La situazione peggiora di giorno in giorno.
Justin è chiuso in camera da quella sera e non ne vuole sapere di uscire.
Pattie gli porta il mangiare, ma la vedo sempre ritornare col vassoio pieno.
Sto cominciando a preoccuparmi.
Mi alzo dal divano avvicinandomi alla porta della camera.
La mia intenzione è quella di entrare, ma prima sento delle voci all'interno della stanza.
Così mi fermo ed ascolto.
"Hai intenzione di rimanere qui per sempre?" urla una voce che non riesco a riconoscere.
Sento poi un mugolio appartenente a Justin.
E' incredibile come riesca a riconoscere anche un piccolo mormorio se appartenente a lui.
"Andiamo Justin! Oggi ci sono le prove." urla ancora la voce misteriosa.
A questo punto mi chiedo chi sia.
E' una voce maschile, questo è sicuro.
Ma io non ho visto nessuno entrare nel bus.
E sono radicata sul divano anch'io da quella sera.
Dio, che situazione.
"Non m'importa delle prove. Non m'importa più di nulla." sento la sua voce roca ed incrinata.
Il mio povero cuore fa un balzo mentre comincio a vedere appannato.
Cazzo, sta solo parlando Allyson!
Non puoi piangere solo per aver sentito la sua voce.
"Non dirmi che fai sul serio. Senti, io vado in sala prove. Se non sei lì in venti minuti vengo qui e ti trascino per i piedi." urla di nuovo la voce.
Sento poi dei passi e la chiave della stanza girare.
Il panico si impossessa di me e corro sul divano appena in tempo.
Vedo Alfredo uscire dalla stanza a capo chino.
Quando si accorge della mia presenza si spaventa.
"Non sapevo fossi qui." dice ancora scosso.
Gli faccio un piccolo sorriso senza spiccicare parola.
Lui si siede accanto a me sorridendomi.
"E' merito tuo?" mi chiede indicando la porta della camera in cui è rinchiuso Justin.
Faccio un sospiro ed annuisco.
"L'ho lasciato." mormoro sentendo il mio stomaco contorcersi.
Dirlo ad alta voce mi uccide.
"Però non volevi." mi guarda comprensivo.
Faccio cenno di no con la testa.
Lui per tutta risposta caccia un sorrisone.
"Sai, sono contento che sia tu a farlo soffrire così. Cioè mi sei simpatica. Io sono suo amico ma delle volte se lo merita proprio. Se fossi stato in te l'avrei schiaffeggiato." caccia tutto in un colpo.
Lo guardo sbigottita.
"Ed io che credevo di starti antipatica dopo tutto questo casino." dico sorpresa.
Mi fa l'occhiolino e si alza dal divano.
"Vado alle prove se no mi danno per disperso. Asta la vista!" dice per poi uscire.
Caccio una piccola risata a causa del suo saluto.
Poi sento un rumore, lo stesso prima che Alfredo uscisse dalla stanza.
In un attimo realizzo che Justin ha chiuso la porta della stanza a chiave.
Quindi probabilmente ha sentito tutto.
Mi alzo di colpo dal divano, di nuovo.
Mi avvicino in tutta fretta alla porta.
Non voglio che molli tutto, per me.
Lo sta facendo ed io mi sento una merda solo per il fatto che non lo vedo da giorni.
Rimango lì, immobile di fronte alla porta chiusa.
In bilico tra la scelta di bussare per farmi aprire o di andarmi a sedere di nuovo.
Tentenno un pò prima di mettere la mano sulla maniglia e stringerla forte.
Diciamo che quando Dio distribuiva il coraggio io ero in un angoletto a ripetermi che non avrei mai potuto farcela.
Sento poi la chiave girare di nuovo nella toppa.
Tolgo la mano dalla maniglia, spaventata.
Il cuore di colpo batte forte.
Una strana paura mi invade, tanto che penso di rinunciare a tutto.
Non ho il tempo di ragionare che la porta si apre.
Abbasso di colpo il capo, impedendomi di guardarlo.
"Che vuoi?" sento la sua domanda fredda.
Mi viene da piangere se penso a quando mi sussurrava cose dolci all'orecchio.
Dio, Allyson sii forte.
Alzo la testa pentendomi immediatamente di quest'atto.
Justin ha un aspetto orribile.
Ha delle occhiaie nere sotto agli occhi che mai ho visto sul suo viso.
I capelli scombinati che non tenta nemmeno di aggiustare un pò.
Il viso è stanco, segno che non ha dormito, e buio.
Indossa solo un paio di bermuda.
"Dimmi che li hai lavati." caccio secca indicando i bermuda che indossava quella fatidica sera.
Sono ancora lì, sui suoi fianchi.
Aggrotta le sopracciglia, nervoso.
"E se anche non fosse? Non sono problemi tuoi." dice duro.
Dio mio ditemi che si è lavato in questi giorni, almeno quello!
Alzo gli occhi al cielo.
"Oh ma smettila. Non fare il barbone." dico indicandolo di nuovo.
Sembra che gli dia fastidio il fatto che lo indico.
Perchè ogni volta che lo faccio fissa il mio dito come se volesse dargli fuoco.
Ok, mi rendo conto che forse così lo sto facendo stare peggio quando il mio intento è quello di farlo stare meglio.
Ma ci sto provando.
"Mi dici cosa vuoi?" chiede spazientito.
Lo guardo fissa.
E' impossibile che sia bellissimo anche ridotto in questo stato.
Diamine, cos'è che ha combinato madre natura con lui?
"Voglio che esci da questa stanza e vai alle prove. Che ti lavi, ti cambi quei pantaloni di merda ed esci a goderti la vita. Smettila di fare il barbone, smettila di fare il depresso. Puoi vivere anche senza di me." caccio vedendolo perplesso.
"Che cosa?" chiede sorpreso.
"Esatto, su forza. Muovi quelle belle chiappe che hai e fatti una doccia." dico per poi spingerlo nella stanza e poi nel bagno.
Al contatto con la sua pelle sento una piccola scintilla.
Non la vuole proprio smettere di farmi effetto, eh?
Alzo lo sguardo scostandomi da lui e vedendo sul suo viso un espressione divertita.
"Andiamo! Non vorrai mica puzzare come cacca di capra per sempre."
A questa mia affermazione non trattiene un piccolo ridolino.
Il mio cuore perde un battito.
L'ho fatto ridere?
Oddio, l'ho fatto ridere!
Un premio a me.
"Cacca di capra eh?" dice per poi guardarmi.
Oddio, quel sorriso.
In un attimo capisco cosa intende e comincio a correre.
Lo sento rincorrermi e poi stringermi forte tra le braccia, tirandomi su dal pavimento e portandomi in camera.
Intanto sbraito e mi dimeno tra le sue braccia.
Il suo profumo mi invade le narici, segno che non puzza di cacca di capra come avevo constatato.
Mi butta poi sul letto cominciando a farmi il solletico.
Ma che razza di rapporto è il nostro?
Mio rendo conto che è strano.
Una coppia appena divisa che gioca come se niente fosse.
Il bello è che stiamo male entrambi.
Dovrebbero rinchiuderci in un manicomio.
Si ferma e mi guarda negli occhi.
"Grazie." mormora sorridendo.
Si alza e si chiude nel bagno.
Poco dopo sento lo scroscio dell'acqua.
Mi alzo dal letto e mi vado a sedere di nuovo sul divano.
Adesso mi sento ancora più uno schifo.
La mia mente comincia a ripetere ogni atto compiuto, ed ogni parola.
Come un rewind mentale di ciò che è successo.
A questo punto, voglio davvero che finisca tutto?"Gli american music awards?" lo vedo sgranare gli occhi.
Motorino annuisce sorridendo.
"Saranno domani, è già tutto pronto." afferma.
Justin prende un sospiro chiudendo gli occhi.
Li riapre e caccia un sorriso da mozzare il fiato.
Mi alzo dal divano fingendo di andare in bagno.
Mi chiudo dentro e mi accascio a terra.
Non sarò in grado di vedere un altro suo sorriso senza saltargli tra le braccia.
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Who are you? And what did you do to me?
FanfictionLa storia non è mia ma di "Diritti riservati a Runaway (efp)" Dal capitolo 1:Ok calma. Sei sola su una spiaggia deserta, nel bel mezzo del nulla con un ragazzo che non sopporti. Non c'è niente di cui avere paura. Dal capitolo 7 : "Dove andiamo?" "L...