t h r e e . 🔞

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[+18 tanto perché non voglio traumatizzare nessuno sempre meglio avvisare].

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aprì di fretta la porta.
«ciao felix com'è andata la giornata scolastica?»

«mamma vado di fretta, ti racconto dopo» buttai per terra lo zaino, insieme a tutto ciò che avevo con me, e corsi al piano di sopra diritto in camera.

chiusi rapidamente la serratura, mi gettai sul letto e mi abbassai i pantaloni.

sospirai con lo sguardo verso il soffitto prima di cominciare ciò che mi avrebbe travolto totalmente.

posizionai la mano sul mio membro e cominciai a muoverla velocemente premendo leggermente. mugolavo a denti stretti mentre il letto rimbalzava contro il muro.

«dio mio- mh- sei troppo sexy- ah- cazzo» ringhiavo mentre non mi sentivo per niente soddisfatto di quello che stavo provando, volevo venire, ma non riuscivo, avevo bisogno di svuotarmi, ma non era questo quello che volevo provare.

«vai felix sforza la mente, pensa a lui» battei i piedi sul letto e mi tenni i testicoli in una mano. «cha-changbin mi fai male- ah merd-», lo immaginavo come se fosse lui a muoverci la mano sopra, ma non riuscivo ad eccitarmi lo stesso.

provai allora a ripensare a lui che giocava a basket, ma forse era il mio tocco a non rendermi soddisfatto.

afferrai la prima cosa che avevo gettato per terra, e ricavai nel pugno della mia mano un piccolo piumino per la polvere.
senza pensarci ulteriormente puntai il manico verso le mie gambe e cominciai a farlo entrare dentro di me.

«cazzo sì» cominciai ad avere le prime perdite, ma quando presi il coraggio di spingere ancora, riuscì pian piano a svuotarmi, facendo ricadere il liquido sul mio addome.

provavo a farlo penetrare totalmente dentro, ma sapevo che la piacevolezza avrebbe comportato un urlo troppo acuto per sopperirlo.

strinsi i denti ed emisi un mugolio: «è troppo piacevol-» venni totalmente sporcando anche il lenzuolo.
fui costretto a sfilarlo, l'unico attimo di piacere che ero riuscito a provare era stato intaccato perché non ho usato nulla per coprire il lenzuolo ma che cazzo.

in poco tempo mi arrabbiai, gettai lo scopolino per terra, e presto battendo i piedi con peso per terra, andai a prendere dei fazzoletti.

«mi sono eccitato su un deficiente! dio mio ma che ho fatto» cominciai a pulire ogni cosa sporcata, e ogni volta che gettavo un fazzoletto intriso nel cestino, pensavo a lui.
ma come diamine è possibile che vederlo giocare a basket mi abbia fatto questo effetto.
È UN UOMO MORTO PER ME!

non lo sopporto, dalla testa ai piedi.
si finge sempre così gentile e sereno, ma che merda lo prenderei a schiaffi.
nessuno è così buono.

avevo bisogno di calmarmi, ero stato sovraeccitato e nervoso allo stesso tempo. pulire quello schifo non mi avrebbe aiutato a calmarmi, bensì a ripensare alla cazzata che avevo fatto.

mi rialzai le mutande ed i pantaloni, e scesi al piano di sotto con l'idea fissa di voler cucinare qualcosa, magari dei biscotti appena sfornati immersi nel latte caldo sarebbero stati l'ideale.

«tutto bene felix?» chiese mamma, che da quando ero tornato non le avevo neanche rivolto la parola, e adesso senza dire nulla mi osservava prendere con fretta le pentole dai mobili.

«scusa mamma, dovevo controllare una cosa per la scuola dal pc, ha una scadenza da rispettare e doveva terminare tra una mezz'ora, perciò sono corso di sopra...» ansimai fingendomi stravolto dalla fretta.

«non fa niente, mi ero preoccupata fosse qualcosa di grave» continuò: «cosa vuoi cucinare?» notò cosa stavo prendendo.

«pensavo di fare dei biscotti co-» mia sorella interruppe chiamando mamma dal piano di sopra: «mamma dove hai messo il piumino per la polvere devo pulire lo scaffale».
«tesoro dovrei averlo lasciato in camera di tuo fratello per terra, dà un'occhiata».

non so perché, qualcosa in quella frase aveva fatto partire in me un brutto presentimento, ma proprio non capivo cosa...

cosa avevano detto di male infondo?
camera mia, a terra, piumino per la polv-
O CRISTO SANTO!

lasciai la ciotola cadere a terra e corsi verso le scale per andare al piano di sopra: «n-no olivia, ASPETTA- non prenderlo, è ancora sporco di polvere» dissi a voce alta senza ricevere alcuna risposta.

appena aprì la porta della stanza olivia era già dentro, accovacciata per terra ad osservare l'oggetto: «felix» mi chiamò con disapprovazione.

chiusi presto a chiave la porta della stanza evitando di uscire mostrandolo a mamma. «olivia non è come pensi lasciami spiegare» cercai di evitare il suo sorriso malpensante.

«avanti, spara: chi ti piace?» mi finsi sorpreso: «C-COSA? pensi seriamente che io l'abbia- come dir- ma- ma che ti passa per la testa!»

«dimmi la verità e non lo farò vedere a mamma» sorrise con malizia.

«c-che verità vuoi sapere avanti? lo- lo sai che nella scuola non ci sono ragazze, perché avrei dovuto fare una cosa del genere» balbettai.

«lixie, so che non abbiamo più il rapporto che avevamo da bambini, che non è più come una volta che ci diciamo tutto...ma pensi che io non sappia che ti piacciono i ragazzi?»

cacciai un profondo respiro e guardai in alto. felix, sei fottuto, dici la verità e falla finita.

«okay, va bene hai vinto tu. sì l'ho usato per quella roba lì, e non conosci il ragazzo che mi piace quindi inutile che te ne parli, chiarito ciò: puoi non dirlo a mamma?», la ragazza annuì con soddisfazione.

Strippers | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora