41) Non farmi questo

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È notte fonda, credo siano le due o le tre, ed io ed Aidan stiamo osservando il fuoco scoppiettare sotto ai nostri occhi.
Il bosco intorno a noi emana, di tanto in tanto, qualche rumore che mi fa rabbrividire ed io mi stringo nelle spalle, osservando le lenzuola, piene di sangue, consumarsi in mezzo alle fiamme.
Mi avvicino piano ad Aidan e prendo posto al suo fianco, sedendomi sul ceppo secco di un albero e appoggiando la guancia sulla sua spalla, racchiudendomi il petto con le mani per proteggermi dal freddo.

Lui resta in silenzio, le pupille perse in mezzo al piccolo falò e la schiena rigida. Vorrei tanto sapere cosa gli stia passando per la testa in questo momento, ma mi limito a sospirare e a sfregare piano lo zigomo sulla sua maglietta nera.
I miei genitori se ne sono andati da ormai diverse ore e noi abbiamo aspettato che calasse il buio per uscire a sbarazzarci dei panni macchiati. Ethan è ormai guarito del tutto ed io sono felicissima per questo.

Sento il suo mento appoggiarsi sulla mia nuca e un piccolo bacio depositarsi tra i miei capelli, un sorriso sincero incurva le mie labbra e alzo appena gli occhi per incastrarli nei suoi.
-Stai bene?- mi domanda, osservandomi con apprensione.
-Tu?- ribatto.
Riporta gli occhi sulle fiamme davanti a noi e annuisce, accerchiando la mia schiena con un braccio.

Mi rilasso subito: stare tra le sue braccia mi fa questo effetto. Mi sento al sicuro, come se niente o nessuno potesse farmi del male.
-Dobbiamo dirlo a Tyler e ad Ethan?- sussurro piano, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo.
Una fitta dolorosa mi trapassa il torace e Aidan rilascia un sospiro pesante.
-No, non devono sapere che Zach sia morto. Si darebbero la colpa e non è giusto.-
Annuisco e torno a posarmi sulla sua spalla. -Ce lo porteremo dietro per tutta la vita, vero?-
-Cosa?- domanda, anche se sa benissimo a cosa mi riferisca.
-Questo peso, Aidan. Questa massa che grava sul petto.- sussurro.

Si alza e viene davanti a me, chinandosi sulle ginocchia come se stesse parlando ad una bambina. -Mi dispiace così tanto, piccola.- sussurra, sporgendosi nella mia direzione e lasciandomi un lungo bacio sulla fronte. Qualche lacrima riga le mie guance e lui le asciuga con la morbidezza dei suoi polpastrelli.
-Non è colpa tua.- mormoro con voce spezzata.
Nelle sue pupille qualcosa si spezza e rimango paralizzata dal lampo di dolore che piega i suoi lineamenti.
-Aidan...- afferro le sue guance tra le mani e lo obbligo a guardarmi negli occhi. -...non mi sono pentita di niente, non potrei mai farlo.- provo a rivolgergli un sorriso rassicurante e mi avvicino alle sue labbra, unendole in un bacio dolce e senza fretta. La sua lingua accarezza il mio palato, per poi disegnare il contorno delle mie labbra.

-Andiamo?- si rialza in piedi e mi porge la mano, aiutandomi ad alzare.
-Posso dormire con te?- sussurro, cercando di nascondere la vulnerabilità della mia voce dietro ad un sorriso timido.
-Certo.- ribatte senza esitazione. Spegne le fiamme con dell'acqua e controlla che le lenzuola siano completamente incenerite.
Incrocia, di nuovo, le nostre dita e torniamo verso la strada, dove abbiamo parcheggiato la macchina nella prima piazzola che abbiamo visto.

-Camera tua o camera mia?- domanda, accendendo il motore e immergendosi nella corsia.
-Mia.- sussurro. Ho bisogno di stare da sola con lui e non ho voglia di sentire le battutine ironiche di Thomas.
Restiamo in silenzio per il restante tragitto e quasi mi addormento con la testa appoggiata al finestrino.
-Ollie, siamo arrivati.- Aidan appoggia la mano sulla mia coscia ed io apro gli occhi, scendendo dalla vettura e aspettando che mi raggiunga sulla scalinata del dormitorio.

Mentre saliamo in ascensore frugo nella borsa alla ricerca delle chiavi e, non appena le trovo e non appena arriviamo davanti alla mia porta, le infilo nella serratura.
Entriamo nella stanza e appendiamo le giacche all'appendiabiti, togliendoci anche le scarpe leggermente infangate.
Attraverso la camera e mi imbambolo davanti alla finestra, con lo sguardo che fissa le strade deserte davanti a me.
Sospiro, ma un sorriso mi spunta spontaneo nel momento in cui Aidan mi raggiunge e appoggia il petto sulla mia schiena abbracciandomi da dietro.
-A cosa stai pensando?- sussurra, cominciando a lasciare umidi baci sulla pelle del mio collo.

Stringimi ancora un po' (Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora