Filadelfia; 2011/10/12

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Filadelfia; 2011/10/12

Un'altra casa editrice mi contattò in quei giorni, andare a Filadelfia penso sia stata una fatica assurda. Dovetti convincere Louis a venire con me e lui, dopo tante fatiche, si convinse a raggiungermi solo dopo il lavoro.
Avremmo passato il weekend lì, solo io e lui. Avremmo fatto sicuramente l'amore e già immaginavo il suo sapore sulle labbra.
Non ci appartenevamo da tempo, e l'idea di poter sfiorare ancora il suo corpo mi faceva rabbrividire.
Quando arrivai nell'ufficio indicatomi, rimasi di stucco. Era diverso dagli altri. Ad accogliermi ci fu una segretaria, e per raggiungere il capo dovetti camminare per un corridoio lunghissimo che alternava porte e finestre in vetro.
Era tutto così stupendo che non credetti quasi ai miei occhi.
Quando arrivai l'uomo si alzò. I capelli tirati indietro, la barba nera ma con alcune chiazze bianche e gli occhi socchiusi a causa del sorriso che aveva sulle labbra.

-Signor Styles, è un piacere conoscerla- mi sorrise ancora e io ricambiai con entusiasmo. Adorai la stretta della sua mano: era solida, formale, e gli dava quel senso di autorità che solo un uomo di un certo spessore poteva avere.
-Signor St.Francis, è un piacere anche per me- mi chiese di sedermi e lo feci, e mentre elogiava il mio piccolo romanzo, notai che c'era una sorta di rammarico nelle sue parole. Come se quello che scrissi, in realtà, non era quello che realmente cercava.
-Adoro la storia di Jeff e Nilo, credimi, ma il finale è...-
-Incompleto-
-Esatto- disse.
-Lo so, era quello che volevo-
-Ma non segue le aspettative dei lettori- mi disse, e io socchiusi gli occhi, confuso.
-Segue le mie di aspettative- dissi.
-Signor Styles- cominciò -Un libro è di tutti. Non deve pensare egoisticamente, ma deve pensare per l'interesse di ognuno. Mi creda, la storia è bella, scorrevole e passionale. L'amore impossibile l'ha spiegato con parole attente e sentimenti particolari; ma c'è bisogno di un finale. C'è bisogno di un punto, perché è il finale a rendere la storia completa- disse.
-Non voglio dargli un finale triste- ammisi.
-Allora gli dia un lieto fine- ma scossi la testa.
-Non sarebbe inerente alla realtà- lui mi guardò e, dopo aver sospirato, mi sorrise.
-Ho adorato questa storia, ma ho bisogno di un finale, e credo lei possa darmelo- mi guardò negli occhi e io feci lo stesso, reggendo il suo sguardo attento.
-Io non...-
-Ha massimo due anni di tempo- mi passò la copia del mio libro e io scrollai le spalle.
-Va bene- dissi solamente.
-Ottimo. È stato un piacere- si alzò con eleganza e mi strinse la mano.
Uscii con la testa bassa e il sangue nelle orecchie. Non sapevo se ci sarei riuscito, ma sicuramente ci avrei provato.

Mentre andavo nell'hotel che avevo prenotato chiamai Louis.
-Pronto?- rispose dopo due squilli.
-Lou-
-Ehi- ero convinto sorridesse in quel momento. L'avevo capito dal modo in cui la sua voce si ammorbidì -Va tutto bene?- mi chiese.
-Sì, tutto bene. Tra quanto arrivi?-
-Penso qualche ora. Sono in viaggio già da un po'- arrivai all'hotel e sospirai.
-Mi manchi- ammisi -Non ci vediamo da giorni-
-Arriverò presto piccolo. E staremo insieme- sospirai ed entrai in camera.
-Sono nella 119- dissi -Appena arrivi chiamami. A presto-
-A presto- chiuse la chiamata e io rimasi qualche secondo fermò davanti la porta. La chiave che tintinnava e i riscaldamenti che mi stavano facendo rilassare.

Posai la borsa che avevo portato con qualche mio vestito all'interno e mi tolsi le scarpe. Poggiai i piedi sulla morbida moquette rossa e andai in camera da letto, sedendomi sul matrimoniale e arricciando le dita dei piedi, per poi stiracchiarmi.
C'erano alcuni libri nella scrivania, e le lenzuola rosse mi facevano venire una grandissima voglia di vino e sesso.
Alzai il telefono dell'hotel e ordinai un Nero D'Avola, perché sapevo quanto piacesse a Louis.
Bussarono e andai ad aprire, era il cameriere con il vino. Lo ringraziai e lui mi sorrise, chiedendomi se volessi altro.
Vorrei che il tempo si congelasse.
Pensai mentre vidi Louis alle spalle del ragazzo che avevo di fronte. Aveva un sorriso dipinto sul volto e io sorrisi al cameriere dicendogli che avevo tutto ciò che mi serviva e ringraziandolo.
Quando andò via sorrise anche a Louis, e lui ricambiò. Era sempre stato educato, e adoravo il fatto che lo fosse con tutti.

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