Capitolo 14

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CHARLES

È di nuovo venerdì. Stasera andremo a cena dai Moreau. Le nostre famiglie hanno deciso di fare una settimana per uno.

Indosso i jeans neri e una maglietta bianca, poi esco di casa. Mia madre ha detto che devo andare prima e per non starla a sentire l'ho accontentata.

Suono il campanello e mi viene ad aprire Camille.

"Ciao, Charles! Vieni accomodati".

È vestita in modo davvero elegante, come sempre.

Entro nel salone di casa loro e anche Pierre si avvicina per salutarmi. Lui è molto più alla mano rispetto a Camille, ma non mi faccio intimorire da quella donna che ha sempre avuto una parola negativa per tutti.

Non sono uno che si sente in soggezione.

"Domani io e Cassie smontiamo la macchina come ai vecchi tempi, ti va di unirti a noi?" mi chiede Pierre.

"Sì, sarebbe bello" dico, accennando un sorriso.

Non sono sicuro di volerlo fare, ma ho bisogno di scoprire qualcosa in più su Cassandra. L'ho vista strana per tutta la settimana.

Quel coglione di Daniel le ronza intorno, ma lei non sembra entusiasta. Non è la tipica ragazza emozionata per l'inizio di una storia d'amore. Sembra quasi che questa situazione le pesi e devo capire il perché, perciò farò di tutto.

"Dov'è Cassandra?" chiedo e Pierre mi indica la cucina.

Avanzo, ma mi blocco subito sulla porta. Per la prima volta vedo Cassandra senza uno di quei suoi vestiti enormi.

Sta indossando un abito bianco che le arriva al ginocchio. Ha lo scollo a barca, le maniche corte ed è stretto in vita e poi la gonna si allarga sui fianchi. Non ho mai visto le sue curve.

È a dir poco stupenda.

Come al solito i capelli scuri sono in contrasto con la sua carnagione chiara, ma è bella proprio perché è così.

La vedo muoversi in modo impacciato. Stira la schiena e tocca continuamente il vestito. Non si sente a suo agio così.

Mi avvicino e l'affianco. Mi rivolge un'occhiata veloce.

A scuola ci vediamo più del previsto. Sia la professoressa di chimica che quella di fisica le hanno proposto di seguire i corsi avanzati e lei ha accettato, finendo per seguire i corsi con me.

"Vuoi una mano?" le chiedo.

"No, non serve" mi dice fredda, senza staccare gli occhi da quello che sta cucinando.

Si sposta agilmente tra i fornelli. Non sapevo nemmeno che fosse brava a cucinare. Ricordo che a dieci anni non era capace nemmeno ad accendere i fornelli e per questo lo facevo io.

Adesso invece è più sciolta e sembra più tranquilla, anche se continua a muovere le spalle a causa del fastidio del vestito.

"Cassandra, apparecchia" ordina Camille dall'altra stanza.

Cassandra sbuffa, poi inizia a prendere i piatti e tutto l'occorrente per apparecchiare la tavola. Mi rendo conto che ha preso parecchi piatti. Non saremo solo noi?

Seguo Cassandra fino in sala da pranzo.

"Ma chi c'è stasera a cena?" chiedo.

Cassandra abbassa la testa. Quanto odio quando fa così. Perché deve abbassare la testa? Sembra non sentirsi mai all'altezza delle situazioni, ma non capisce che è semplicemente perfetta per tutto.

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