Non sono riuscito a dimenticarti.

3.7K 222 3
                                    

"Che intendi dire?" chiedo sentendomi sottosopra.
Cosa vuol dire 'Non sono riuscito a dimenticarti?'
Devo davvero pensare che Selena sia una prova, un tentativo?
Devo davvero lasciare che la speranza mi avvolga con il suo calore?
Devo davvero lasciarmi andare, buttarmi e vedere cosa succede?
Devo ammettere che ora come ora lo farei.
Ma delle volte le emozioni annebbiano la mente facendoti commettere grandi errori.
E da quando ho conosciuto Justin ho sempre seguito il cuore.
Ho sempre sbagliato, visto come sono andate a finire le cose.
Il suo sguardo mi colpisce come un secchio d'acqua ghiacciata in pieno viso.
E' liquido, sa di realizzato.
Sa di speranza e di amore.
Quello che ora mi sta facendo accellerare il battito cardiaco alla realizzazione di averlo di fronte.
Una stretta allo stomaco mi riporta alla realtà ed il silenzio vibra nelle mie orecchie, infastidendomi.
"Io.."
"Ragazzi, si può?" sento la voce di mia madre fare capolino dalla porta.
Immediatamente un senso di panico si forma nel mio stomaco.
Mi allontano da Justin alla velocità della luce e cerco di fare una faccia normale.
"S-si, entra." dico tradendo un balbettio.
Mia madre entra lanciando un sorrisone ad entrambi.
"Justin, dovete andare." lo informa.
Lo vedo annuire prontamente.
Si alza un pò titubante lanciandomi diversi sguardi che mi tranciano il petto.
"Allora, ci ...becchiamo in giro." caccia guardandomi spaesato.
Esce quasi forzato dalla stanza mentre mamma mi fa cenno di andare giù a salutare.
Mi alzo dal letto immediatamente sentendo il bisogno di reincontrare quei banali occhi castani che tanto mi fanno vibrare il cuore.
Appena scendo l'ultimo scalino sorrido a Pattie e l'abbraccio sentendo una strana adrenalina salirmi su per la schiena.
Poi guardo Justin, cercando di dare una risposta a tutto quello che i suoi occhi mi hanno domandato.
"Ci becchiamo in giro." sussurro con un sorriso idiota stampato sulle labbra.
Immediatamente il suo viso si apre in un sorriso complice e genuino.
Uno di quelli che non ti fanno smettere di sorridere un attimo a tua volta.
Sento le gambe tremarmi ed una ritrovata felicità invadermi.

Apro gli occhi sentendo un enorme mal di testa colpirmi.
Mi metto seduta tra le coperte e mi scompiglio i capelli cercando rimedio a quel malessere improvviso.
Di colpo un paio di immagini mi scivolano per la mente facendomi sentire spaesata.
Un sogno?
Mi concentro meglio, cercando di riacchiappare quei pochi pezzi di puzzle che ricordo per rimetterli insieme.
Justin.
Un telefono.
L'immagine del nostro bacio.
'Non sono riuscito a dimenticarti.'
Sobbalzo aprendo gli occhi e guardandomi attorno.
Era un sogno?
Non riesco a capirlo.
Vorrei alzarmi ma il tepore che il piumone mi dona mi fa abbandonare l'idea.
Mi stendo di nuovo coprendomi fin sulla testa, chiudendo gli occhi e cercando di capire.
Riordinando le idee.
Un colpo alla porta mi fa sobbalzare.
"Ally, ci sei?" domanda una voce familiare.
"Chi è?" domando pur riconoscendola.
"Sono Mark, posso entrare?" sento la sua voce addolcita, segno che sta sorridendo.
Annuisco per poi rendermi conto che non può vedermi.
"Entra."
Sento la porta cigolare e dei passi.
Poi qualcuno che si siede sul materasso accanto a me.
"Per quanto ancora hai intenzione di dormire?" sento il suo sussurro al di sopra del piumone e sorrido.
Afferro le coperte cacciando solo gli occhi per poterlo guardare.
"Ciao." mi sorride alzando la mano.
"Ciao." caccio con voce roca,sentendomi bene per la prima volta in quella mattinata.
Lo guardo senza spiccicare parola.
Il suo volto è sempre stato una cura, lui lo è.
La cura a tutti i miei malesseri.
"Sei bellissima." caccia sorridendo per poi scostarmi un ciuffo di capelli dalla fronte.
"Sei un bugiardo." dico guardandolo e sentendomi tanto impotente e tanto lusingata.
Lui ridacchia divertito dalla mia risposta e poi scosta il piumone per infilarsi accanto a me.
Sento il freddo che si è portato da fuori, condensato sui suoi jeans e sulla felpa di batman che gli ho regalato lo scorso natale.
Mi stringe in un abbraccio ed io mi accoccolo al suo petto sentendomi al sicuro.
E' sempre stato così con lui.
Il nostro rapporto è molto fisico, ma non solo.
Lui è lì quando ho bisogno e non devo aver paura di perderlo da un giorno all'altro.
Non devo aver paura che baci un'altra o se la scopi perchè a me questo non importa.
Mi importa che mi sorrida, che mi consigli, che mi abbracci quando piango e che mi difenda.
Ho bisogno che mi aiuti a far ragionare i miei pensieri confusi, ho bisogno che mi sopporti quando ho il ciclo e sono nervosa.
Ho bisogno che mi faccia ridere quando cado in depressione.
Non ha mai trasgredito nessuna regola.
E' sempre stato al mio fianco.
Ed io gli voglio bene come ad un fratello.
"Posso parlarti di una cosa?" chiedo in un sussurro sentendomi cadere nel sonno da un momento all'altro.
"Mh-mh." caccia sfregando le labbra contro la mia fronte.
Rimango con gli occhi chiusi, immersa in quel vortice di pensieri senza sapere da dove cominciare.
Conoscendo Mark tra poco si addormenta e devo battere sul tempo il suo sonno.
"Ieri credo di aver incontrato Justin." caccio insicura.
"In che senso credi?" sussurra dolce.
"Nel senso che credo sia stato un sogno ma nel contempo lo ricordo reale."
"Prova a raccontarmelo."
La sua disponibilità nello starmi a sentire mi fa sentire amata, considerata.
Meno sola.
E per questo da un momento lo mordo per la contentezza.
"Ero al supermercato e gli sono andata addosso, mi ha detto di essere qui per una pausa. Poi me lo sono ritrovata a casa e mia madre ci ha mandati qui in camera dove mi ha detto che non era riuscito a dimenticarmi." comincio a raccontare cercando di sintetizzare tutti i punti.
Tralasciando tutte le emozioni che mi attraversano una seconda volta.
"E poi ricordo il suo sorriso, ero felice di averlo ritrovato." concludo alzando di poco la testa verso la sua, sempre con gli occhi chiusi.
"Mmh..." mugola pensieroso.
"Dovresti chiedere a tua mamma." caccia per poi infilare una mano tra i miei capelli.
"Già, forse hai ragione." sussurro lasciando che le mia mani finiscano sulla sua schiena.
"Lui lo sa che se lo vedo sono pronto a spaccargli quel bel faccino che si ritrova, vero?" sussurra.
Per un attimo la dolcezza con cui l'ha detto mi confonde.
Poi riconosco i tratti della sua voce e sorrido.
"Cretino." sussurro soltanto lasciandogli capire che non ne voglio più parlare.
Difatti si zittisce continuando a giocare con i miei capelli.
Piano piano sento il sonno impossessarsi di me.
E quando sento che sto per cadere nel mondo dei sogni il freddo mi colpisce violento su tutto il corpo.
Nel contempo la luce mi acceca gli occhi impedendomi di aprirli.
"Allyson Williams non credi sia ora di...oh Mark che ci fai qui?" sento l'urlo di mia madre trasformarsi in un cinguettio felice.
"Mamma.." esclamo con voce da sonno.
"Buongiorno signora." saluta invece Mark stiracchiandosi con ancora me tra le braccia.
Non mi stupisco del fatto che Mark abbia usato le chiavi che gli ho dato per entrare.
Ormai è così di casa che mia madre ha deciso che doveva averle così non disturbava col campanello.
"Dai su, scendete a fare colazione. Ho preparato i pancake."
Alla parola pancake mi siedo di scatto ignorando le risate di Mark alla mia reazione e mi precipito giù per le scale.

Who are you? And what did you do to me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora