3 anni dopo.

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Mi precipito di fronte a Mark, dividendolo dal massiccio ragazzo con cui sta litigando.
Che palle, sti maschi.
Devono finire sempre a botte.
Il 'massiccio' mi guarda stranito.
Quasi tutta la scuola è riunita intorno a noi.
Io vorrei semplicemente capire perchè quando qualcuno litiga e fa a botte nessuno ferma nessuno.
A loro piace stare a guardare, come se fosse uno spettacolo.
Uno schifo.
"Ally spostati." sento il sussurro di Mark nel mio orecchio.
Mi giro verso di lui, incrociando i suoi occhi verdi pieni di preoccupazione.
"No, non mi sposto. Non voglio che quel cretino ti tocchi." gli urlo contro.
In un secondo lo vedo sgranare gli occhi.
Poi sento due mani prendermi per le spalle e strattonarmi di lato.
Cado a terra ed immediatamente un dolore lancinante alla spalla mi colpisce.
Mi giro di schiena cercando di ignorarlo e mi concentro su cosa sta accadendo.
Delle urla si sono alzate e vedo Mark assestare un gancio destro all'altro ragazzo.
Purtroppo non lo chiamano massiccio per nulla.
Non si sbilancia di un millimetro.
Mi alzo di fretta e mi paro di nuovo di fronte a Mark.
Fanculo.
"Ally, ti ho detto..."
Non riesco a sentire il finale delle frase perchè un pugno mi arriva dritto sulla guancia e mi scaraventa di nuovo a terra.
L'altra spalla, cazzo!
"Stanne fuori, puttana." sento l'altro urlarmi contro.
La guancia mi pulsa ed ora penso di avere entrambe le spalle fratturate. Altro?
Cioè mi ha preso per un sacco di allenamento?
Mi alzo di nuovo da terra e mi stupisco della mia ripresa immediata.
Non gli do il tempo di fare nulla che gli sgancio un calcio in mezzo alle palle.
Ok, è poco carino da dire.
Diciamo gli sgancio un calcio in mezzo a ciò che non ha, meglio.
Stavolta si accascia a terra portando le mani lì in mezzo e gemendo dal dolore.
"Stronzo, puttana lo dici a qualcun'altro." gli dico mentre è ancora inginocchiato di fronte a me.
Mark mi affianca dandomi un colpetto sulla spalla.
Ed ecco che il dolore riappare com'era scomparso.
Caccio una smorfia e lui subito capisce.
"Andiamo in infermeria." dice ignorando tutti.
Annuisco e butto uno sguardo alla gente attorno a noi.
Mi guardano tutti stupiti e con gli occhi sgranati.
Che cazzo guardano?
Mai vista una donna fare a botte?
"Che sta succedendo qui?"
Di colpo tutta la gente si dilegua, lasciando mostrare la figura del preside infuriato.
"Tutti e tre, nel mio ufficio. ORA." ordina inviperito per poi farci strada.
Mark mi guarda spaventato.
Alzo le spalle e mi avvio.

"Che cosa stavate combinando? Sapete che nella mia scuola non voglio risse!" urla il preside puntandoci il dito contro.
Non vuole risse.
Allora mi spiega perchè ne capitano dieci al giorno?
Cioè bho, quest'uomo ha bisogno di un'oculista.
"Allyson non centra niente." si affretta a chiarire Mark.
"Centrate tutti e tre." ribatte il preside.
Sembra che gli partono fulmini dagli occhi.
"Io non mi stupisco dei ragazzi, ma di lei signorina." caccia poi in un tono più calmo.
Faccio un sospiro.
"Gli amici si difendono a costo di fare a botte." dico piatta.
"Non nella mia scuola!" tuona lui.
"Per ora sarò costretto a chiamare i vostri genitori ed avvisarli, in più domani sarete di turno a lavare la palestra. Ora andate."
Sarò costretto...ma chi cazzo ti costringe?
"Signorina lei passi per l'infermeria e poi vada a casa. La vedo piuttosto malconcia."

Apro la porta di casa aspettandomi il finimondo.
Mark voleva accompagnarmi, ma aveva un appuntamento con la madre anche lui.
"Sono a casa." urlo per poi buttare lo zaino sul gradino all'entrata.
Alla fine non mi sono fatta nulla.
Avrò due lividi ed un labbro spaccato alla fin fine.
Entro nella cucina e vedo mia madre correre ad abbracciarmi forte.
"Oddiomio, che ti hanno fatto? Sei tutta intera?" mi urla nell'orecchio per poi passare a farmi la radiografia.
Non combattevo mica contro un leone!
"No tranquilla mamma, tutto a posto." le sorrido per poi cacciare una smorfia.
Questo cazzo di labbro.
"Chi è stato a cominciare?" mi chiede tornando ai fornelli.
Mi siedo su uno sgabello della cucina intenta a riassumere la cosa nella mia mente.
Devo tralasciare elementi che possano spaventarla.
Non deve preoccuparsi così tanto per me.
"Nessuno, mamma. Cercavo di fermare due di loro che stavano per picchiarsi e mi hanno messo in mezzo."
In alcun modo non deve sapere che centra Mark.
Lo uccide se sa che non è riuscito a proteggermi.
"La prossima volta sta ben lontana da gente del genere. Non voglio che ti rompi qualcosa." dice lasciandomi il piatto davanti.
Mi sorride poi benevola.
"Meno male che non ti sei fatta nulla."
Credevo mi avesse linciata ed invece mi coccola e mi sorride.
Non è andata così male come immaginavo.

Who are you? And what did you do to me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora