Capitolo 5

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CASSANDRA


Apro gli occhi e li stropiccio più e più volte. Mi viene quasi istintivo guardare al mio fianco. Non c'è nessuno.

Ma cosa mi è venuto in mente? Che quello fosse stato reale e non solo un sogno?

Mi alzo e mi rendo conto che indosso ancora i miei vestiti. Nemmeno mi sono messa il pigiama dato che sono crollata mentre leggevo.

Guardo di nuovo il letto e noto che il mio libro non è lì. Com'è possibile? Mi addormento sempre con il libro sul letto e puntualmente perdo sempre la pagina.

Mando una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi metto a cercare. Finalmente lo trovo. 

È sulla mia scrivania e il segnalibro è all'interno, messo nella pagina giusta. Com'è possibile? Sono diventata pure sonnambula? 

Mi succede spesso di dimenticare quello che faccio e succede soprattutto quando non mangio. Ripensandoci ieri non ho né pranzato né cenato.

Prendo i libri che mi servono e li metto nello zaino, poi mi chiudo nel bagno che ho in camera. Mi spoglio e, senza guardare in basso, mi fiondo nella doccia per lavarmi.

Sì, ho proprio bisogno di una bella doccia.

Una volta finito, scendo al piano di sotto. Colazione e poi subito fuori casa per non fare tardi.

Cammino verso scuola e proprio in quel momento vedo Charles uscire di casa. Mi guarda per un secondo, poi si volta verso la sua Ducati. Mette in moto e parte, lasciandomi a piedi.

Ma chi voglio prendere in giro? Davvero mi sono illusa che durante la notte lui sia venuto in camera mia per parlare?

Cammino per i soliti venti minuti e, proprio come ieri, sento l'ansia arrivare non appena vedo i vari gruppetti fuori scuola. 

Individuo subito la moto di Charles nel parcheggio e accanto a essa c'è l'Audi R8 di Callum. Li trovo poco più avanti. Sono loro il gruppetto che avevo visto fumare sul muretto. Ieri non avevo visto bene i loro volti, ma ora ne sono assolutamente certa.

"Ehi, che ci fai così lontana?" mi chiede Marissa, poggiando una mano sulla mia spalla.

"Io...ehm..." tento di dire, ma non trovo le parole, soprattutto quando sento lo sguardo di Charles bruciarmi addosso.

"Che c'è? Il gatto ti ha forse mangiato la lingua?" mi chiede ridendo.

"No, scusami" dico, abbassando lo sguardo.

"E di cosa? Senti, oggi vieni con noi in mensa?" mi chiede con gentilezza.

Vorrei dirle di no, ma rischierei di perdere l'unica amica che mi sono fatta fino a ora.

"Certo" dico. "Però non so dove si trova di preciso" mento.

La realtà è che odio entrare da sola nei posti dove la gente è già seduta. Per questo motivo sono sempre una delle prima a entrare in aula. È una delle cose che mi mette più ansia e non riesco proprio ad affrontare il problema.

"Oh, non ti preoccupare. Ti vengo a prendere fuori dall'aula. Che materia hai prima dell'ora di pranzo?" mi chiede.

È davvero molto carina, sempre gentile e disponibile.

"Ho due ore di storia e poi due di matematica" le dico.

"Perfetto, ti vengo a prendere fuori dall'aula di matematica, così non rischi di perderti" mi rassicura con un sorriso a trentadue denti.

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