Londra;2012/03/29

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Londra; 2012/03/29

Non riuscii mai a lasciarlo andare del tutto.
Ogni giorno, mentre stavo a casa e sentivo le sentenza e le notizie su Louis, iniziava a crescere un nuovo tarlo dentro di me. Uno abbastanza grosso, ma che si insinuava in tutti i meandri della mia mente e viaggiava tra le mie vene, generando dolore ad ogni respiro.
Passavo giornate intere a crogiolarmi in pensieri assurdi, che ad oggi posso dire che mi hanno reso debole.
Ma il fatto che provassi dolore, a un certo punto, mi confortò. Non ero arrabbiato perché stavo male, ma ero quasi felice che potessi provare ancora qualcosa a causa sua.
Almeno mi sentivo ancora umano.

Non andai più da Louis. Non lo chiamai, ricevetti soltanto alcune brevi lettere di saluti da parte sua e qualche poesia che aveva sentito da altri detenuti.
Mi disse che stava meglio; che stava tentando di lasciarmi andare per davvero.
Ma io mi chiedevo se ci stesse riuscendo; perché io stavo fallendo miseramente.
Non facevo altro che scrivere e stare chiuso in casa da settimane.
Scrivevo su di lui, sulla nostra storia, ma ogni parola era povera, falsa. Camuffavo una storia che meritava di essere conosciuta per com'era realmente: piena di insidie e dolore. Una storia che non meritava di stare chiusa, imprigionata in due vite così piccole e che mai avrebbero potuto tentare di liberarsi da ciò che avevano dentro.

Ero diventato succube di un amore che credevo mi stesse rendendo libero.

Quel giorno mi arrivò un'altra lettera da parte sua. Ricordo ancora che, quando la aprii, capii dalla sua semplice scrittura che qualcosa fosse cambiato.
La lèssi e quasi piansi.

Caro amore,
Non preoccuparti per me, io sto bene.
Ti sto portando un mazzo di girasoli e un bacio, ma tu non dirmi addio, perché non sono in grado di lasciarti andare.
Aspettami al motel prima dell'autostrada; stanza 28 a nome Gwent.
Tutto l'amore che ho.
Sinceramente tuo, Louis
Ps. Brucia la lettera

Mi tremavano le mani. Louis...lui ce l'aveva fatta, e adesso mi aspettava. Mi aspettava e rischiava di essere scoperto se non facevo in fretta.
Feci come mi chiese e bruciai la lettera, tanto ogni dettaglio era ormai inciso nella mia mente.
Uscii di corsa e feci attenzione se qualcuno mi stesse seguendo prima di raggiungere il motel.
Forse non si erano ancora accorti della sua assenza. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, non era riuscito a scappare.
Arrivai al motel e dissi il nome indicatomi e il numero della camera.
L'uomo mi sorrise e mi diede le chiavi, dicendomi che qualcuno mi aspettava già.
Ero appena arrivato e io già pensavo che l'avrei dovuto lasciare andare.
Corsi per le scale e appena raggiunsi la porta sentii che mi stavo per sciogliere.
Era come se il mio corpo non mi appartenesse più e tutto fosse scappato via con la mia anima.
Mi sentivo poltiglia e quando lo vidi capii che non cercavo altro.
Quando aprii la porta e lui era lì, in piedi, che mi guardava, capii che quel momento era nostro. Solamente nostro.

Non parlai, non riuscii nemmeno a salutarlo, ma mi catapultai tra le sue braccia e gli baciai la bocca con fervore.
Il mio bellissimo ragazzo era tra le mie braccia, e mi stringeva e accarezzava mentre sentivo la lontananza tra i nostri corpi sparire un secondo dopo l'altro.
Mi toccò il viso, poi le spalle e la schiena. Tastò il mio corpo e si assicurò che fossi reale, che non fosse un sogno.
-Harry- disse sulle mie labbra mentre mi toccava il petto.
-Amore mio- risposi, stringendogli i fianchi tra le braccia e avvicinandolo per quanto mi era permesso.
Gli baciai il mento e poi mi concentrai sul collo, lo leccai con la punta della lingua e lui sospirò, tenendomi stretti i capelli.

-Harry, abbiamo poco tempo e io volevo...-
-Louis, Dio- gli presi le guance tra le mani -Che cazzo ci fai qui, e se se ne rendessero conto e...-
-Shhh- mi mise l'indice sulle labbra e mi sorrise mentre i suoi occhi  erano umidi di tristezza -Non è il tuo momento di parlare. Adesso tocca a me essere sincero- tolse il dito dalle mie labbra e io gli presi la mano e ne baciai il palmo -Harry, mi dispiace così tanto di essere questa...cosa. Il mio passato, quello che sono stato, mi hanno rotto dentro e adesso non so neanche più da dove ricominciare per tornare ad essere qualcuno- tirò su col naso e iniziò a tremare mentre mi lasciava spogliare la sua anima, entrando nei meandri più oscuri della sua mente -Sono nato e cresciuto nella violenza. Ho creduto nell'amore anche quando non dovevo farlo e adesso sono qualcosa che non può nemmeno essere definito come un essere umano. Ma se mi chiedessero di rifarlo, lo rifarei. Per te, Harry. Per te rivivrei questa vita milioni di volte. Perché è con te che ho capito che vale la pena vivere tutto questo dolore se alla fine posso incontrarti. Ne vale la pena soffrire se, come ricompensa, ci sei tu.-

Mi baciò il mento e io gli misi le mani sulla base della schiena, intrecciando le mie stesse dita tra di loro -E se davvero esistessero milioni di universi paralleli, io spero ce ne sia uno in cui ci incontriamo nello stesso modo ridicolo: io che tento di smettere di sognare mentre tu bevi perché non hai intenzione di fermarti dal volare il più in alto possibile- mise le mani sui miei gomiti -Spero che in quest'altro universo io e te ci amiamo come adesso. Spero che il mio passato lì sia diverso e che amarmi non faccia così tanto male. Perché l'amore non deve far male, Harry. Deve curare- poggiò il mento sulla mia clavicola e lo sentii piccolo tra le mie braccia, debole. Se avessi stretto di più quell'abbraccio sapevo si sarebbe frantumato.

-E io non ho fatto altro che distruggerti- scossi la testa e lo baciai con amore.
-Amarti è stata la gioia più grande che abbia mai vissuto, Louis, e non ti vorrei diverso. Non ti scambierei per nulla al mondo- accarezzai la sua schiena e salii con la mano finché gli toccai il viso -Sei tu il mio ragazzo perfetto, ricordi?- mi sorrise. Un sorriso che non aveva mai fatto ma che adesso tenevo stretto tra le costole. Era il sorriso di chi stava per ricominciare a vivere. Era il sorriso del ragazzo che avevo perso e adesso stava riemergendo.
Il sorriso del mio Louis.
Il sorriso del mio sole.

-Ci rincontreremo amore- mi disse -Io e te avremo la nostra eclissi e...-
-Ma io sono il tuo girasole- sussurrai.
-No, tu sei la mia luna, e io vivo per amarti-
-Tu vivi per farmi splendere- aggiunsi.
-I girasoli sono figli del nostro amore, e un giorno non nasceranno più dalle mie lacrime. Un giorno nasceranno dai nostri sorrisi, dalle nostre incomprensioni e dal nostro amore.
Un giorno nasceranno pieni di amore, Harry- lo baciai di nuovo e lui iniziò a spogliarmi in fretta.
-Finiremo noi questo ciclo- dissi -Perché tu sei migliore. Lo sei sempre stato- poi mi confusi tra i baci bagnati sul mio collo e le sue mani sul mio petto.
Mi persi tra il piacere e la gioia; la paura e il coraggio. Mi persi tra gli opposti, che alla fine mi riportavano sempre da lui.

Eravamo totalmente nudi e lui si voltò così che potessi prenderlo.
-No- dissi -Voglio che sia tu a farlo. L'ultima volta...-
-Non voglio farti male- mi disse.
-Non me ne farai- lo feci girare di nuovo verso di me e gli accarezzai il pene già eretto -Mi fido di te, Louis. Mi fido e voglio che tu lo sappia- accompagnai la sua erezione tra le mie gambe e lui sospirò sul mio collo mentre lo accoglievo in me.
Era totalmente bagnato di liquido preseminale e lo ero anche io. Non facevamo l'amore da mesi ed ero così pieno di piacere che sgorgava senza sosta.
Quando fu totalmente dentro di me, a differenza dell'altra volta, aspettò che fossi io a muovermi.
Quando iniziai a oscillare il bacino, lui mi accompagnò in ogni movimento. Lo guardai negli occhi tutto il tempo e lui mantenne lo sguardo, anche se qualche volta esitavamo a causa del piacere che ci faceva ansimare troppo forte e dovevamo stringere le palpebre per l'eccitazione.

Mi mise le mani intorno al collo mentre aumentava la velocità e, dopo minuti che ci trattenevamo per fare durare quel momento un po' di più, venni sul suo petto e sul mio, urlando il suo nome e iniziando a tremare. Lui venne qualche istante dopo e, quando mi asciugò le guance, capii che stavo piangendo.
-Va tutto bene amore?- mi chiese -Ti ho fatto male?-
-No- dissi subito -No, è che non so come fare senza di te- singhiozzai -Dove andrai? Per quanto tempo dovremmo stare lontani?- poggiò le labbra sul mio petto e io poggiai il mento sulla sua testa.
-Non lo so- ammise -Ma l'unica cosa che so è che verrò a riprenderti, Harry. Scapperemo insieme, vivremo liberi in qualche altra parte del mondo e staremo bene. Avremo una vita nuova-
-Significa che devo abbandonare la vita da cittadino?- chiesi.
-Solo se lo vorrai. Se non lo vorrai, allora ti lascerò andare-
-Io vorrò sempre stare con te- mi baciò il collo.
-Ci vediamo presto, piccolo- disse, poi si allontanò.

Si vestì in fretta e io lo guardai mentre raccoglieva le sue cose per andare via dalla mia vita, di nuovo.
Come d'abitudine, quando arrivò davanti alla porta, mi voltai dall'altra parte per non guardarlo.
La porta si aprì ma non si chiuse. Prima di voltarmi sentii le sue braccia attorno al mio busto.
-Non è un addio- mi disse -È solo un momento per ritrovare noi stessi. Tornerò- mi baciò un punto tra le spalle. Poi il suo tocco svanì e Louis uscì dalla porta. Dalla mia vita.
La notizia girò velocemente, ma prima che la polizia potesse trovarlo, Louis era già abbastanza lontano.

Mi inviò altre lettere. Lo fece per mesi interi. Io provai a cominciare una nuova vita, ma non andò mai a buon termine.
Perché io ero suo, e non importava quanto tempo passasse, o cosa lui facesse, perché sentivo la mia anima legata alla sua e ogni cosa, un qualsiasi particolare, mi ricordava lui.
Mi chiesero se aveva senso sprecare la mia vita per un assassino.
Risposi che dietro ogni cattivo c'è un uomo con il cuore spezzato.
C'era chi capiva. C'era chi giudicava.
Ma non mi importava degli altri, perché io lo amavo.
Lui era l'amore della mia vita, e io avrei aspettato l'eternità per riaverlo.

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