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Sono innamorata di lui.
Nijiro Murakami.

Non so cosa io abbia fatto per meritare la sua esistenza nella mia difficile e pesante vita ma sono infinitamente grata.

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Mio padre lavora per Shinsuke Sato sin dall'inizio delle riprese per la nota serie 'Alice in Borderland' come fotografo ON e OFF SET e siccome il contratto lavorativo comprendeva il viaggio a Tokyo e tutte le spese del suo alloggio prolungato coperte dalla compagnia, ha ben deciso di portarmi con lui.

Ricordo di quando papà aveva detto alla mamma che sarebbe andato in Giappone per lavoro e mi avrebbe presa con lui per darmi la possibilità di sbocciare nel mondo cinematografico.

Non so bene da dove gli potesse essere venuta l'idea che io volessi avere a che fare con nulla del genere ma essendo ancora a corto di idee sul mio futuro, accettai senza pensarci troppo.

Ora, sto sul sedile della macchina di uno dei microfonisti con la portiera aperta e una gamba penzolante di fuori mentre guardo come alcuni degli attori del cast ripassano fra di loro una scena prima che si inizi a girare.

Non ho idea di quale delle infinite scene che ho guardato questa sia, ma ho smesso di dare attenzione a quello che mi succedeva intorno da mezza giornata.
Cosa so per certo è che la prima stagione è completa ed è già da un'pó di tempo che stanno tutti lavorando alla seconda.

"Siamo pronti a girare! Prendete i vostri posti!", urla Sato (il regista).
Vedo Asahina, Kento e Tao prendere le loro posizioni ma qualcosa manca o meglio, qualcuno.
"Aspettate, dov'è Nijiro?", chiede l'aiuto regista.
Mi guardo intorno quanto mi è possibile dall'interno della macchina ma non vedo da nessuna parte il nostro Chishiya.

"Eccoci! Eccoci! Scusate!", dice la truccatrice accompagnando Nijiro in tutta fretta. La donna fa un inchino chiedendo ancora perdono e il ragazzo fa lo stesso prima di prendere il suo posto sul set e prepararsi per la scena.
"Scena del 'Re di Picche'. TAKE 1. Azione!", dice il tipo con in mano quel cartello nero e bianco che tiene aperto e appena detto 'azione' richiude con un click molto udibile.

Tale è stata la mia voglia di vivere ed attenzione per mezza giornata che non ho idea di quale 'gioco di Picche' della serie si tratti esattamente.
Osservo i quattro attori i cui personaggi sono Arisu, Kuina, Usagi e Chishiya trovarsi in piedi in mezzo alla strada finta della finta Shibuya creata dagli specialisti coinvolti nello svolgimento delle riprese, mentre una folla enorme di comparse corre fingendosi spaventata verso di loro per poi superarli e spargersi come pecore alla rincorsa.

Non sento quello che dicono gli attori perché la macchina in cui mi trovo sta ad una distanza di sicurezza per non influenzare le immagini riprese ma dal poco labiale che leggo, capisco che un pazzo scatenato sta venendo ad ucciderli tutti.

Osservo Nijiro camminare con l'indifferenza che avrebbe Chishiya mentre gli altri corrono e urlano.
Non posso fare a meno di sorridere ogni volta che lo vedo indossare quella parrucca e dopo la produzione della prima stagione di AIB ho notato numerosi commenti divertenti sul suo 'crusty hair'.

Ammetto che trovarmi in questa posizione con l'opportunità di vederlo da così vicino, mi fa sentire superiore alle fan impazzite dei social.
"Covey, prova qualche shot ravvicinato!", dice Sato a mio padre che con la fotocamera in mano scatta continue foto agli attori in movimento.
Prova a nascondersi dietro alcune auto da scena per non essere ripreso ed il regista gli fa segno di avvicinarsi cautamente.

La scena è arrivata al punto in cui Chishiya passa una delle sue bombe a Kuina ed Ann e Tatta, i rispettivi personaggi di Ayaka e Yutaro, entrano con una macchina a tutta velocità con l'intento di salvare gli altri quattro personaggi.
Chishiya muovendosi troppo lentamente poiché tanto indifferente, non riesce a salvarsi e si butta di lato cercando di proteggersi almeno dalla bomba che l'assassino ha lanciato.

Fa un certo effetto trovarsi sul set con loro ed è sicuramente diverso da come si vede in tv, inoltre mio padre si è completamente adattato e si muove come una spia sotto copertura per catturare i migliori scatti possibili.
"Stop!", dice il regista a squarciagola per farsi sentire fra il trambusto creatosi dagli effetti sonori.

"Grande scena, sono soddisfatto. È tutto per oggi signori e signore!", annuncia infine Sato segnando il termine di quella lunga giornata.
Esco dalla macchina chiudendo la portiera e mi avvicino a mio padre che controlla superficialmente i suoi scatti.
"Hai catturato qualche altra opera d'arte?", dico sorridendo orgogliosa del suo talento.
"Sembrano apposto, forse con qualche modifica qua e là arriveranno sulla pagina ufficiale della serie", risponde sorridendomi a sua volta.

Sto per offrirmi di aiutarlo con gli edit ma il microfonista che mi ha permesso di sedermi nella sua macchina ci raggiunge e taglia corto su quello che stavo per dire.
"Hey famiglia Covey abbiamo deciso di ordinare cibo take-out, vi aggregate ad una cenetta improvvisata?"

Guardo mio padre che sembra pensarci un'pó.
"Vabene, ma appena finisco il servizio fotografico di Nijiro", dice alzandosi da terra la borsa piena di strumenti necessari al suo lavoro.
L'uomo di cui nemmeno ricordo il nome accenna e se ne va ed io seguo mio padre su un lato dell'Ashikaga Scramble Studio per poi aiutarlo a piazzare una specie di specchio con sgabello che servirebbe a riflettere la luce come più si necessita.

Sapevo che dopo le riprese avrei dovuto dare una mano a scattare foto a Nijiro ma solo pensare a lui mi crea quel fastidioso senso che non posso controllare; Le farfalle nello stomaco.
Non oso immaginare quanto dovrò combattere contro me stessa per non arrossire al solo vederlo.

"Spero di non aver fatto tardi anche stavolta", ed eccolo che arriva con quella sua unica ed estremamente contagiosa risata.
"No no, sei arrivato giusto in tempo", lo rassicura papà permettendogli di posizionarsi davanti la fotocamera.
Mi faccio da parte silenziosamente e li lascio fare.
"Entra nel personaggio come se foste un'unica persona", gli indica mio padre e lui esegue rilassandosi più che può.

Ah, Nijiro. Gli viene naturale, è un modello perfetto e pur indossando ancora quella crusty parrucca e la tipica felpa bianca di Chishiya sono sicura che le foto saranno strepitose.

"Prova a guardare altrove. Trova un punto su cui focalizzarti e non guardare la lente", istruziona ancora mio padre.
Al loro serio modo di fare mi scappa una risata e finisco per incontrare lo sguardo con quello del ragazzo. Rimane immobile a fissarmi per secondi che mi sembrano lunghi e corti contemporaneamente.

Non ci vuole molto prima che mi incanti coi suoi occhi marroni e vibranti, luccicanti al contatto con i raggi del sole. Grandi e profondi, sicuri e dolci.
"Viridia!", al richiamo di mio padre mi sono accorta che stavo osservando il modello fin troppo.
"Sì scusa, che ahm...cosa mi hai chiesto?", mi raddrizzo e balbetto nervosa dopo aver fatto una figura assurda.

"Ti ho chiesto se potessi raddrizzare lo specchio. Perfavore", quell'ultima parola è stata pronunciata con una traccia di scocciatura il che mi ha fatta imbarazzare il doppio.
Mi incammino timidamente a raddrizzare quel dannato specchio che ho sempre odiato e fingo di non adocchiare il leggero sorriso di Nijiro agli eventi appena accaduti.

Cupid's Rainbow Arrows~Nijiro MurakamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora