t h i r t y f i v e

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- changbin's pov

nello stesso pomeriggio della giornata in cui scoprimmo di dover sloggiare da casa mia, prendemmo l'iniziativa di proporre persino a diversi dei nostri amici di convivere temporaneamente con loro.

decidemmo di dividerci per trovare il più presto possibile un'organizzazione, dovevamo riuscirci prima che arrivasse sera, prima di passare ancora una notte a dormire lì.

dunque mentre felix visitava casa di minho per chiedere a lui, o ai suoi genitori, se questa cosa fosse possibile; io passavo verso casa di chris a fare la stessa proposta.

mi ritrovai di fronte quella porta, affannato dalla corsa contro il tempo che avevo affrontato prima di giungere alla sua abitazione.
stavano per scattare le 18, non dovevamo essere così vicini all'ora di cena, era pur sempre un rischio dover mangiare lì.

bussai più volte il campanello, sperando che questo potesse dargli una sbrigata ad aprire la porta.

appena sentì un rumore di chiavi nella porta mi sentì sollevato, fin quando non mi aprì hyunjin nudo-

«oh dio scusa, credevo fossi chris, altrimenti non avrei aperto così» corse a prendersi un accappatoio mentre mi lasciò entrare in casa.

«uhm- non ti preoccupare, chris non c'è?» pensavo di aver capito male, ma effettivamente girandomi intorno la casa sembrava vuota.

«no, non c'è, aveva una questione in sospeso con seungmin» tornò nel salotto dove mi fece accomodare sul divano.
«scusa changbin, non trovo veramente la corda dell'accappatoio, non ti dispiace se resto così vero?», parve preoccupato, per tanto non lo giudicai, se non era di proposito, che fastidio avrebbe dovuto darmi.

«qui ho un po' stuzzichini, ed anche dei drink se vuoi bere un po'» tornò sul divano.

«grazie...» presi delle patatine.
«vivi con chan? vedo che sembri abituato a fare come se fosse casa tua, o forse mi sbaglio».

«mh, non proprio. vero passo più tempo qui che a casa mia, ma non conviviamo per ora. tutte le mie cose come oggetti, vestiti o altro, sono a casa mia. qui uso le cose di christopher».

«sono felice che alla fine le cose siano andate per il meglio tra di voi, no?» domandai.

«sì, assolutamente. anche se prima che andasse da seungmin avevamo litigato, perché non mi andava a genio che parlasse con un suo ex che gli sta ancora sotto».

«ah, ho capito. mica ti ha detto qualcosa di brutto? lui è solito ad usare termini un po' pesanti quando si litiga».

«diciamo che ci ho fatto caso. mi ha detto che sono geloso solo perché lui a letto ha capacità che io non ho, mi ha detto che se l'avessi provato a convincere a restare facendo la puttana sarebbe finita male...va be', so che son cose che non pensa veramente, credo» sembrò parecchio offeso, quindi gli offrì supporto.

«non gli hai detto nulla a riguardo?» chiesi.

«no, non volevo riaprire una polemica. questo è il suo modo di fare, è una brutta abitudine che ha, non posso cambiarlo, o almeno non adesso...» sospirò:

«...devo ancora ringraziarti per quando a scuola mi hai aiutato a sapere dei video di me che ti aveva mandato chris, è stato carino da parte tua», lo adocchiai sorridendo, era così tenero e spontaneo.

allo stesso tempo, il suo corpo contrastava la sua faccia angelica, quello spiraglio che si vedeva dal suo accappatoio era come un buco nero dal quale nessuno avrebbe trovato modo di uscire.

osservando il suo corpo notai il chiarore della sua pelle in contrasto con alcune macchioline rosse con la forma delle labbra di chris, così come i suoi capezzoli altrettanto rossicci, o la punta del suo membro, che era così sottile e aggraziato.

forse sentì i miei occhi addosso, ed uscì un po' fuori la cappella. perché stavo guardando così attentamente il suo corpo?

dopo un po', squadrando le sue gambe, mi resi conto di avere inconsapevolmente la mano sulla sua coscia, e che al ragazzo la cosa non stesse dispiacendo.

la alzai pochi istanti dopo, e lo guardai mortificato: «oddio- scusami! non volevo toccarti- ma-ma neanche guard-»

mi ritrovai a baciarlo, non so se per la volontà sua, o forse per la mia, che aveva di nuovo reagito senza accorgersene, ma anche quando realizzai cosa stessi facendo, non riuscivo a smettere.

«cosa-» mi tappò di nuovo la bocca con la sua lingua così agile e svelta.

«se facciamo sesso, deve rimanere tra di noi», annuì ipnotizzato al suono delle sue parole, salendo sul suo corpo...

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora