Doncaster; 2006/01/08
Louis stava trovando una figura paterna in Richard. Da quando scoprirono che Johanna era ammalata (ovvero meno di un mese prima), Richard era sempre più presente nella sua vita.
Non aveva mai avuto nessun legame di quel genere, eppure quell'uomo di trent'anni gli sembrò un papà migliore del proprio.
Louis voleva bene a Richard, e lui provava lo stesso.
Gli aveva detto che un giorno lo avrebbe portato in un posto migliore, dove non doveva vedere mamma soffrire per una malattia e immaginare suo padre ad ubriacarsi in qualche vicolo mentre pensava al figlio ingrato che aveva.
L'avrebbe portato sulla luna, in mezzo all'oceano o tra i boschi; ovunque, soltanto per vederlo felice.
E Louis sorrideva sempre, e la notte sognava ogni scenario.Si immaginava mentre cavalcava un orso; mentre combatteva contro uno squalo o mentre incontrava qualche forma aliena e ci faceva amicizia proprio come aveva visto in uno dei suoi film preferiti.
Avere 15 anni aveva la sua bellezza, perché non era né adulto né bambino, e allora gli era ancora permesso sognare.
-Tra poco sarai un ometto grande- disse Richard, e Louis scrollò le spalle.
-Non voglio pensarci- disse.
Louis soffriva della sindrome di Peter Pan infatti, gli era stato diagnosticato qualche anno prima. Niente di cui preoccuparsi, anche se in certi soggetti ha portato depressione. Ma era ancora un bambino, disse la psicologa, era normale che volesse restare tale.-Sai Louis, è bello diventare adulti- gli disse Richard mentre erano soli a casa, perché Johanna era ancora ricoverata in ospedale.
-Come puoi dirlo? È orribile-
-Invece no. Da adulti hai il controllo sulla tua vita, non dipendi da nessuno. Sei tu a cercare la tua felicità-
-Beh, è difficile trovare la felicità se non hai nessuno che ti desidera- Richard gli sorrise e gli accarezzò i capelli lunghi.
-Desiderare di essere desiderato è uno dei sentimenti più tristi di sempre- disse l'uomo è Louis scosse la testa.
-Quando non hai mai avuto nessuno che ti ama davvero, il desiderio di essere voluto è incolmabile-
-Ma adesso ci sono io, Louis. Io ti amo davvero tanto. Sei quasi come un figlio per me- gli mise una mano sulla guancia e Louis lo guardò dal basso.
-Mi manca la mamma- sospirò.
-Tornerà presto. Te lo prometto- ma quand''era presto? Pensò Louis. Quando sarebbe tornata ad abbracciarlo? Quanto tempo le sarebbe rimasto? E se fosse più vicina la sua morte che il tempo per tornare a casa?
Era pieno di domande, ma venne riportato alla realtà da una domanda diversa.
-Vorresti venire a vivere da me?-
-Come?- Louis guardò Richard con gli occhi sgranati.
-Tua mamma è in ospedale, non mi sembra il caso che tu rimanga solo. Vieni a vivere da me- Louis scosse la testa.
-Non voglio disturbarti- ma sentì una mano sul suo ginocchio e Richard era inginocchiato davanti a lui.
-Te lo sto chiedendo io, Lou. Vieni a vivere da me, lo dirò io a tua mamma- si avvicinò al viso di Louis e quest'ultimo rimase immobile.
-Cosa le dirai?-
-Che vuoi allontanarti un po' dalla tristezza, e con me starai bene. Sarà tranquilla- e dopo attimo di esitazione, annuì.
-Però dille che le voglio bene- disse il ragazzo.
-Certo- disse subito Richard, baciandogli un punto vicino al mento -E gli dirò anche che gli manchi- Louis annuì e, contro ogni aspettativa, Richard lo baciò sulla bocca. Gli mise le mani sul petto e lo allontanò con disgusto.-Richard...- ma l'uomo gli poggiò una mano sui pantaloni, toccando Louis in un modo che nemmeno lui stesso aveva ancora provato.
-Va tutto bene. Ti amo, ricordi?- e Louis lo guardò ancora. Gli occhi castani dell'uomo fissavano i suoi, e mentre trovava attraente ogni tratto, sapeva che c'era qualcosa che non andava in quell'amore.
Come poteva un uomo di trent'anni amarne uno di quindici?
A Louis piaceva Richard, ma non cercava un fidanzato in lui. Louis voleva solamente un papà.
Ma che avrebbe dovuto dirgli? Che non lo vedeva in quel modo?
Allora Richard sarebbe andato via e lo avrebbe lasciato solo. Non lo avrebbe portato da nessuna parte, e lui voleva andare ovunque tranne lì dov'era.Osservò Richard un'altra volta, poi si sporse e lo baciò.
L'uomo gli slacciò i pantaloni. Da quel momento Louis diventò adulto, e Richard lo avrebbe portato fuori da quella casa.
STAI LEGGENDO
Headspace
Fanfiction"Se continuo a sprecare tempo cercando di cambiarmi, cosa mi assicurerà che, quando succederà, non sarà già troppo tardi? Non posso combattere per sempre con qualcosa che è più forte di me. Non posso vincere contro il mio passato e non posso immagi...