Capitolo 29

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CHARLES

Lascio la camera di Cassie, sorridendo come un idiota. 

Cazzo, quanto sono felice. 

Non mi sono mai sentito così. L'ho baciata, l'ho toccata e l'ho amata. Lei ha ricambiato. Le piaccio più di quanto mi aspettassi e questa cosa mi manda su un altro pianeta.

Prendo un respiro profondo, cercando di pensare a fisica. Devo pensare al compito, ma come faccio se nelle orecchie mi rimbomba ancora la voce di Cassie che grida il mio nome?

Porca puttana, non riuscirò più a farne a meno. Sono ancora fermo fuori dalla sua stanza e voglio soltanto aprire la porta e tornare da lei. Mi sdraierei tra le sue braccia e le sue gambe e me ne fregherei della scuola e del compito di fisica.

Scuoto la testa. La scuola è importante e non posso farmi bocciare. Ho dei piani per il futuro e questi piani prevedono la mia promozione e soprattutto prevedono Cassie al mio fianco. 

Percorro il corridoio e scendo le scale. Passo velocemente in cucina per salutare Camille e Pierre.

"Torni qui per cena?" mi chiede Camille.

"Ehm...no, ma grazie lo stesso. Ho un sacco di cose da studiare. Se riesco passo dopo cena".

"Va bene, Cassandra sarà contenta" mi dice.

L'ho appena salutata, ma a sentire il suo nome il mio cuore ha ricominciato a battere all'impazzata.

Saluto i suoi genitori, cercando di mascherare il sorriso da idiota che è spuntato per l'ennesima volta sul mio viso, e faccio per andare via.

Attraverso il salone e il mio sguardo cade su dei fogli sparsi sul tavolo. So che non dovrei mai curiosare, ma Cassie lo fa di continuo quindi lo farò anch'io.

La maggior parte sono documenti di lavoro di Camille e Pierre, nulla di interessante. Sto per andare via, ma una busta attira la mia attenzione. L'afferro. È una busta da lettere e sopra c'è stampato il logo di una compagnia aerea.

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Continuo a ripetermi di farmi i cazzi miei e di non immischiarmi in questa roba, ma ormai è troppo tardi. Tiro fuori da quella busta tre biglietti aerei. Sono per un volo da New York a Parigi e sopra ci sono i nomi di Camille, di Pierre e di...Cassandra.

Faccio cadere la busta sul tavolo e mi sbrigo a uscire da questa casa per andare a chiudermi in camera mia. I miei occhi vanno subito alla finestra. Riesco a vedere la sua stanza e non ce la faccio, perciò chiudo subito le tende.

Non posso crederci. Lo sta facendo di nuovo. Sta di nuovo andando via da me.

Sono seduto sul mio letto e mi sto guardando le mani. C'è di sicuro una spiegazione. Una qualsiasi spiegazione che chiarirà tutta la situazione.

Inizio a pensare che magari Cassie non ne sappia nulla e che i suoi genitori glielo diranno stasera e che lei si opporrà alla decisione, lottando in tutti i modi per rimanere con me, ma un altro scenario inizia a riempire la mia mente.

Lei ha insistito affinché la scopassi. Le ho detto che sarebbe stato meglio aspettare, che non c'era fretta, ma lei ce l'aveva quella fretta. Ha insistito, mi ha pregato e io come un cretino ho ceduto.

È questa la realtà? Mi ha usato per fare la sua esperienza? È solo questo che voleva da me? In realtà tutte quelle parole dolci e quelle carezze sono state solo una trappola?

Mi sta scoppiando la testa e non ce la faccio più, ma di una cosa sono certo: stavolta gliela farò pagare cara. Non mi importa più niente dei suoi sentimenti o del suo cuore. Lei ha spezzato il mio per ben due volte, quando è partita sei anni fa e oggi pomeriggio. Farò in modo di spezzare il suo e impedirle di ripararlo.

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