3) Ma chi è quello?

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La sveglia suona, ma io sono già in piedi e quasi pronta per uscire di casa. Sono super emozionata per oggi e non riesco a smettere di correre da una parte all'altra della stanza, per assicurarmi sia tutto a posto.
Controllo per l'ennesima volta la borsa, accertandomi di aver preso tutto, e mi infilo il maglioncino rosa cipria sopra alla camicetta bianca, abbinata ad un paio di jeans neri. Ai piedi indosso le All Star bianche, mentre i miei capelli mori ricadono ondulati sulle spalle.

Una passata di mascara e una di lucida labbra, una spruzzata di profumo e il mio immancabile cappotto color cammello.
Acciuffo la borsa e le chiavi ed esco nettamente in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Decido così di passare a prendermi un caffè e mi fermo in una pasticceria a metà strada.
Ordino un cappuccino e prendo anche un cornetto alla crema, per poi sedermi in un tavolino in fondo alla saletta.
Estraggo il cellulare e rispondo al messaggio di mia madre, in cui mi chiede se sia già sveglia e cosa stia facendo ed infine mi rilasso sullo schienale, sorseggiando il liquido caldo.

Arrivo in università all'incirca venti minuti dopo ed ho tutto il tempo per passare in segreteria a ritirare l'orario delle lezioni. Seguo le indicazioni e mi metto in fila in attesa del mio turno.
Ci sono davvero tanti ragazzi che aspettano e così entro su Instagram, dove mi accorgo della richiesta di amicizia da parte di Ethan e del resto del gruppo di James.
Accetto e ricambio, per poi guardare le storie che hanno postato ieri sera. Sembra si siano divertiti davvero tanto, non oso nemmeno immaginare come sia stato traumatico il loro risveglio questa mattina. Se si sono svegliati.

-Ollie!-
James mi arriva alle spalle e per poco non mi fa prendere un infarto.
-Hey, mi hai spaventata! Che ci fai qui a quest'ora?-
-Ho lezione tra poco e sapevo che ti avrei trovata qui.-
-Che lezione hai?-
-Algebra. Una delle mie materie preferite.- risponde felice lui.
-Francamente ero convinta che non ti saresti neanche presentato in aula, dopo la festa di ieri sera. A che ora sei andato a dormire? Alle quattro del mattino?- non riesco a nascondere il mio lato premuroso ed apprensivo, ma James non mi calcola nemmeno.
-Smettila di rompere le palle e vai a prenderti l'orario.-
Alzo gli occhi al cielo, ma poi mi avvicino elettrizzata al bancone e chiedo il programma delle lezioni del corso di medicina del primo anno.
-Ecco a te, cara.- la donna sulla cinquantina mi passa il foglio ed io ringrazio, tornando poi vicino a James.
-Hai lezione?- mi chiede, cercando di sbirciare sul mio foglio.
-Sì, ho biologia.- sorrido contenta e guardo l'orologio. -Alle otto e trenta.-
-La mia inizia alle otto, anzi, è meglio che vada se non voglia arrivare in ritardo.- mi da un bacio sulla guancia e lo vedo sparire tra la folla di ragazzi che occupano l'atrio.
"Grazie di avermi chiesto se avessi bisogno di aiuto per trovare l'aula, James, davvero generoso da parte tua." Penso sbuffando.

Prendo il telefono e faccio una foto all'orario per poi mettere entrambi in borsa.
Mi guardo intorno e comincio a cercare l'aula R8, in cui si terrà la mia prima lezione dell'anno.
L'università è davvero enorme e dieci minuti dopo sono ancora intenta a trovarla. Decido quindi di arrendermi e chiedere indicazioni alla prima persona che avrei incontrato.
Fermo un ragazzo e, con educazione, gli chiedo indicazioni per la fatidica aula.
Scopro così di aver completamente sbagliato ala e che dovrò salire al piano di sopra per poi percorrere tutto il corridoio.
Un classico.
Faccio come mi ha detto e finalmente varco, per la prima volta, la soglia di un'aula della Stanford, emozionata e con un sorriso smagliante stampato sul volto.
Entro con cautela e la scopro completamente deserta. In effetti la lezione sarebbe iniziata ben quindici minuti dopo.

Prendo posto in una delle prime file ed estraggo dalla borsa un quaderno, una penna e l'iPad per gli appunti.
Ad un certo punto la porta si riapre ed entra una ragazza con l'aria abbastanza spaurita e confusa.
-Ciao..- la saluto per prima e la vedo sobbalzare. -Non volevo spaventarti, scusa.- le dico desolata e lei mi sorride.
-Ma va, figurati. È che sono nuova e questa è la mia prima lezione.-
-Anche per me è così. Se non fosse stato per un ragazzo non avrei nemmeno trovato l'aula.-
Ridacchia e si avvicina a me. -Posso?- indica la sedia vicino alla mia ed io annuisco.
-Certo, siediti pure.-
-Il mio nome è Sarah, Sarah Anderson.-
-Ollie Clark, piacere.-

Stringimi ancora un po' (Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora