Chapter 34

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*Pov's Caroline*

I mesi passano e anche in fretta, sono esattamente passati sei mesi da quando ho scoperto di essere incinta. Adesso, sono al nono mese, quindi, il mio piccolo tesoro dovrebbe nascere a breve. Leo, Kate e Tom non vedono l'ora di vederlo. Io, però, sono quella più in ansia; sì, non vedo l'ora di vederlo anche io, però, allo stesso tempo, ho anche paura. Paura che assomigli troppo al padre.
Con Tom va tutto bene, ci siamo fidanzati. È un ragazzo meraviglio, gentile ed amorevole, e sono sicura che sarà anche un ottimo padre per questa bambina. Eh sì, è una femmina ed ho anche deciso il nome. Si chiamerà Sophie Di Nuzzo, quando vorrà potrà cambiare cognome, per ora, avrà il mio.
Adesso io e Tom siamo seduti sul divano a guardare la TV abbracciati.
Accarezzo il mio ventre.
Stiamo guardando "La maschera di ferro", con Leo. Ci ha regalato il DVD del film, dopo che gliene hanno regalato due.
A proposito di Leo. Lui e Kate stanno ancora insieme. Sono una coppia perfetta e si amano sempre di più.
Appena finisce il film, sento le lacrime scendere dai miei occhi. Sono diventata emotiva con questa gravidanza.
"Mamma mia, bellissimo!"
Esclamo commossa.
Tom mi asciuga le lacrime e ridacchia.
"Concordo. Bellissimo film e due grandi attori, tra cui Leo."
Dice lui.
Annuisco.
Poggio la testa sulle sue gambe e mi lasciò coccolare.
Improvvisamente, sento delle fitte al basso ventre, dei calci e del liquido fuoriuscire.
No, non mi dire! Non mi dire che si sono rotte le acque?!
Mi metto a sedere e noto una goccia di liquido sul divano e i pantaloni bagnati.
"Tom, mi si sono rotte le acque!"
Esclamo.
Altra fitta dolorosissima. Urlo dal dolore.
"Ehy, ehy. Respira, ok?"
Dice.
Prendo boccate d'aria e respiro con calma.
"Brava, tu adesso continua così. Io chiamo Leo e gli dico di preparare la macchina.
Si alza, lo blocco per il polso.
"N-non...non mi...abbandonare."
Dico tra le fitte al basso ventre.
Mi sorride dolcemente, mi accarezza le guance e mi bacia.
"Mai. Chiamo Leo."
Dice.
Appena Leo risponde, Tom gli dice di prendere la macchina e venire.
"Ahhh, fa male...aaaaahrg!"
Urlo.
"Calma, devi respirare, respira. Leo sta arrivando, fra poco saremo in ospedale."
Mi dice accarezzandomi le spalle.
Annuisco mentre cerco di non urlare per il dolore.
Dopo dieci minuti Leo arriva. Tom prende le chiavi di casa e, appoggiata a lui, usciamo di casa. Mi aiuta a salire in macchina al posto dietro.
"Ehy, baby. Sophie ha voglia di venire al mondo, a quanto pare!"
Esclama felice Leo.
"Non è il momento di scherzare, Lello. Fa male, tanto male. Non puoi capire!"
Esclano.
Ed ecco un'altra fitta.
Dopo quaranta minuti arriviamo in ospedale. Sempre al Cedars-Sinai Medical Center.
Mi prendono sottobraccio e mi accompagnano dentro.
Ci viene incontro una giovane infermiera.
"Signori, che succede?"
Ci chiede allarmata.
"La signorina deve partorire, le si sono rotte le acque."
Risponde serio Tom.
L'infermiera mi guarda ed annuisce.
"Seguitemi, la faccio accomodare in una stanza apposita."
Dice.
La seguiamo e mi porta in una stanza con un solo lettino.
"La prego di sdraiarsi. Devo controllare di quanto è la dilatazione."
Mi dice.
Annuisco e mi sdraio sul lettino.
La giovane dice a Tom e a Leo di uscire e chiude la porta.
Mi tolgo le mutande e controlla la dilatazione.
"Direi che la dilatazione è anche tanta visto che le acque si son rotte da poco. Tre centimetri."
Dice.
Annuisco.
"Allora, sua figlia, o suo figlio, ha voglia di nascere, ma deve aspettare ancora un po'. Per fare sì che la dilatazione raggiunga il suo massimo, cioè dieci centimetri, le consiglio di camminare dal letto alla finestra, fare un po' di stretching e sedersi a gambe aperte su questo pallone e fare movimenti lenti da destra a sinistra e viceversa. La verrò a controllare tra due ore. Se ha bisogno, basta che spinga questo pulsante rosso."
Mi spiega indicando il pallone su cui devo fare esercizio e il pulsante.
"Molte grazie."
Dico.
"Si figuri, siamo qui per questo."
Dice andandosene.
Leo e Tom entrano.
"Allora? Che ha detto?"
Mi chiedono preoccupati.
"Dilatazione di tre centimetri. Devo fare esercizi per farla aumentare."
Dico iniziando a camminare dal letto alla finestra.
"Stai un po' ferma, baby?"
Mi chiede Leo.
Scoppio a ridere.
"Scemo, è uno degli esercizi che mi ha assegnato l'infermiera."
Dico.
"Ah...scusa...ma siamo ignoranti in questo..."
Dice lui di rimando.
Ridacchio.
Ho un'altra fitta e un calcio.
Mi appoggio alla testiera del letto ed urlo dal dolore.
"Tutto bene?"
Mi chiede Tom venendomi incontro.
Nego con la testa.
"No, niente va bene, ok?!"
Esclamo nervosa.
Passano così due ore, tra le mie urla e i vari esercizi.
"Eccoci, si sdraia di nuovo sul lettino!"
Esclama l'infermiera facendo uscire i due uomini.
"Perfetto, ci siamo quasi, altri quattro centimetri e potrà andare in sala parto.
Continui così."
Dice andandosene.
Sei centimetri di dilatazione.
Continuo a fare esercizi, ma le fitte e i calci aumentano sempre di più.
Passano due ore e mezza. L'infermiera torna e controlla di nuovo la dilatazione.
"Signora, la porto in sala parto, è pronta."
Dice.
Annuisco.
Mi dà una tunica verde da indossare ed una cuffia sempre verde.
Mi sdraio di nuovo sul lettino.
"Loro due possono venire?"
Chiedo indicando Tom e Leo.
"Certo, ma in sala parto potrà entrare solo uno dei due, deciderà lei chi."
Mi dice.
Annuisco e ringrazio.
Altra fitta. Non urlo, mi mordo il labbro inferiore.
Arriviamo all'entrata della sala parto. Scendo dalla barella.
"Chi vuole dentro?"
Mi chiede la giovane.
Guardo Tom e gli sorrido.
Si avvicina a me.
"Buona fortuna, baby!"
Esclama Leo mentre entriamo in sala parto.
Mi sdraio su un altro lettino e poggio le gambe su due poggioli.
Arriva il mio ginecologo, che è anche un ostetrico.
"Sua figlia a voglia di nascere, eh?!"
Afferma ironico.
"A quanto pare, sì."
Dico.
Ridacchia.
Si mette in posizione.
"Al mio tre spinga. Uno. Due. Tre."
Dice.
Spingo. Spingo forte. Dolore. Male. Tanto male.
Stringo forte la mano a Tom.
"Deve spingere più forte che può, signorina!"
Esclama il dottore.
Annuisco e spingo ancora.
"Forza, amore. Forza. Fai nascere Sophie."
Mi sussurra all'orecchio Tom.
Do altre spinte. Sempre più male. Stringo sempre di più la mano a Tom.
Spingo ancora e ancora.
Tutto ciò, fino a che, dopo cinque ore e mezza di travaglio e dolore, sento qualcosa muoversi.
"Vedo la testa, signorina. Forza, un'ultima spinta e sua figlia nasce."
Mi incita il dottore.
Faccio come mi ha detto di fare. Do un'ultima spinta e riecheggia il vagito di un bambino, anzi di una bambina. Della mia bambina.
Il dottore le taglia il cordone ombelicale e me la dà in braccio.
È bellissima e piccolissima. Appena apre gli occhi, però, mi viene in mente il padre. Ha due grandi occhi azzuri come quelli del padre. Le do il mio indice e la piccola lo stringe.
"Ciao tesoro della mamma. Sei una bellissima principessa. La mia piccola principessina."
Affermo amorevolmente e sorridendo.
"È bellissima."
Afferma Tom.
"La vuoi un po' in braccio?"
Gli chiedo.
"Mi piacerebbe."
Dice.
La prende e la culla.
"Sarai un ottimo padre!"
Esclamo osservando dolcemente Tom mentre culla Sophie.
"Anche se non sono il suo di sangue."
Dice serio.
"Il padre è colui che cresce con amore un figlio o un figlia, e tu la crescerai con amore, ne sono certa."
Affermo.
"Signore, se mi vuole seguire le mostro come lavare e vestire vostra figlia "
Dice l'infermiera che mi aveva portata in sala parto.
Tom guarda me e poi Sophie.
"Va bene."
Dice.
Gli sorrido incoraggiante.
Segue l'infermiera.
"Signorina Di Nuzzo, c'è Leonardo DiCaprio che la cerca."
Mi dice un infermiere.
"Oh, può entrare?"
Gli chiedo.
Annuisce.
"Allora, lo faccia entrare."
Affermo.
Annuisce ed esce un momento.
Vedo Leo entrare e venirmi incontro.
Mi abbraccia forte. Ricambio.
"Baby, sono troppo felice per te."
Afferma sorridendomi.
Ricambio il sorriso.
"Grazie, Leo. Adesso l'hanno portata a lavare, appena torna la potrai prendere in braccio."
Affermo.
Dopo una decina di minuti, vedo Tom tornare con un fagotto in braccio.
Allungo le mani per riprenderla tra le mie braccia.
È una bambina così bella. Sembra anche sorridermi. Ha indosso una bella tutina rosa accesso. Le sta benissimo.
"Salita lo zio, Sophie!"
Affermo prendendo la sua manina e facendo il segno del saluto a Leo.
Quest'ultimo la prende in braccio.
"Ciao principessina, ma come sei bella! Io sono lo zio Leo!"
Esclama Leo amorevolmente.
Anche lui sarebbe un bravissimo padre. Ne sono sicura.
"È bella come te, bellezza! Diventerà una rubacuori!"
Esclama Leo guardandomi e facendomi l'occhiolino.
Ridacchio.
Mi riportano nella stanza dov'ero prima e mi portano da mangiare, visto l'orario. Sono le 19:30.
Leo resta con noi fino alle 21:00.
"Io vi saluto, torno a casa da Kate. Domani scrivetemi, così, se ti dimettono, vi carico!"
Esclama sorridendoci.
"Certo, Leo. Ci vediamo domani!"
Saluto sorridendogli.
"Ciao, Leo!"
Lo saluta Tom.
Se ne va.
"Ha ragione lui, Sophie ti assomiglia moltissimo."
Afferma Tom.
Gli sorrido.
La guardo sul volto. Gli occhi mi ricordano il padre.
"Mi assomiglia sì, ma ha molti lineamenti del padre."
Affermo seria.
"Non farti prendere dalla rabbia. La cresceremo insieme e sarà una bambina felice!"
Esclama lui stringendomi la mano e baciandomela.
Gli sorrido e mi sporgo per baciarlo.
Poi, chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo. È stata una lunga e dura giornata.

I Will Always Love You❤️ ~Brad Pitt~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora