Mi sei mancata.

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"Guarda fuori dalla finestra."
Mi alzo dal mio comodissimo letto, per poi poggiare le mani sul vetro appannato della finestra della mia camera.
"Oh, wow. Nevica. Che novità." caccio osservando i piccoli fiocchi cadere dal cielo.
"Sei simpatica come un dito nel culo." sento l'insulto ridacchiato di Mark dall'altra parte della cornetta.
"E tu sei sempre più originale."
Mi siedo sul divanetto sotto la finestra continuando ad osservare la neve come incantata.
Caccio un sospiro sentendo una strana emozione salirmi su per il petto.
"Ally."
Ultimamente non faccio che pensare al passato e al fatto che darei di tutto per ritornare a quei tempi.
E' così stupido.
Ho imparato che dai problemi non si fugge eppure continuo a farlo, ripetutamente.
"Ally?"
Un brivido mi scuote e mi riprendo dai miei pensieri rifugiandomi tra le calde coperte del mio letto.
"Dimmi." caccio triste, malinconica,idiota.
"Perchè non sorridi più? Mi manca il suono della tua risata." sussurra dolce.
Chiudo un attimo gli occhi sentendomi colpevole.
Non voglio farlo preoccupare.
"Tranquillo, sto bene." cerco di riparare al più presto.
Chissà perchè più menti a chi vuoi bene, più ti senti schiacciata da un peso che sai porterai per l'eternità.
"No, non stai bene. Scommetto che centra lui." le sue parole mi arrivano dritte al petto come un coltello.
Rimango in silenzio per un attimo sentendo tutti i ricordi repressi che si animano per riempire la mia mente.
"No, lui è...un capitolo chiuso."
La realtà è che di quel capitolo ne sto stampando centinaia di stupide copie che sto appendendo ai muri della stanza, così che possa leggere ogni parola, sussurro, emozione che mi ha fatto provare.
Il problema non è lui, il problema sono i ricordi.
Sento un urlo di mia madre provenire dal piano di sotto.
"Mark devo staccare, ci sentiamo dopo." dico per poi premere la cornetta rossa.
Mi alzo di nuovo dal letto e mi precipito giù per le scale.
"Cosa c'è?" chiedo pazientemente, già pronta a sbuffare qualsiasi cosa dica.
"Lo so che è presto e che fuori fa freddo, che nevica e che ti sei appena svegliata. Però... dovresti fare un salto al supermercato per prendere due cosine." caccia dopo esserci girata attorno tre volte.
Sbuffo.
"Che palle." mi lamento salendo le scale.
Ed invece nella mia mente già pregusto una bella passeggiata con le cuffie piantate nelle orecchie.
Mi vesto velocemente, prendo la nota delle cose da comprare e mi avvio.
Nevica ancora un pò, ma si può stare in giro anche senza ombrello.
Pigio una cuffietta nell'orecchio, camminando con la testa china sull'ipod per cercare la mia compagna di viaggio.
Ne salto un paio finchè non arrivo a 'Kiss me di Ed sheeran.'
La voce di quell'uomo è capace di mandarmi in trans, mi rilassa.
Un brivido risale su per la schiena.
Mi stringo nel giubbotto ed attraverso la strada puntando all'entrata del supermercato.
Sorrido alle cassiere che ormai mi conoscono e mi dirigo nei reparti interessati.
Si può dire che conosco questo supermercato come casa mia, ci vengo quasi tutti i giorni da quando sono cominciate le vacanze di Natale.
"This feels like falling in love, falling in love.." canticchio prendendo un pacco di farina sottobraccio.
Ma mi chiedo, cosa ci dovrà fare mia mamma con della farina?
Non è mai stata una gran cuoca.
Saltello via dal reparto alimenti per dirigermi in quello detersivi ed acchiapparne uno a volo.
"Kiss me like you wanna be loved.." continuo a canticchiare ignorando le persone che mi guardano credendomi da manicomio.
Ad un tratto mi scontro con qualcosa e il pacco di farina mi scivola di mano finendo a terra e combinando un macello.
Rimango ferma, col detersivo ancora in mano e la voce di Ed nelle orecchie.
"Oddio, e adesso?" caccio guardando il pavimento ricoperto di farina.
"Il mio pantalone, è rovinato!" urla una voce disperata.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo uno sconosciuto chinato sulle ginocchia che cerca di ripulirsi i pantaloni neri irrimediabilmente sporchi di farina.
"Scusa, è colpa mia." dico davvero dispiaciuta.
"E' ovvio che è colpa tua, non potevi stare più attenta?" caccia scorbutico.
Questo ragazzo comincia a darmi sui nervi.
"Se è per questo potevi evitare di stare in mezzo alla corsia!" dico scattando in avanti con un passo.
Senza neanche rendermene conto mi ritrovo col culo a terra, in mezzo alla farina.
Dannato sconosciuto, dannato detersivo, dannata farina, dannato Ed che continua a cantarmi nelle orecchie.
Lo sconosciuto alza lo sguardo su di me e poi scoppia a ridere.
Mi blocco mollando la presa sul detersivo che finisce di fianco a me.
Sgrano gli occhi e spalanco la bocca sentendomi catapultata in un mondo parallelo.
Che cazzo ci fa lui qui?
Dopo essersi ripreso dalle risate, mi guarda di nuovo e si blocca.
La mia stessa reazione, dipinta sul suo volto.
Su quel volto che conosco così bene,come casa mia, come questo supermercato.
"Ciao." caccia in un balbettio.
La mia mente sovrappone l'immagine del suo viso sfuocato nella mia testa con quella che ho davanti a me.
I particolari combaciano rinfrescandomi la memoria e rendendoli ancor più evidenti.
"C-che...ciao." dico io sentendomi tanto un'idiota.
'We're falling in love.'
Percepisco il silenzio nelle mio orecchie come un fastidio di cui devo disfarmi.
Mi alzo rischiando di scivolare di nuovo se non fosse per delle mani che mi afferrano le braccia e mi aiutano a tirarmi su.
Alzo la testa ritrovando ad una spanna dal suo viso.
Mi ritraggo immediatamente.
"Come te la passi?" mi chiede cercando di sorridere gentile.
Mi ripulisco il fondoschiena dalle tracce di farina e ridacchio nervosa.
"Non si vede? Una meraviglia." caccio sarcastica per poi riacciuffare il flacone di detersivo da terra.
"Tu invece, che ci fai qui?" chiedo tranquilla alzando lo sguardo verso di lui e sentendo immediatamente una tempesta prendermi lo stomaco.
Da quando i suoi occhi sono così belli?
"Periodo di pausa, ritornare a casa fa sempre bene." sorride sincero.
Mi fermo un attimo a guardarlo e mi sento catapultata di nuovo nel passato.
E' cresciuto tanto in così poco tempo.
Eppure riesce ancora a farmi questo effetto, riesce a manovrare le mie emozioni senza rendersene conto.
"Beh, io ...credo di dover andare. Devo finire di fare la spesa." cerco una scusa per scappare dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalle sue labbra, da lui e ricordi che porta.
"Certo, m-mi ha fatto piacere rivederti." dice un pò imbarazzato per poi avvicinarsi impacciato.
Allunga le braccia per stringermi in un abbraccio ed io lo lascio fare, senza ricambiare.
Il mio naso ritrova il suo odore, il mio corpo il suo calore, il mio cuore il suo posto.
Si stacca e gli sorrido incerta per poi fare dietro-front e rischiando di nuovo di inciampare in quel lago di farina che ho creato.
Senza neanche leggere il resto delle cose da comprare, mi dirigo ad una cassa e pago il detersivo per poi correre a casa.
Spiego brevemente a mia madre che il supermercato non aveva le cose da lei richieste sulla lista e mi chiudo in camera mia, sentendo un groppo salirmi in gola.

Who are you? And what did you do to me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora