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Lo sto guardando troppo? Forse dovrei guardare da un'altra parte.
Devo dire qualcosa, ma cosa?

"Non sapevo ti piacesse stare anche dietro le camere. Beh in questo caso sono felice di conoscere anche il tuo lato da fotografo apparte quello da modello e stella del cinema", arriva mio padre a rompere quello che stava per diventare ghiaccio molto, molto spesso.

"Proprio come avevo detto prima. È pieno di talenti nascosti, una continua sorpresa", ed ecco di nuovo Yori con le sue lusinghe, le sghignazzate da gatta morta e la mano che le regge quella testa da alieno in un altro segno d'interesse.

"Se non vi dispiace, io e mia figlia ci ritiriamo e mi porto un'pó di questo sushi a casa", vedo mio padre alzarsi e faccio lo stesso rilasciando il sospiro che non sapevo di star mantenendo.
"Sicuri di non voler rimanere?", chiede Kai.
"Grazie ma ho del lavoro da finire e sono sicuro Viridia si sia stancata di dovermi fare da assistente per la giornata", papà mi mette una mano sulla spalla ed io gli sorrido confortandolo.

Sarà stancante seguirlo sul set ogni giorno e magari anche leggermente noioso ma la sua compagnia mi basta.
Poi se ho la certezza di vedere la mia crush, il resto non conta.

"Potrei tenerle compagnia io", Yori si offre con atteggiamento amichevole e non so che intenzioni abbia.
"Potremmo anche diventare buone amiche", continua ricevendo l'accordo di mio padre.
"Sono certo le farebbe piacere".

No. Non mi farebbe piacere.
Ma posso fingere.

"Terrò a mente il discorso di prima. Non prometto nulla ma vedrò cosa posso trovare per una giovane, aspirante fotografa come te", Sato mi rammenta che intendeva davvero quello che ha detto precedentemente e ringrazio di cuore.

Così torno a casa con mio padre che regge il sushi goffamente impacchettato come fosse un tesoro ed appena messo piede nel salotto mi lascio cadere pigramente sul divano.
"Che giornata lunga che è stata", mi lamento accecandomi con la luce dal lampadario sul soffitto.
"Concordo, ma vorrei che trovassi qualcosa che ti piaccesse davvero".

"Cosa vuoi dire? A me piace andare al set e anche aiutarti a fotografare il cast", mi alzo sui gomiti e guardo papà mentre mette la sua giacca sull'attaccapanni.
"Lo so bene. Ma forse, dico forse, dovresti cominciare a farti una vita tua. Non so, trovare un lavoro decente, farti degli amici, magari tentare di farti una famiglia".

Sono perplessa. Senza parole.
"Una famiglia? Sul serio? Papà ho 18 anni! Poi Sato ha detto che troverà lui qualcosa, che ne sai che non mi offrirà il migliore lavoro di sempre!?", finisco per ridacchiare da sola.
Non pensavo che avrei avuto questo tipo di discorso con mio padre, in Giappone, a ore e ore di volo di distanza dal resto della mia famiglia.

"Sì sì, non sto dicendo nulla di male. Dico solo che alla tua età è giusto pensare alla vita da indipendente finché non troverai qualcuno con cui condividerla. Ma perché non provi a farti delle amicizie che durano e che potrai ricordare quando sarai vecchia come me?"

"Tu non sei vecchio, sei solo...più maturo. E saggio", gli dico facendo una smorfia alla definizione che ha dato di sé stesso. Lui non è vecchio.

"Yori è stata gentile oggi, ha voluto fare amicizia con te", continua lui ignorandomi.
"No. Ho sentito fin troppe cose su di lei e anche solo a vista so di non potermi fidare", con ciò rimetto la testa sul divano e torno ad accecarmi con il lampadario.

"Dia, è da un anno che stiamo qui e la tua vita sociale sta praticamente svanendo. Certo non voglio che tu stia costantemente fuori a sballarti con chissà chi, ma nemmeno a stare chiusa in casa ed evitare chiunque provi ad avvicinarsi", non so perché ci stia provando così tanto.
"Lo sai anche tu come è andata a finire con quel gruppetto tre mesi fa", gli ricordo di quello che è successo quando ho provato a fare amicizia con gente e sono finita per ritrovarmi ad uno sniffing party da cui sono scappata appena trovato il modo.

Ovvio, il mondo è pieno di persone con infinite personalità ma quei pochi che apprezzo non vogliono me e quelli che odio mi cercano dappertutto e sbucano da ogni angolo.

"E con il cast come ti trovi?", mi chiede dalla cucina finalmente appoggiando il sushi che stava sventolando per casa.
"Ho parlato con alcuni degli attori e sono tutti dolcissimi. Ma hanno tanti impegni e spesso non rimangono dopo le riprese, come oggi", avrei voluto che Kento o Tao, oppure Asahina (la regina suprema) mi degnassero di uno sguardo ma hanno anche loro una vita.

"Nijiro c'era", mi dice parlando ancora dalla cucina.
Io mi immobilizzo per un fratto di secondo e cerco di reagire.
"N-Nijiro? Murakami?", le parole escono dalla mia bocca da sole, non so nemmeno perché ho ripetuto il suo nome.
"Non conosco altri Nijiro", risponde papà.
"Ma tu pensi davvero che io conti così tanto? È già un miracolo che sappia della mia esistenza!", rido nervosamente.

"Allora perché non gli parli?", propone.
"A Nijiro?", chiedo stupidamente.
"A me sembra una persona meravigliosa ed avere un amico influente potrebbe aiutarti in futuro", mi sta dicendo di usarlo?

"Mi stai dicendo che dovrei usare Nijiro?", gli faccio la domanda insospettita.
"No, per carità. Ma se il tuo anziano padre ha trovato un lavoro così buono e ha portato anche la figlia snervante, magari desidererà di vederla sistemata come si deve un bel giorno no?", tutti i genitori hanno questo desiderio.

"Papà devi calmarti. C'è ancora tempo e Sato mi farà sapere presto su quello che ha per me, poi per le amicizie si vedrà", gli dico provando ad accertarlo del fatto che un tentativo verso tutto quello che mi ha proposto lo farò.
"Lo spero", finisce il discorso entrando nello studio dove lavorerà per un'pó con gli edit delle foto scattate.

Io sbuffo annoiata e prendo il telecomando per aprire Netflix.
Il bello è che nemmeno si apre bene che appare il trailer di 'Alice in Borderland'.
Scrollo in basso e mi ritrovo di nuovo la serie, classificata fra le top 10 del momento. Fingo di non vedere nulla e passo agli altri film suggeriti ma nulla attrae la mia attenzione e spengo la tv per andare nella mia stanza.

Non ho nulla da fare e le parole di mio padre mi sono rimaste impresse in testa. Ho veramente bisogno di socializzare ed incontrare più persone ma non so come fare.
Non posso mica andare per strada ed approcciare la prima ragazza che vedo o salutare a caso chiunque mi passi davanti.

Mi avvicino alla finestra e guardo la strada sovraffollata e le luci dei palazzi che si notano maggiormente col calare del sole.
Si è fatta sera velocemente ma è il mio periodo preferito della giornata.

Cupid's Rainbow Arrows~Nijiro MurakamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora