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Nijiro ha ancora la mano sulla mia schiena e la fa scorrere lentamente verso l'alto, arrivando al collo dove poi mi prende per il capo con gentilezza e facendomi voltare verso di lui mi da un bacio passionale, lungo, intimo, che forse si sarebbe dovuto tenere per quando ci saremmo trovati soli, senza Aya e mio padre che ci guardano.

Lo faccio subito allontanare quando scorgo mio padre osservarci in piedi, in silenzio, con un miscuglio tra sorpresa e orrore negli occhi e la sua solita espressione indecifrabile.
"Pa-", mi tremano le mani e provo a parlare ma lui alza una mano facendomi tacere all'istante.
"Se hai finito, possiamo andare", dice con un tono serio e basso che mi fa rabbrividire.

Scommetto che non si è ancora abituato a me e Nijiro che condividiamo questo tipo di 'affetto' senza alcun limite pubblico e lo capisco, tento di capirlo, ma dovrà abituarsi prima o poi.
Non potrò preoccuparmi sempre di nascondere baci e abbracci con il mio ragazzo a mio padre e lui dovrà farsene una ragione.

Lo seguo pensando se magari parlargli aiuterebbe a qualcosa quando Nijiro mi prende per mano facendomi voltare e guardarlo.
"Fammi parlare con lui", sorride dolcemente e lasciando la mia mano va dietro a papà con certezza.
Ho paura per Niji, ho paura che mio padre non possa capire e finisca per odiarlo.

Non voglio che lui odi il mio ragazzo, ho bisogno della sua vicinanza.
Non vivrei in pace sapendo che esiste un qualche conflitto così in famiglia.
"Tutto ok?", Asahina non è ancora andata via ed ha visto tutto.
"Fatti abbracciare su", mi avvolge con le sue braccia ed io la lascio fare.
Accolgo il suo appoggio e lo prendo a cuore, lo terrò a mente per sempre e sarò sempre onorata di averla conosciuta.

"Grazie Aya", le dico in un sussurro e lei mi strofina la schiena per confortarmi.
"Non stressarti, Nijiro piace a tutti. Tuo padre imparerà ad accettare la vostra relazione e con il tempo vedrà anche lui quanto è forte il legame fra di voi", le sue parole sono davvero confortevoli, riesce a rilassarmi solo con quel suo sguardo rassicurante.
"Forse dovrei andare a parlarci anche io", penso ad alta voce e lei fa un cenno permettendomi di andare nella stessa direzione in cui sono andati Niji e papà.

Mentre cammino respiro profondamente e faccio tremila preghiere mentali, sperando che mio padre non sia ridiventato il mostro che era circa un anno prima verso qualsiasi essere maschile che entrava nella mia vita.
Io capisco perfettamente, so che fino a qualche anno prima ero ancora troppo piccola e ingenua per avere un ragazzo ma adesso, pur essendo diciottenne sono una persona totalmente diversa.

Sono cambiata sia grazie a questa esperienza in Giappone che sto vivendo, sia grazie al passato.
La vita è complicata, si attorciglia e diventa difficile quando meno te lo aspetti.
Ma io vado avanti, sono sempre riuscita ad andare avanti e adesso voglio farlo con Nijiro.
Voglio che andiamo avanti insieme, che facciamo passi in vita insieme.

"Pap?", chiamo sul corridoio su cui dovrebbero trovarsi.
"Nijiro?", chiamo entrambi e svoltando l'angolo li trovo.
Stanno parlando umanamente, da adulto ad adulto e questo mi fa riprendere qualche battito cardiaco perso.
Mi guardano allo stesso tempo, con le braccia conserte.
Nijiro con il volto rilassato mentre papà sembra concentrato.

"Va tutto bene?", il dubbio non mi lascia e cerco di osservare mio padre e capire la sua espressione, sto analizzando la situazione.
"Ho solo una domanda", dice lui guardando me e Nijiro a turno.
"È per entrambi", continua pensando bene a come chiedere quello che sta per chiedere.
Niji mi prende per mano, la sua pelle soffice avvolge la mia e stringe per farmi capire che sta qui con me e che sopravviveremo anche a questa mini difficoltà.

"Pensate sia serio quello che c'è fra voi? Pensate durerà?", questa domanda mi sconvolge.
"Ma noi-", stavo per dire che abbiamo solo un paio di giorni e che sarebbe presto per definirlo ma il mio amato stringe ancora la presa alla mano e parla al posto mio.
"Signor Covey, non possiamo sapere cosa succederà col tempo e non possiamo veramente risponderle quando la nostra relazione è ancora recente. Ma posso dirle che a sua figlia ci tengo molto e non so se vale ma credo, no, io so di aver amato sua figlia in segreto per un anno e non smetterò finché non sarà lei stessa a chiedermelo", lo guardo parlare quasi con fierezza.

Mi sento emozionare.
"Se intendi veramente quello che dici, dovrei essere felice che mia figlia ti abbia trovato Nijiro", risponde papà alla sua dolce dichiarazione.
Niji mi dona uno sguardo veloce ma indimenticabile e sorridendo mi volto verso mio padre.
"Papà ti capisco. Forse non perfettamente, di sicuro non so come tu ti possa sentire in questa posizione di genitore ma voglio ricordarti che grazie a te sono la persona che vedi adesso. Le scelte che faccio sono sempre riformulate e penso a tutte le conseguenze, tutti i pro e i contro e Nijiro è semplicemente diventato parte della mia vita.
Potrai non credermi, potrai considerarmi piccola ed inesperta perché hai ragione, sono piccola ed inesperta ma lui...", tocco la spalla di Niji, lo sto mostrando a mio padre come se fosse il mio tesoro.

"...lui non è stato un errore e sono ancora certa che non lo sia.
Tutta la vita abbiamo scherzato sul momento in cui sarei arrivata a dirti che amo qualcuno ed ho pensato che fosse nulla, che fosse falso e che questo momento non sarebbe mai arrivato perché io mai mi sarei innamorata davvero", mi sento così sicura di me che se non finisco questo discorso in questo precisissimo momento, non sarò mai capace di rimostrare questa parte di me.

"Io lo amo papà, l'ho amato sin dalla prima volta che ho messo piede sul set. L'ho amato ogni giorno per tutto il primo anno che ho passato qui e continuo ad amarlo allo stesso modo anche adesso mentre ti parlo", il suo volto è rimasto indecifrabile.

"Lo ami...", ripete incredulo.
"Sì, lo amo. Vabene, non credermi. Lo so che non mi credi, ti conosco fin troppo bene ma voglio dirti un'ultima cosa", questo coraggio è tutt'altro che mio.
"Ho avuto 365 giorni per pensare se valesse la pena provare qualcosa per una star del cinema che mai avrei pensato mi avrebbe voluta al suo fianco.
365 giorni di dubbi e paure e costanti imbarazzi che tu non hai mai notato quando mi chiedevi di aiutarti con gli shot fotografici.
Non ti sei mai accorto di come arrossisco per tutto; quando rido, quando mi vergogno, quando mi arrabbio, quando sono sorpresa", adesso ho catturato la sua attenzione, sta ascoltando come si deve.

"Tu non hai fatto attenzione a questi minuscoli dettagli e sei mio padre. Lui invece, per tutto quel mio periodo di costanti dubbi se ne è accorto. Nijiro ha fatto attenzione a me ed è arrivato a conoscermi e capirmi meglio di chiunque altro senza nemmeno dovermi rivolgere parola", continuo a raccontargli tutto dalla mia prospettiva.

Cupid's Rainbow Arrows~Nijiro MurakamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora