26) Per favore, basta

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-Signorina Clark, può fermarsi per qualche minuto? Devo parlarle.-
Il professore di fisica mi ferma un attimo prima che esca dall'aula ed io annuisco incerta, avvicinandomi alla cattedra.
Aspettiamo che tutti gli studenti lascino la stanza e lo vedo estrarre dalla sua cartellina un plico di fogli, per poi esaminarlo alla ricerca di qualcosa.
-Come posso esserle utile?-
Non risponde alla mia dimanda, continuando nella sua ricerca. Prende in mano un documento per poi farlo strisciare sul tavolo, mettendomelo sotto al naso.

Abbasso lo sguardo sul pezzo di carta e lo riconosco immediatamente: è la ricerca che ci ha chiesto di eseguire per la settimana scorsa.
Lo guardo incerta sul cosa dire, ma è lui quello a spezzare il silenzio.
-Insegno da molti anni, davvero tanti. Eppure non ho mai visto una cosa del genere.-
Rimango in silenzio, non avendo la più pallida idea sul cosa dire.
-Devo farle i miei complimenti, Clark. È stata eseguita alla perfezione, davvero un lavoro eccezionale. Sono molto orgoglioso di dirle che è una delle migliori studentesse del mio corso e non parlo solo del stupefacente esame che ha consegnato, ma anche di tutto il resto. Per cui ho una proposta per lei.-
Lo fisso in silenzio, lusingata dalle sue parole.
-Che ne dice di iniziare un percorso di tutoraggio, per qualche suo collega di corso in difficoltà, per accumulare crediti extracurricolari?-
-È una grande responsabilità.- sussurro.
-Beh, certo. Ovviamente non è obbligata, ma sono certo che qualcuno ne gioverebbe molto. La scelta è sua.-
Lo saluto con la promessa di pensarci e scendo al bar dell'università, per prendermi un super meritato caffè.

Sono stanchissima, le occhiaie molto evidenti e la pelle più pallida del solito.
Non vedo Aidan da qualche giorno ed ho l'impressione che mi stia evitando come la peste e questa cosa mi fa stare male.
Si è aperto molto con me ed io, incapace di fermarmi, ho rovinato tutto. Non ho nessun diritto di immischiarmi così tanto nella sua vita privata ed ho l'impressione che quelle cicatrici siamo collegate, in qualche modo, alla sua brutta infanzia.
Deve soffrirne molto ed io, come una stupida, mi sono lanciata a capo fitto in un territorio minato.

Aidan mi fa stare bene, fa uscire un lato di me di cui ignoravo l'esistenza, e sono pronta ad aspettare, posso aspettare per lui.
Ma, così, sto rovinando tutto e odio il pensiero di averlo ferito.

-Ollie?-
Dean mi sventola una mano davanti al viso ed io riporto i piedi a terra, salutandolo con un sorriso.
-Ciao.-
-Come stai?- mi si affianca e ordina pure lui un macchiato caldo.
-Sono stata meglio.- rispondo sinceramente.
-Hai voglia di parlarne?-
Lo guardo incerta, ma poi, sfinita dalla situazione, accetto. Forse il suo punto di vista può aiutarmi a fare chiarezza sul cosa debba fare.
Prendiamo le tazze fumanti ed usciamo dalla porta principale, iniziando a passeggiare nel giardino della Stanford.
-Fammi indovinare...Aidan?-
Non rispondo, scrollo semplicemente le spalle e, con la coda dell'occhio, lo vedo alzare lo sguardo al cielo.
-Cosa ha combinato, questa volta?- chiede infastidito.
"Eh no, iniziamo già male."
Gli lancio un'occhiataccia e lui alza le mani in segno di resa. -Scusa, scusa. Sia mai che offenda il tuo prezioso pupillo.-
Sbuffo, forse non è la persona adatta con cui parlarne.
-Senti, Dean, lasciamo perdere. Scusa, ma ora devo proprio andare.-
-Hey, hey, scusami. La smetto.- mi afferra per il polso e mi indica una panchina in cui ci sediamo.
Sospiro e lo seguo, non molto convinta della mia decisione.
-Credo di averlo ferito.- sussurro.
-Tu? Tu hai ferito lui?- chiede sbarrando gli occhi.
-Si è aperto con me, mi ha raccontato delle cose private, ed io...io ho esagerato. Ho fatto una cosa che non dovevo fare e lui si è di nuovo chiuso a riccio.- i miei occhi si inumidiscono e sono costretta a chiuderli per impedire alle lacrime di rigarmi le guance.

-Capisco...beh, sono certo che lui sappia che tu non avessi la reale intenzione di ferirlo.-
-Non lo so, per lui è difficile aprirsi e confidarsi. Non mi ha concesso molto, ma per me è stato molto prezioso e mi ha fatta sentire legata a lui.-
Sorseggio piano il mio caffè e abbasso lo sguardo al suolo, scalciando qualche sassolino con la sneaker bianca.
-Sai...Aidan è speciale. Magari non lo ho capito subito, ma è impossibile non accorgersi della luce che emana.- sussurro. -Si nasconde dietro la facciata da cattivo ragazzo, ma, in realtà, lui è molto, molto di più.-

Stringimi ancora un po' (Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora