t w e n t y f i v e

439 32 70
                                    

[...]

poco dopo il suo messaggio, la macchina accostò vicino al marciapiede: «hey!» salutai il ragazzo entrando in macchina.

lo vidi sporgersi dal suo posto per baciarmi, ma lo adocchiai parecchio male prima di prenderlo in giro ridendo di lui. «vuoi baciarmi?» gli chiesi.

«sì, è da tre giorni che non ci vediamo, non ti manco neanche un po'?», nel mentre chiusi lo sportello e changbin ripartì.

«certo, ma mica per questo devo baciarti» continuai a stuzzicarlo, volevo farlo un po' arrabbiare, amavo infastidirlo.

«okay bene, allora continua a mandarmi nudes e messaggi porno in chat, ma dal vivo poi mi detesti» si turbò mentre arrabbiato suonò il clacson ad un passante che non si sbrigava ad attraversare.

«avanti ti arrabbi così presto? volevo giocare un altro pochino», lo vedevo che pian piano il suo broncio si stava sciogliendo in un sorriso.

«hai finito di fare il permaloso?» gli chiesi accarezzando il suo bicipite.
«che stavamo dicendo quindi? che vai pazzo per i nudes e gli audio porno che ti mando?!»

«non mi sembra di aver mai detto una cosa simile, puoi anche non mandarli non mi cambia nulla».

«allora sarà stato qualcun altro che ieri sera mi ha detto "non riesco a smettere di segarmi su di te"-» staccò la mano dal cambio solo per zittirmi.

«shh! mi imbarazza quello che ci diciamo in chat».

«non ti va di ricrearlo dal vivo?» strizzai l'occhio.

«mi devi ancora un bacio, e anche delle spiegazioni sul perché ieri tu non sia andato a scuola» ignorò la mia proposta.

«ieri? ah sì! beh volevo parlartene dal vivo. brevemente mamma per 2 giorni, ossia ieri e domenica, non ha fatto altro che trattarmi male, e quando le ho chiesto di affrontare il discorso mi ha detto che devo smetterla di uscire con te... quindi stasera dormo da te».

«aspetta- le hai detto che ci stiamo frequentando?» ripeté confuso.

«sì, e per evitare che io potessi vedermi con te, mi ha impedito di andare a scuola lunedì. infatti quando ha scoperto che martedì, ossia oggi, la scuola sarebbe rimasta chiusa, ha festeggiato».

«e sa che adesso stai andando ad una festa dove c'è tutto l'istituto?» chiese ridendo sotto i baffi.

«mh no, infatti sono scappato dalla finestra, lei pensa io sia chiuso in camera a piangere- HAHA».

«perché? hai pianto prima?», annuì a labbra strette.
«no piccolo, e perché non me l'hai scritto in chat? potevo consolarti-».

mi aveva chiamato "piccolo" o sbaglio? diamine che dolce.

«non mi andava di sembrare un piagnucolone. già mi hai visto troppe volte piangere e frignare».
«no no, non penserei mai questo di te... ma perché piangevi?»

«beh conoscendo mia mamma, avevo paura che non ci saremmo più potuti vedere, e so che forse suona eccessivo, ma se è da un mese che sorrido è grazie a te».
«non ricordo neanche cos'è che mi facesse stare bene prima che arrivassi tu...»

non aspettò un secondo in più per fermarsi ad un semaforo rosso ed avere il tempo di baciarmi, era così dolce il suono delle nostre labbra racchiuso nel silenzio di una macchina a radio spenta. era così dolce essere illuminati dalle luci della città di notte, ed immaginare che le macchine dietro di noi avrebbero visto le nostre ombre baciarsi.

sentire la sua mano tenere stretta la mia guancia pur di assicurarsi la mia permanenza sulle sue labbra, chissà se anche a lui piacesse tanto sentire la mia mano dietro al suo collo.

dei clacson fermarono il momento- «cazzo è verde», ci allontanammo l'uno dall'altro, e lui rimise in moto.

«comunque grazie, ne avevo bisogno, come sempre capisci quando è il momento per baciarmi» sorrisi.

lui tornò sul discorso di prima: «quindi è per via del litigio se ti sei auto-invitato a dormire da me?» annuì sorridendogli, «certo, sì, per farle un dispetto, per evitare di vederla, ma anche perché voglio fare sesso con te» aggiunsi.

«ah- uhm, non ricordo se ho dei preservativi a casa, forse si forse no ».

«non li useremo allora», il ragazzo alzò gli occhi al cielo sorridendo:
«come ti pare, ma sappi che se dopo la festa sarai ubriaco non ti sfiorerò neanche».

«tanto cederai stesso alla festa, non puoi resistermi vestito così» accavallai le gambe portando una mano sulle sue.

«ci ho fatto l'abitudine ai tuoi outfit porno, non mi interessa né della gonna, né delle calze a rete, né tantomeno del crop top di velo».

«quindi non ti importa nulla se qualcuno mi guarda troppo?»

«finché non ti fanno del male, per me è okay».

«un po' possessivo e geloso puoi esserlo dai, se qualcuno mi dovesse guardare, toccami il culo e ristabilisci le proprietà» mi leccai il labbro.

«stai dicendo che tu sei mio?» si compiacque.

«potrei esserlo se tu dimostrassi che ti appartengo, ma dato che non lo fai...»

«felix, non mi piacciono questi giochetti, è ovvio che io ci tenga a te. non ho bisogno mica di comportarmi come se tu non sapessi badare a te stesso?»

«boh, a te non darebbe fastidio se qualcuno ci provasse con me e viceversa io con lui?»

«certo che sì, soprattutto se tu ricambi».
«e perché?» lo ascoltai.
«perché ci stiamo frequentando e non mi va a genio che tu ci provi con qualcuno che non sia io».
«quindi appartengo a te? lo stai dicendo».
«per ora sì, se la frequentazione va male puoi tornare ad essere di tutti».

nel mentre il ragazzo parcheggiò ed uscimmo dalla macchina, prima di chiuderla, si prese un istante per bloccarmici vicino e sussurrarmi una cosa.

«non voglio escludere sempre i miei amici, quindi cercherò di stare anche con loro. ma quanto a te: quando sarai solo, comportati bene» raccomandò.

«no, tu dimostrami che ti appartengo, e farò il bravo» gli strinsi il colletto...

-

spazio autrice

domani esce il capitolo principale, quello speciale, quello limited ECCO MI SENTO MALE AL SOLO PENSIERO.

se solo sapeste che drama vi aspetta

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora