Credi che basti un mi dispiace per aggiustare le cose.

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Da due giorni abito a casa di Bieber.
Sua madre ha voluto darmi la sua stanza mettendolo su un divano.
Mentre mia mamma era toccata la camera degli ospiti.
E' una casa normale, con normali abitudini e non mi trovo male.
Anche se me la immaginavo tipo la 'tana di Bieber' piena di non so quali intrugli magici o quali scherzi.
Incontro Mark nei corridoio della scuola e lo saluto sorridendo.
Devo dire che l'aumentata presenza di Bieber nella mia vita mi rende felice.
"Che fine hai fatto? Stamattina ti ho aspettato fuori casa ma non c'eri. Ho fatto anche tardi."
MERDA.
Non gli ho detto nulla sul trasferimento.
Troppi pensieri.
In effetti mia madre sta cercando un nuovo lavoro ed io non faccio altro che passare le mie giornate con Bieber.
Non sembra ma mi distrae molto da ciò che è il mondo reale.
"Mi sono trasferita per un pò."
Sgrana gli occhi e la mascella gli arriva sotto i piedi.
"No no ma prima o poi torno, non vado via per sempre." mi affretto a spiegare.
Si calma un pò e torna al suo colorito normale.
E' molto più carino così che verde lattuga.
"Mi stava venendo un infarto." dice riprendendo fiato.
"L'ho notato." rido per sdrammatizzare.
Non deve sapere assolutamente che sto a casa di Bieber.
Già sta cercando di riprendersi , di uscire con altre ragazze.
Non posso fargli questo.
E poi, a proposito di Bieber, non è nemmeno venuto stamattina a scuola.
In un momento realizzo che la mia vita si sta riducendo a ruotare intorno a lui.
Faccio una faccia schifata e Mark ride.
"Perchè quella faccia schifata?" chiede.
"Pensavo." dico generalizzando.
"A cosa?" chiede curioso.
"Non fare il curioso, cose da femmina. Ed a meno che tu non sia gay non puoi sapere." dico prendendolo per il culo.
Si arrende e mi lascia in pace.

"Allyson posso entrare? Mi dici che hai?" chiede Bieber fuori la porta della SUA camera.
Che ho? Chiedilo alla bionda con cui stavi limonando fuori la porta GENIO.
Apre la porta ed entra.
Sto seduta sul letto con le gambe raccolte al petto trattenendomi dall'urlargli in faccia.
"Oh, ho capito. Mi dispiace ok?" dice senza dare peso a ciò che ha fatto.
Devo respirare, ignorarlo e tutto andrà bene.
Tutto andrà bene.
Tutto andrà... Oh al diavolo.
"Ti dispiace? Seriamente Bieber credi che basti un mi dispiace per aggiustare le cose?" urlo saltando in piedi.
Lo sto fronteggiando, sebbene sia più alto di me.
Per darmi forza sto in punta di piedi.
Per piantare i miei occhi nei suoi, per fargli capire che sta dicendo solo cazzate.
O forse le ha dette solo a me le cazzate.
"Lo speravo." dice abbassando la testa per guardarmi meglio.
Lo speravo? Diavolo, ora gli mordo la testa e lo butto giù per le scale.
"Ma la sai una cosa? Fanculo Bieber, FANCULO. Cosa credi che le ragazze siano oggetti che puoi usare e poi buttare? Io non sono un oggetto, io non sono il tuo oggetto." urlo ancora sentendo i capelli rizzarsi sulla testa.
Sentendo tutti i nervi tendersi e appiattirsi a tempo del mio battito cardiaco.
Apre la bocca emettendo un suono strano, cercando di dare spiegazioni.
Cercando di spiegare il suo gesto, ma il problema è che le spiegazioni non ci sono.
"Non puoi fare questo Justin, non puoi usarmi così. Non puoi baciarmi, dire che provi qualcosa, darmi una speranza e poi buttarmi via andando a baciare qualcun'altra. NON PUOI CAZZO." urlo con le lacrime agli occhi.
Io sono sempre stata una tipa difficile è vero.
Lui si è aperto la strada traquillamente senza difficoltà.
E mi stupisco che io non l'abbia cacciato.
Non può fare così, non può buttare via tutto ciò che stiamo costruendo piano piano.
Mi fissa con uno sguardo da cane bastonato e con i pugni chiusi.
Ritorno con la pianta dei piedi a terra e respiro profondamente.
Cacciando indietro le lacrime.
"Ho fatto una cazzata, si lo so. Ma non cambia nulla, non cambia ciò che provo per te." dice piano.
E' come se avesse paura delle stesse parole che pronuncia.
"Bello come ragionamento. Io ti amo ma mi faccio un'altra, però ti amo lo stesso." lo contrabatto alterata.
Non può farmi sentire così.
Non può prima farmi sentire come la ragazza più felice del mondo, come se fossi sua e poi calpestarmi facendomi sentire una merda.
Non lo permetto a nessuno.
E ciò che sta succedendo ora nella mia gabbia toracica non sto qui a descriverlo.
Perchè è pietoso ed è orribile che una persona possa causare tanto male.
"Non era quello che intendevo. Quella ragazza, lei non ... non ricordo nemmeno il suo nome. La verità è che l'unica persona che vorrei baciare per il resto della mia vita sei tu." dice sicuro alzando lo sguardo.
Puntando i suoi occhi nei miei, cercando di cambiare il mio umore.
No, non finirà così stavolta.
Non finirà con un abbraccio e un bacio.
"Belle parole davvero, mi sto commuovendo. Ma non intendo essere presa per il culo ulteriormente."
Se è davvero un puttaniere del genere preferisco farla finita qui.
Ora che questo sentimento tanto nominato sta nascendo.
Prima che si tramuti in qualcosa di serio, qualcosa di irrimediabile.
"Non ti sto prendendo per il culo, giuro. Io credo di amarti."
Appena sento quella parola.
Quel verbo che non ho nemmeno il coraggio di pronunciare.
Sento il fumo uscirmi dalle orecchie e la rabbia salire.
"Credi di amarmi? Si? E credi anche di essere un'emerita testa di cazzo? Perchè io lo credo."
Non se la caverà cercando di fregarmi con parole dolci e carezze.
Si avvicina un pò e faccio un grande passo indietro.
"Perchè stiamo litigando scusa? Io non sono neanche la tua fidanzata, io non sono nessuno." dico per poi spingerlo e correre fuori dalla sua stanza.
Dalla sua casa e dalla sua vita.
Vaffanculo Bieber.
VAFFANCULO.

Who are you? And what did you do to me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora