Roma; 2012/12/25

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Roma; 2012/12/25

Il Natale in Italia era completamente diverso da quello londinese. Il clima, le persone, la felicità che c'era in questo luogo era più pura. Pensai che, se Natale non fosse una festa mondiale, qui in Italia l'avrebbero di certo inventata.
Mi svegliai quando il sole era già alto e sorrisi sentendo il peso di Louis sul mio petto. Era come se non avessi passato un solo attimo senza lui, e mi sporsi a baciargli la testa.
Strofinò la guancia sul mio addome e sentii le sue ciglia battere delicatamente sulla mia pelle. Mi guardò con quegli occhi camuffati di sonno e dolcezza e mi sciolsi davanti a tanta bellezza.
-Ciao amore- dissi, e lui si arrampicò su di me, arrivando alle mie labbra e baciandole teneramente.
-Mi sei mancato- e poi mi abbracciò. La sua dolcezza era sempre una carezza al cuore. Non avrei mai saputo vivere senza quella. Aveva curato ferite così profonde che, adesso, lo ringrazio ancora per avermi reso migliore.

Rimanemmo abbracciati per un po', finché le nostre voglie non si risvegliarono e iniziammo a strusciarci l'uno sull'altro. Gli misi una mano dietro al collo e, con le labbra vicino al suo orecchio, gli dissi qualcosa di sconcio, che lo fece eccitare tantissimo.
-Harry...- mi rimproverò quasi, e io mi misi a ridere.
-È vero. Ti voglio- gli morsi il mento e lui si sedette sul mio bacino, continuando a muoversi imperterrito. Gli misi una mano sullo stomaco e i suoi muscoli s'incontrassero di riflesso. Era più scolpito di prima, e ammirai i suoi addominali duri e le sue gambe definite. Aveva totalmente cambiato vita, e il suo corpo si stava modellando alla sua scelta.
-Fai palestra?- gli chiesi mentre torturava il mio pene prima di calarcisi su.
-No, ma mi piacerebbe- e poi cominciò. Si mosse senza sosta e con intensità. Le nostre bocche erano spalancate ed emettevano gemiti silenziosi. Mi aggrappai alle sua gambe e mi alzai per poterlo baciare, ma fu difficile mettergli le mani attorno al viso, perché ero sempre colto da fitte di piacere che mi facevano tremare senza sosta.
Quando riuscii a baciarlo, lui non ricambiò perché venne sul mio corpo. Lo seguii dopo un attimo a causa delle sue pareti che si stringevano intorno a me con un'intensità tale da farmi quasi male.

-Louu- gemetti alla fine e fu allora che riuscimmo a baciarci.
-È tutto okay- mi disse -Ti amo- mi leccò il collo e ricominciò a muoversi sul mio sesso sensibile.
-No- sussurrai -Fa male così- e si fermò. Sapevo l'avrebbe fatto. Era sempre attento a queste cose. Uscii da lui e si lasciò cadere sul mio corpo, abbracciandomi stretto quando i nostri petti furono l'uno contro l'altro.
Strusciò la guancia contro la mia e io annusai il suo profumo.
-Come va il libro?- mi chiese, ma la domanda mi fece sussultare. Non pensai nemmeno per un attimo al mio romanzo e lui, invece, ricordava sempre tutto ciò che per me era importante.
-Va bene. Devo solamente modificare qualche cosa e poi potrò pubblicarlo- poggiò il mento sul mio sterno e mi guardò con uno sguardo diverso, che non riuscii a decifrare.

-Che c'è?- chiesi.
-Non rimarrai qui con me per sempre, vero?- di certo non mi aspettavo quella domanda. Ero appena arrivato, non pensavo nemmeno a quando sarei dovuto andare via di nuovo, ma era sicuro che, finché non avrei pubblicato qualcosa, non sarei potuto rimanere.
-Non lo so- dissi -Però stare qui, nascosto dal mondo, non è uno dei miei piani. Capisci?- mi accarezzò le costole e annuì con un cenno del capo -Ma sono tornato perché desidero stare con te, Louis. Lo vorrei davvero, ma ho bisogno di un altro po' di tempo per terminare ciò che ho iniziato-
-Capisco benissimo, H. So che non è normale vivere così. Tu non dovresti farlo per colpa mia-
-No- dissi subito -Non fartene una colpa piccolo. È una mia scelta. Sto scegliendo te-

Più tardi mi sarei posto una domanda, una di quelle che ti tormenta e ti fa sentire uno stupido: come si può scegliere di lasciare andare la propria libertà per qualcuno? Come si può scegliere di vivere una vita isolato dal mondo quando potresti avere tutto ciò che si desidera?

-Ti amo- mi disse.
-Anche io, lo giuro- e mentre passavo una mano sulla sua schiena, rabbrividii quando vidi qualcosa di diverso. Un segno sul fianco. Un succhiotto sbiadito. Sicuramente non mio.
Il mio cuore accelerò e Louis se ne rese conto.
-Che succede?- allora toccai quel punto. I suoi occhi si spalancarono. Lo feci alzare da me e lui si mise sul bordo del letto, il corpo interamente rivolto verso di me, mentre io cercavo di recuperare il respiro.
-Mi avevi detto...-
-Mi dispiace, giuro che volevo dirtelo, ma non sapevo come-
-Te l'ho fottutamente chiesto, Louis!- gli urlai. Si alzò e io feci lo stesso. Eravamo nudi e vulnerabili. Eravamo senza niente.
-Non volevo ferirti- sussurrò, ma io mi avvicinai ancora di più. Non ero più me stesso in quel momento. Ero preso dalla rabbia, dalla tristezza e dall'umiliazione. Lo sapevo che qualcosa era successo e lui, senza pensarci due volte, me l'aveva nascosto anche quando l'avevo supplicato di essere sincero.

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