CHARLES
Mi sono appena fatto la doccia e ho solo un asciugamano intorno ai fianchi.
Esco dal bagno e vado in camera mia. Come ogni maledetto giorno il primo istinto è quello di guardare fuori dalla finestra e vedere la finestra di Cassandra.
Mi viene da ridere a pensare alla nostra stupida regola di avere sempre le tende aperte perché in caso di emergenza potevamo comunicare dalle finestre.
Da quando lei è partita, quella stupida regola è inutile e io non apro quasi mai le tende. L'ho fatto solo quel giorno che c'era Sam da me. Volevo che ci guardasse.
Sono stato uno stronzo, ma volevo che soffrisse.
Le tende della sua stanza sono sempre aperte e posso vedere le pareti azzurre, gli scaffali pieni di libri e le tante foto appese. Quando si mette a studiare la vedo anche seduta alla scrivania.
Sono due giorni però che quella tenda è rimasta chiusa.
Mentre giocavo a basket l'ho vista in finestra. Ho provato a salutarla e ad accennare un piccolo sorriso, ma lei ha chiuso le tende e non le ha più riaperte.
Il giorno successivo e quello dopo ancora non è nemmeno venuta a scuola.
Sta male?
Non credo che Camille le permetterebbe di saltare due giorni di scuola la prima settimana se non avesse minimo 40 di febbre. I suoi genitori sono sempre stati molto fiscali con lei per la scuola e per tutto il resto. Mi ricordo di quando Cassandra veniva da me piangendo e sostenendo che i suoi non volessero una figlia, ma un robot perfetto.
Sono consapevole di esser stato uno stronzo mercoledì.
Lei si aspettava che dicessi la verità, che la conosco da quando avevo due anni, che il pomeriggio la mettevano sul mio stesso letto a dormire, che ci facevano il bagnetto insieme, che sono stato io a tenerle la manina durante i suoi primi passi e che la sua prima parola non è stata né mamma né papà, bensì Charlie.
Odio se qualcun altro prova a chiamarmi così, soprattutto Samantha che ci prova di continuo. Quello è il modo in cui solo lei può chiamarmi, ma dentro di me sento che forse non lo farò più.
Quel giorno, durante quella discussione con Samantha, ho sentito da lontano il rumore del suo cuore che si spezzava.
Sono diventato proprio un coglione dal momento in cui nel corridoio mi è venuta addosso quel lunedì mattina. Non l'ho nemmeno riconosciuta.
È così diversa dalla bambina di dieci anni che mi salutava con la manina da sopra il taxi che l'avrebbe portata all'aeroporto.
È cresciuta, si è fatta grande e soprattutto si è fatta bella, anche se per me lo è sempre stata.
Negli spogliatoi ho discusso con Callum e gli ho fatto capire che con lei non deve provarci. Nemmeno mi ha chiesto il perché. Dal mio sguardo ha capito che sono disposto a tutto per lei. Il vero problema, infatti, è Samantha.
Io e lei scopiamo da quando avevamo quattordici anni, dal primo anno di liceo, più precisamente da quando siamo diventati i capitani delle nostre squadre. Siamo stati i primi a essere nominati capitani al primo anno e forse è stato proprio quello ad avvicinarci, ma io le ho sempre fatto intendere che non potesse esserci nessun tipo di storia tra di noi e che se lei vuole scopare con altri, può benissimo farlo, proprio come faccio io. Però lei si ostina con questa stronzata della coppietta felice.
Le cose sembrano migliorate però, perché lei ha iniziato ad andare a letto anche con Cal e sembra proprio che sia riuscito a togliermela di torno, ma in questa settimana, da quando ha visto il modo in cui guardo Cassandra e il modo in cui la difendo, è tornata all'attacco, rivendicando il mio possesso.

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Thread of Love
RomanceDue migliori amici si ritrovano a vivere lontani per sei anni. Quando si rincontrano, lei immagina che sarà di nuovo tutto come prima, come se non fosse mai andata via, ma per lui non è così. La odierà e farà di tutto per tenerla lontana. Allo stess...