8) Pretendo la verità

6.2K 182 21
                                    

-No. Questa non è decisamente una buona idea.- dice Sarah, non appena finisco di raccontarle cosa sia successo.
-Devo capire cosa c'entri mio fratello con quel tipo losco.-
-Ci metteremo nei guai, già lo so.-
-Da quel che ho capito, ci sarà molta gente e inoltre ci saranno pure James e Aidan.-
-Ora sì che sono più tranquilla.- ribatte sarcastica.
Sospiro. -Non sei obbligata a venire, ti ho informata solo perché siamo amiche.-
-Non ti lascerei mai sola, Ollie, soprattutto in missioni suicide come queste. Non ho ancora scritto il testamento e devo avvisare la gente che non voglio assolutamente rose rosse sulla mia tomba.-

Rido. -Esagerata. Nessuno finirà sotto terra, questa sera.-
-No, infatti. Probabilmente non li troveranno nemmeno più i corpi da seppellire. Ci faranno semplicemente sparire e nessuno avrà più notizie di noi.-
Sorrido, ma pure io sono agitata. Non so minimamente cosa troveremo una volta arrivate lì, ma devo capire se James si trovi in pericolo o meno. Odio non sapere cosa stiano combinando quei due lì.
-Andrà tutto bene.-

-E dimmi...come intendi arrivarci in questo posto? Dalla cartina sembra sia in mezzo al nulla.-
-Raggiungiamo col taxi la zona più vicina e poi andremo a piedi.-
-Ti rendi conto di quello che stiamo per fare, vero?-
-Devo sapere, Sarah.- le dico, guardandola negli occhi.
Sospira, ma poi annuisce.
-Mi raccomando, niente rose rosse sulla mia bara!- urla prima di rinchiudersi in bagno.

***

-Siete sicure di essere nel posto giusto, signorine?- chiede il taxista, guardandoci con occhi preoccupati.
-Sì, mia nonna abita leggermente fuori mano.- ridacchio nervosamente.
-Va bene.-
Paghiamo la corsa e ci incamminiamo sulla strada sterrata che indica il GPS.
-Dovrebbe essere qui vicino.- sussurro.
-Ollie, non c'è niente qui.-

Non mi arrendo e continuo a camminare, fino a quando vedo delle macchine parcheggiate in un piazzale.
-Credo sia lì.-
Più ci avviciniamo e più la musica si fa forte. Mi stringo nel mio cappotto e mi guardo intorno. Davanti a noi sorge una specie di arena in legno e già da qui si capisce che ci sia veramente molta gente.
-Ma dove diavolo siamo finite?-

Ovunque guardiamo, ci sono ragazzi sulla trentina con birre in mano e canne in bocca. Sono sistemati in gruppi e si passano un foglio dove scrivono qualcosa.
Senza farci vedere, raggiungiamo l'entrata dell'arena e ci ritroviamo in un piazzale sterrato, dove, in un punto, due macchine da corsa stanno già riscaldando i motori.
-Merda.- sussurra Sarah. Facendo due più due e ricollega i pezzi, proprio come la sottoscritta.

Continuo a sbattere gli occhi scioccata, cercando di collegare il motivo per cui un tipo come James si trovi in un posto del genere.  I rombi delle macchine sono talmente forti da traforare le orecchie e in un attimo mi ritrovo a seguire Sarah verso un angolino appartato.
-Buonasera, signori e signore!- ci giriamo immediatamente verso uno speaker che, dal microfono, inizia a salutare i presenti. -Benvenuti o bentornati alle gare di macchine più fighe di tutta Santa Clara!-
Il pubblico si alza in un boato generale e il ragazzo riprende a parlare solo quando ritorna il silenzio.

-Oggi si esibiranno per noi due dei ragazzi più forti che si trovano, al momento, in cima alle classifiche!- prende un momento di pausa, come per accrescere la suspence tra il pubblico. -Aidan Adams e James Clark!-

Tutti i presenti scoppiano in un applauso mischiato a grida eccitate e divertite.
A me, invece, mi si blocca il cuore.

"Cosa cazzo stai combinando, James?"

-Il primo ad esibirsi sarà proprio Clark, che già è pronto alla partenza.-

Butto gli occhi verso una delle due macchine, dove individuo mio fratello intento a mettersi il casco. Le mie gambe non rispondono più al mio cervello ed io mi ritrovo a corrergli in contro.

Stringimi ancora un po' (Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora