XVIII

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La mattina succesiva mi svegliai con un forte mal di testa, sarà a causa del alcol di ieri, ma non penso visto che ho mantenuto la mia parola: non più di un bicchiere.
In ogni caso non riuscivo neanche ad alzarmi, vedevo tutto girare, come se da un momento all'altro il mondo potesse cadermi addosso, in tutti i sensi.
Piangevo silenziosamente, mi coprii la faccia col cuscino in modo da evitare qualsiasi contatto con qualcuno in quel momento preciso.
<<Buongiorno amore! >> non risposi, anche quando sentii le sue labbra lasciare un soffice bacio sulla mia calda guancia, non avevo neanche le forze per parlare.
<<Ehi amore, stai bene? >> continuò a ricevere nessuna risposta, lui sapeva che ero sveglia, se non lo fossi stata avrei risposto con un miagolio a qualsiasi domanda.
<<Scarlett? >> cercò di togliere il cuscino che copriva il mio volto, lo strinsi rischiando anche di rompermi un'unghia, non sopportavo l'idea di incontrare la luce del sole in quel preciso momento, volevo solo pregare che questo dolore passasse frettamente.
<<Mi fa male la testa>> riuscii a dire, avevo preso le forze per formula una minima frase pur per non preoccuparlo.
Mi accarezzò lentamente la testa,
<<Vado a chiedere qualcosa a mia mamma>> avvertí prima di uscire dalla stanza, in quel momento il mio unico pensiero era che passasse questo incredibile e insopportabile dolore, perfino sotto sfortuna... bastava solo che riuscissi almeno ad alzarmi dal letto, un'azione cosí ridicola e facile, ma in quel momento oltre a piangere niente risultava semplice.
Mi alzai con fatica, il solo pensiero di posare i miei piedi nudi su un pavimento gelido mi si rabbrividiva il corpo, ma per fortuna, qualcun po corse a mio soccorso
<<Ehi, Scar, tutto bene? >> mi chiese preoccupata Rafaella spalacando la porta, annuii fissando a terra, si sedette accanto a me e involontariamente la mia testa si appoggiò alla sua spalla.
<<E tu questo lo chiami "tutto bene"? >> ma ciò che ottenne da me fu solo puro silenzio, oltre al fatto che non saprei con cosa rispondere, non mi andava di farlo comunque.
<<Senza calze poi! Dimmi dove sono.>> il sguardò bruciò sui miei piedi, ritornai distesa sul letto e indicai la valigia, non avevo ancora messo a posto niente, ma tanto fra uno o due giorni saremmo dovuti ripartire.
<<Scarlett, tesoro tutto bene? >> ero cosí confusa, per un semplice mal di testa che può capitare a chiunque in qualsiasi momento si sono preoccupati tutti, aspetto solo la chiamata di mia mamma fra un po', credetemi manca solo quello.
<<È tutto okay, tranquilli, non sto morendo>> parlai una volta per tutte cercando di alleggerire il panico che si era creato a causa di un innocente problema di salute.
A dire il vero tutto questo mi rendeva felice, mi spiego meglio: Era così bello sapere quali persone ci tengono veramente a te, anche se a volte sempre un po' eccessivo, ma infondo se uno ragiona capisce di chi e chi no può rimanere fedele.
Insomma se una persona si preoccupa per te vuol dire che vuole solo il bene infinito a te, non è vero?
Mi ricordo quei momenti, quando ero piccola, mi ammalavo con una semplice febbre, mamma non mi lasciava mai, neznche un secondo in pace,
Ma ovviamente per quanto brusca sono, le avevo detto che andava tutto bene e che vorrei rimanere sola, sapevo benissimo che ci era rimasta male, ma io non capivo.
Ma lo posso capire ora, che sono una mamma di una bellissima bambina, se solo provasse a pensare a queste parole non saprei definire bene la mia reazione, non voglio essere un peso per lei, voglio lasciarle libertà ma solamente un secondo lontano da lei e sento che tutto stia andando male.
Ora so perfettamente cosa provava mia madre, e lei infatti continuava ripetermi "quando sarai una madre poi capirai" e io mi limitavo a sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
<<Ma se stai letteralmente morendo viva! >> esclamò la ragazza mentre cercava di infilare il mio piede all'interno della calza
<<Tieni questo, appena ti senti un pochettino male non tardare a chiamarmi! >> raccomandò Nadine poggiamdo una tazza contenete un liquido caldo con accanto qualche biscotto, ringraziai con un sorriso e la seguii con lo sguardo mentre usciva dalla camera, lasciando me e Rafaella da sole.
Presi il bicchiere, lasciato sul comodino qualche secondo fa, e lo portai al naso cercando di comprendere che cosa sia
<<È una specie di tisana che fa mia mamma... >> rispose con una semplice frase a tutte le mie domande, notando la mia faccia confusa intenta a capire.
<<Fidati, ti passerà il mal di testa dopo neanche due minuti. >> continuò accomodandosi accanto a me,
<<Poi è davvero buona, dico sul serio! >> concluse incitandomi a berla, fissai prima la tazza e poi lei,
Dio sembravo ancora una bambina, certe volte mi ricordo Selene, infatti lei quando sta male e ha bisogno antibiotici inizia a fare scenate, ma se in cambio metti qualche regalo ne berebbe anche tutta la boraccietta.
Chiusi lentamente gli occhi e mandai giù tutto il liquido, sentivo una cosa calda scivolare tra la mia gola e finire nel mio stomaco, onestamente mi aspettavo una cosa un po' più peggiore, ma almeno questa volta la fortuna è dalla mia parte.
Sentimmo la porta aprirsi lentamente rivelando la figura di una bambina,
<<Mamii! >> corse tra le mie braccia, devo dire che era la prima volta che io e lei ci trovavamo nella stessa casa ma non ci siamo viste dalla sera prima
<<Come stai? >> domandò posando la sua manina sulla mia fronte, come per misurarmi la febbre.
<<Bene amore, tu? >> chiesi di rimando lasciando dei umidi baci sulla sua guancia morbida dandole un biscotto tra quelli dati con la tisana.
<<Molto bene, papà e nonno mi stanno montando la casa delle barbie>> rispose accoccolandosi sul mio petto, si poteva leggere felicità negli occhi di questa bambina in qualsiasi momento della giornata
<<Davvero? >> domandai sorridendo, il solo pensierl di vedere Neymar innervosirsi perchè non ha capitp le istruzioni mi faceva ridere, ma credo che si sia abituato per via delle tante casette di Selene
<<Si e ha detto che questa la lascio qui e poi ne prende un'altra>> ecco come non detto, se volete una casa piena di giochi vi do le mie, ma il problema che non le usa neanche tutti, ha un grande armadio con tutti i giochi doppi che ha e uno con quelli che deve ancora aprire.
<<Piccola, abbiamo finito>> la informò suo padre entrando nella stanza
<<Scusa mami, devo andare a giocare>> mi lasciò un ultimo bacio sulle labbra per poi scappare verso qualche camera in cui c'era montata la casa
<<"Abbiamo" o " ha" finito? >> lo presi in giro appena avanzò verso di me
<<Spiritosa! Credici o meno, ma sarà minimo la cinquantesima casa che monto>> disse con aria stanca, come biasimarlo, ho tutto il negozi di giochi a casa.
<<Vi lascio soli! >> sussurrò Rafaella facendomi l'occhiolino per poi sparire dietro la porta, scossi la testa divertita, solo ora mi accorgo che il mal di testa se ne era completamente andato.
<<Allora, va meglio? >> domandò sdraiandosi accanto a me rivolgendomi uno sguardo serio
<<Si, va molto meglio>> risposi girandomi di lato facendl scontrare i nostri occhi,
Ogni volta che lo vedo, sembra come la prima volta, prima volta di tutto.
<<Sai sono molto felice>> sussurrò avvicinandosi sempre di più, il suo respiro mi colpí pienamente il viso
<<Ah sí? E di cosa ? >> lo provocai facendo un sorriso beffardo,
<<Di poter fare questo>> rispose fiondandosi immediatamente sulle mie labbra un po' crespe a causa della storta mattinata che avevo avuto.
Non mi lasciò neanche il tempo di realizzare che chiese già l'accesso con la lingua, che quest'ultima si incastrò con la mia.
La sua saliva passava a me, e viceversa, potrebbe fare schifo, ma se è la persona che ami con cui lo fai, allora farà tutto tranne che "schifo".
Ecco come la mia brutta mattinata sia diventa migliore di tante altre che ho passato senza di lui, dove c'era un mare che di divideva... Lui era a Parigi, io in America, ma ora siamo pronti a rimediare tutto e ricominciare da zero.

non dimentico, neymar jrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora