27) Ci sono io qui con te

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-E quindi mi sono arrabbiata. Cosa ne pensi tu? Ho fatto bene?-
-Boh...- sussurro soprappensiero.
-Ma mi stai ascoltato?- Sarah mi guarda male e si porta una mano sul fianco, arrestando il passo.
-Eh? Certo, ovviamente sì.- mento  spudoratamente. La realtà è che non ho la più pallida idea di che cosa stia parlando.
Mi lancia un'occhiata secca, una di quelle che sembra urlare: "Ma pensi di riuscire a prendermi per il culo così facilmente?!"

Sospiro e abbasso il capo. -Scusami, ieri è stata una giornata sfiancante e, questa notte, non ho dormito molto.- cedo.
-Cosa è successo? Vuoi parlarne?- domanda comprensiva.
-Non credo che lui apprezzerebbe, se io ne parlassi con qualcuno.-
-E dai, non fare così la difficile. Alla fine siamo come migliori amiche, noi due.-
Una pietra, grande quanto una casa, sembra piombarmi sul petto. Il sorriso dolce di Kim mi si stampa in testa e, per poco, non mi si inumidiscono gli occhi. Il rapporto tra di noi si è talmente raffreddato che, ormai, ci limitiamo a scambiarci qualche messaggio di circostanza.
Ci eravamo promesse di laurearci insieme ed invece, ora, le nostre vite sembrano aver intrapreso strade completamente diverse e opposte.
Mi manca, mi manca davvero molto.
Sarah è un'amica fantastica e il bene che le voglio è immenso, ma il legame che avevamo io e Kim era davvero unico.

-Ollie?-
-Sì, scusa. Facciamo due passi?- propongo.
-Certo, la prossima lezione è alle undici.-
Usciamo dall'edificio e raggiungiamo il marciapiede che porta verso il centro di Santa Clara.
-Ieri sono stata da Aidan.- inizio a dire. -Non posso raccontarti tutto quello che è successo, ma lui si è aperto con me e mi ha confidato delle cose talmente strazianti dall'avermi fatta piangere. Ha avuto una specie di attacco di panico e ti giuro che non era più lui, è come se, per un po', fosse tornato indietro nel tempo. A quando era un bambino.-
-Cosa intendi?- Sarah mi guarda confusa ed io non posso fare a meno che curvare le spalle. Lo so che lei non sappia niente di lui e di certo non posso essere io ad informarla su dei fatti così privati.
-Ti prego, non insistere. Non posso parlarti di quello che mi ha raccontato, lo sai.-

-È così brutto?- domanda cauta.
Annuisco e cerco di trattenere le lacrime al ricordo di quello che mi ha detto ieri. Della sua voce gelida e distaccata e dei suoi occhi talmente vuoti da sembrare di vetro.
-Sono stata con lui fino alla mezzanotte. Lo ho guardato dormire e lo ho accarezzato fino a quando il suo respiro non è tornato regolare. Poi sono tornata a casa.-
-Potevi restare a dormire lì o andare da tuo fratello. Non è molto prudente girare da sola e di notte in un campus studentesco.- mi rimprovera con affetto.
-Lo so, lo so, ma, se non lo avessi fatto, non avrei nemmeno visto quello che è successo ieri, appena dietro al nostro dormitorio.- mi si formano i brividi solo al pensiero.
-Perché? Cosa hai visto?-
Mi guardo attorno, circospetta, e abbasso la voce. -Ethan.- sussurro.
-Cosa ha fatto?-
-È lui. È lui ad aver insistito per convincere i ragazzi a spacciare per conto di Alex.-
Sarah spalanca gli occhi. -Oh mio Dio, non sembra minimamente in grado di fare una cosa del genere.- mormora.
-E ti dico di più: lo fa anche! Ieri era lì per questo...per vendere droga ad un ragazzo.-
Sarah si porta le mani davanti alla bocca. -Cazzo.-

-Sì. Avrei potuto aspettarmelo da qualcun altro, ma non da lui.- ribatto ancora scioccata.
Sembra un ragazzo così calmo e responsabile. 
-Dobbiamo dirlo agli altri!- urla all'improvviso lei.
-Shhhhh! Cosa? Sei pazza?!- sbarro gli occhi.
-Dobbiamo farlo. Sta mettendo a rischio tutto il gruppo, per questa cazzata. Chi entra nel giro della droga non ne esce più. Non possiamo permettere che questa cosa ricada anche su di Samuel o sugli altri ragazzi.-
-Ma...-
-Sta mettendo in pericolo anche James e Aidan, in questo modo.- ribatte la stronza, sapendo di andare a toccare i miei punti deboli. -Cosa credi? Che non avrebbero accettato se la cosa non fosse stata pericolosa? Sono certa che non vedano l'ora di sbarazzarsi di questo debito e sicuramente avrebbero accettato anche di spacciare, se questo non avrebbe comportato altri rischi.- continua imperterrita.
-Ma cosa credi? È ovvio che spacciare comporti dei rischi!- la guardo confusa.
-Non capisci, Ollie. Non sto parlando solo dei pericoli che riguardano lo spaccio di per sé, ma dell'accordo che ha fatto con Alex. Chi dice che lo lascerà effettivamente libero, una volta finito di restituire i soldi? È gente marcia, quella.-

Stringimi ancora un po' (Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora