha baciato rassicurandomi che non fosse un problema. allora è salito su di me e mi ha chiesto di fare sesso e tenerlo segreto. gli ho chiesto di usare le protezioni, di non farlo durare troppo, l'abbiamo fatto per qualche paio di minuti, ma poi è entrato chris...» abbassò la testa.

«va bene così, lascia stare» lo fermai.
«adesso se non ti spiace, preferirei stare in chiamata con minho e parlarne con lui, ho bisogno di un po' di conforto che non sia da parte di un complice».

«d'accordo...vuoi bere qualcosa di caldo?» propose quando mi coprì con le coperte dopo aver finito di mettermi il pigiama.

«sì, un po' di cioccolata andrebbe bene».

...tornò pochi istanti dopo con un vassoio con sopra una tazza di cioccolata, un tovagliolo vicino, e anche dei biscottini, mentre io ero già in chiamata con minho che lo chiamava "bastardo" in vivavoce.

changbin guardo un po' rattristato il telefono che avevo in mano, aveva sicuramente sentito.
«immagino tu non voglia dormire con me stasera vero?» domandò.

«già...ma non voglio neanche che tu dorma con chris o con hyunjin, quindi dormirai sul divano da solo», annuì, prese la sua roba, ed andò via: «sogni d'oro piccolo», non mi diede neanche il bacio della buona notte. ma tanto anche se si fosse preoccupato di darmelo, non l'avrei accettato.

appena uscì dalla stanza rimanemmo solo io, il vassoio ed il telefono.
e quando parlando con minho cominciai a mangiare qualcosina, mi resi conto che sul tovagliolo che mi aveva portato binnie c'era scritto:

"sei tanto speciale per me, spero questo possa saziarti, altrimenti svegliami durante la notte che ti preparo altro <3
~ tuo binnie, con tanto amore".

lo lessi a voce alta a minho, che cominciò a riflettere sulla situazione per aiutarmi meglio con qualche consiglio.

«ti direi di farlo ingelosire, ma l'ultima volta non andò molto bene con quel tentativo, quindi che ne dici se fossi tu questa volta a cominciare a comportarti in modo geloso con lui? magari gli piacerà, e sentendosi più tuo, eviterà situazioni del genere».

[...]

verso le 4:00 del mattino, staccai la telefonata con minho, considerando fosse cominciata verso le 22:00, non mi sorprendeva che non l'avessimo tenuta attiva tutta la notte.

difatti quando dovetti addormentarmi, non riuscivo a prendere sonno ripensando ai consigli che avrei dovuto mettere in pratica e alla giornata che mi avrebbe aspettato domani.

ricordai il tovagliolo sulla quale lui si era preoccupato di scrivermi una dedica e scambiando la mancanza di sonno per fame, uscì dalla stanza per chiedere a binnie di cucinare qualcosa insieme...

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora