Rientro nel pub camminando veloce.
Quel coglione mi sta facendo impazzire.
Sento la musica che mi martella nelle orecchie.
Non sopporto tutto questo così addocchio una scalinata che porta chissà dove.
La percorro tutta e mi ritrovo in un piccolo terrazzino, deserto.
Da qui si vede tutta Stratford.
Certo non è un panorama come quello di New York, ma tutte quelle lucine proveniente dalle case perfettamente allineate ti fanno sorridere.
Come sfondo un tramonto che colora d'arancio tutto il cielo.
Mi siedo su un muretto e incrocio le braccia sulla ringhiera.
Sento il venticello della sera che mi scuote la frangia e la rende inguardabile.
Ma in fondo qui non c'è nessuno.
Tutti sono giù a festeggiare il mio compleanno.
Anche se scommetterei che nessuno conosce realmente il mio nome o addirittura il motivo della festa.
Di nuovo il silenzio si appropria della mia mente,rilassandomi.
"Proprio non ti piace la festa, eh?" di nuovo la sua voce che disturba il silenzio.
Ma che cazzo vuoi Bieber?
Io non voglio essere maleducata, ma lui te le tira proprio frasi del genere.
Non rispondo, cerco di ignorarlo.
Sento due braccia avvolgermi i fianchi e mi giro con una faccia incazzata.
"Da quando mi abbracci?" domando strafottente.
Cerca di parlare ma lo interrompo.
"Da quando mi prepari feste a sorpresa? Da quando siamo amici?"
Sputo queste domande che tengo dentro da un pò.
"Credevo che dopo quello che è successo dopo l'incidente potevamo essere a.."
"Potevamo essere cosa? Amici? Probabilmente non sai il significato di amicizia." lo interrompo di nuovo.
"Se volevi essere mio amico non mi ignoravi quando siamo tornati dall'incidente." continuo inviperita.
Toglie, finalemente, le braccia dai miei fianchi e si siede sul muretto dando le spalle al panorama.
Guardo il suo profilo che si staglia di fronte a me.
Guarda a terra e non dice nulla.
Mi rigiro di nuovo verso il panorama cercando di ignorare, di nuovo, tutto quello che è accaduto.
Poi sento una mano sulla guancia e mi giro.
E' vicino.
"Ti ricordi, quando ci siamo baciati?" soffia sulla mia bocca, quasi provocatorio.
Comincia a darmi fastidio tutta questa vicinanza.
"Purtroppo si." sospiro sorridendo.
Perchè cazzo sorrido?
"Ho voglia di rifarlo." sussurra guardando le mie labbra e poi i miei occhi.
"Non ti facevo schifo?" chiedo.
"Quando mai l'ho detto?" risponde sorridendo.
Sento un'ansia che mi pervade completamente.
E i suoi occhi incatenati ai miei non aiutano.
"L'hai detto ben due volte, su quella spiaggia." sussurro.
E sembriamo due imbeccilli a sussurrare perchè qui non c'è nessuno che può sentirci.
"Tutte frottole."
"Fantastico, sei anche bugiardo." commento acida.
E non ho tempo di dire altro perchè si impossessa delle mie labbra.
E tutto ciò mi riporta a quel bacio sulla spiaggia, e a tutto ciò che è successo dopo.
O che stava per succedere.
Poggia i palmi aperti sulle mie guance ed io butto di nuovo le mani tra i suoi capelli.
Sento di nuovo quei brividi che non fanno che riportarmi al passato, a quella spiaggia.
Sposta le sue mani sulle mia schiena e mi spinge verso di lui.
Ma io sono troppo intenta a stroppicciare i suoi capelli per capire qualcosa.
Ci stacchiamo per pendere aria.
Perchè si, è stato mozzafiato.
Poi senza tralasciare un secondo si butta di nuovo sulle mie labbra.
Forse mi conosce troppo bene.
Perchè se passava anche solo un altro secondo sarei rinsavita e gli avrei urlato contro che non doveva baciarmi.
Ed invece sono ancora attaccata alla sua bocca.
Mi accarezza la schiena e sento il gancetto del reggiseno premere sulla pelle.
Non so come si stacca.
Infiltra le mani sotto la maglia e quando si accorge di ciò che è successo sorride sulle mie labbra.
"Bastardo, l'hai fatto apposta." commento staccandomi un attimo.
"Io? Ma quando mai." sorride ancora.
"Ehi, ehi, qui si stanno dando da fare." sento una voce e mi stacco da lui completamente.
Tanto improvviso è il distacco che ora sento freddo.
Non so chi sia stato a parlare ma non vedo nessuno.
Sento una ventata di imbarazzo che mi avvolge.
Possibile che ogni volta che ci baciamo andiamo sempre oltre?
Che poi quell'oltre è da definire.
Tossisco imbarazzata.
Per un momento ho la tentazione di chiedergli di riallacciarmi il gancetto.
Ma poi capisco che sembrerebbe una provocazione.
Ogni volta che ci baciamo perdiamo il controllo, entrambi.
E la mia mente non fa che pensarci.Apro gli occhi assonnata e guardo l'oggetto che mi ha risvegliata.
Fanculo, ho sonno e voglio dormire.
Poi una lampadina si accende nella mia testa.
Perchè cazzo la sveglia suona se è domenica?
Così allungo una mano verso il comodino e afferro il cellulare.
'Appuntamento col coglione.' leggo il titolo della sveglia e sbuffo.
Solo lui poteva darmi appuntamento di domenica mattina.
Ieri dopo quel bacio o meglio dire quei baci mi ha detto che dovevamo parlare.
Non vorrei che poi finissimo come ieri.
Mi alzo scocciata e parecchio di malumore.
Mi butto sotto la doccia cercando di fare il più tardi possibile.
Non faccio colazione contraddicendomi completamente e scendo.
Mi avvio verso il parco ed una volta arrivata lì lo vedo seduto su una panchina.
Mi siedo accanto a lui.
"Ehi." mi saluta.
Ehi? Ehi? Vaffanculo.
Non rispondo e lo guardo accigliata.
"Ho forse disturbato il tuo sonno?"
"DECISAMENTE."
Ridacchia.
"Beh, andiamo al dunque." continua precipitoso.
"Noi abbiamo un problema."
Noi? Ma se non esiste nemmeno un noi.
I nostri nomi si fanno schifo ed hanno paura a stare vicini in una frase.
Che noi c'è?
Non siamo amici, non siamo fidanzati, non siamo niente.
Il noi non poteva in alcun modo riferirsi ad entrambi.
"Credo tu abbia ragione." nonostante i miei pensieri negativi penso abbia ragione.
Due persone che si odiano passano il tempo ad ignorarsi, poi si baciano, poi si ignorano ancora e poi si baciano di nuovo.
Si c'è un problema ed anche bello grosso.
"Cominciamo dal fatto che noi ci odiamo." dico sicura.
"Io non ti odio." ribatte lui.
"Ma io si, non ti sopporto."
"Ok. Ma a parte questo, perchè ho voglia di baciarti?" chiede più a se stesso che a me.
Mi guarda confuso.
"Se non lo sai tu... Io mi chiedo solo perchè non ti respingo."
Ci stiamo confidando, senza peli sulla lingua, di ciò che ci sta accadendo.
E non so perchè ma mi piace come situazione.
"Bieber non è che hai litigato con la tua ragazza e visto che sei in astinenza.."
"Non ho una ragazza." mi blocca lui con uno sguardo di fuoco.
"Ok." rilascio un sospiro tra i denti e le labbra.
Sono sollevata dal fatto che nessuno potrebbe chiamarmi puttana.
"Che facciamo?" sospira lui, rassegnato all'idea.
"Non lo so." rispondo io sbuffando.
Passa un momento in cui ognuno guarda davanti a se.
Poi lui si gira e mi fissa.
"Perchè diavolo ho voglia di baciarti?" chiede ancora quasi arrabbiato, frustrato.
"Forse perchè ti piace baciarmi." lo provoco un pò.
"Forse, hai ragione."
Che ha detto?
"Davvero credi sia così?" domando perplessa.
"E' l'unica spiegazione razionale. E ripensandoci, si mi piace baciarti. E sai, non ci trovo nulla di male in questo." ribatte guardandomi.
Convinto lui.
"Hai fatto colazione?" chiede dopo un pò.
"No."
"Allora andiamo." dice alzandosi.
Mi alzo anch'io e lo seguo.
Cosa spero di ottenere?
Forse passando del tempo con lui capirò cosa sta succendendo.
Oppure faccio così perchè mi piace passare del tempo con lui?
E se fosse così vuol dire che anche a lui piace la mia compagnia.
Perchè la mia mente non sta zitta un attimo?
Ci sediamo al tavolo di un bar e lo vedo pensieroso.
"A che pensi?" mi viene spontaneo chiedere.
"Ad un modo per togliere te da qui dentro." dice indicandosi la testa.
Perchè ci sono anche nella sua testa?
E poi vuole togliermi dalla testa e mi invita a fare colazione?
Ma la coerenza la mandano tutti a puttane?
"Ok." dico senza tralasciare nulla.
Ordiniamo due cappuccini.
Dopo aver pagato ci ritroviamo a camminare per le strade.
Ogni suo movimento, lo vedo frustrato.
Come se non riuscisse a reggere tutto ciò che è successo.
"La smetti di fare così?" sbotto ad un tratto.
"Così come?"
"Così." dico indicandolo.
Lui come uno stupido abbassa la testa per guardarsi(?)
Non resisto e con il dito gli tiro su il naso, ridendo.
Mi guarda sconvolto mentre mi tengo la pancia dal ridere.
Si avvicina a me con uno sguardo strano.
"Che hai ora?" chiedo smettendo di ridere di colpo.
"Guarda là chi c'è." dice indicando dietro di me.
Mi giro allarmata pensando a Mark o a qualcuno della scuola.
Non vedendo nessuno capisco la fregatura.
"Idiota, non c'è nessuno." dico girandomi.
Nemmeno il tempo di respirare che si appropia di nuovo delle mie labbra.
Sta diventando un'abitudine?
Non mi da neanche il tempo di realizzare che si stacca.
Ma che?
Sorride soddisfatto,poi mette il braccio attorno alle mie spalle e comincia a camminare.
"Chi ti ha autorizzato a mettere il braccio sulle mie spalle?" chiedo.
"Mi sono autorizzato da solo." mi zittisce così, forse stufo dei miei tentativi di non avere contatti fisici con ui.
E' come se ogni volta rimanessi scottata dal contatto con la sua pelle.
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Who are you? And what did you do to me?
Fiksi PenggemarLa storia non è mia ma di "Diritti riservati a Runaway (efp)" Dal capitolo 1:Ok calma. Sei sola su una spiaggia deserta, nel bel mezzo del nulla con un ragazzo che non sopporti. Non c'è niente di cui avere paura. Dal capitolo 7 : "Dove andiamo?" "L...