19. breathe me

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Le mani di Livia sudavano freddo, al punto da temere che il microfono stretto nel suo pugno destro potesse scivolarle via.

Era decisamente una brutta giornata. L'aveva capito da quando la sveglia era suonata; da quando nel letto accanto al suo non aveva visto i boccoli di Maddalena sparsi per il cuscino a incorniciare il suo viso ancora avvolto dal sonno; da quando la porta vetrata della casetta le aveva mostrato una pioggia fitta, che non accennava a diminuire.

Quella pioggia Livia l'avvertiva anche fra le pareti di quella stanza, oltre il plexiglas che la separava dalla vocal coach Raffaella, come se il soffitto si fosse spalancato improvvisamente e avesse lasciato l'acqua inondare il suo corpo inerme e indifeso.

«Livia, vuoi che ci fermiamo?» si sentì chiedere dalla donna davanti a lei, che aveva i capelli legati intorno a una matita e il viso poggiato sui palmi delle mani.

La romana sospirò, la base fu interrotta ed entrambe ne approfittarono per bere un sorso d'acqua.

«Scusami, davvero» sussurrò poi l'allieva.

«Ma non devi scusarti. Che ti succede tesoro? È per i tuoi compagni?»

Erano due giorni che Livia non vedeva sei dei suoi colleghi. Samu, Maddalena, Wax, NDG, Valeria e Tommy Dali erano stati protagonisti di un episodio spiacevole, la notte di Capodanno, e la produzione aveva deciso di isolarli nelle stanze verde e gialla in attesa di un provvedimento. Si dovevano autogestire, in quanto non fu permesso loro di frequentare le lezioni, e non potevano avere contatti con i compagni non coinvolti.

«Sì, principalmente per loro...» rispose Livia, sedendosi sullo sgabello. «...ma neanche la canzone aiuta».

Lorella le aveva assegnato Breathe me di Sia, una canzone struggente che le aveva risvegliato dei ricordi dolorosi. Era un grido d'aiuto, lo stesso che non troppo tempo prima la ragazza aveva esternato.

«Ti rispecchi molto nel testo di questa canzone, vero?» chiese Raffaella.

Livia annuì energicamente, mentre una lacrima iniziò a rigarle la guancia sinistra.

«Il fatto è che ero abituata a raccontare le mie giornate, i miei umori, le mie paure a una persona... a Samu» disse d'un fiato, intrecciando nervosamente le dita delle mani. «e in questo momento il fatto che non ci sia... è come se mancasse il mio punto di riferimento. Da quando Lorella mi ha assegnato questo pezzo sento l'esigenza di raccontargli la mia storia, tornare in casetta e vederlo, abbracciarlo mi dava sicurezza... adesso mi sento persa».

Raffaella si alzò dalla sua postazione e si avvicinò alla parete del plexiglas; non poteva avere contatti fisici con i suoi allievi, ma teneva a dimostrare alla ragazza in crisi davanti a lei tutto il suo sostegno e la sua vicinanza.

«Ti capisco, tesoro» disse poi. «Questo però non deve impedirti di sfogarti con qualcuno. Comprendo che avresti voluto farlo con la persona a cui sei più legata ma ora come ora non c'è e tu non puoi tenerti tutto dentro».

«Posso farlo con te? Altrimenti rischio di impazzire» la bionda si asciugò le lacrime.

«Ma certo che puoi! Se senti questo bisogno di raccontarmi ciò che ti passa per la testa fallo. Noi insegnanti siamo qui anche per questo. Permettimi di aiutarti».

Livia tirò su con il naso, osservando la sua vocal coach. I suoi occhi dolci riuscirono a tranquillizzarla e contribuirono a far smettere di piovere dentro quella stanza. Doveva parlarle e raccontarle tutto.

«In questa canzone Sia parla del suo mostro interiore, che la spinge spesso a farsi del male» iniziò, con le gambe incrociate e lo sguardo fisso nella donna davanti a lei. «Prende consapevolezza di questo, infatti dice there's no one else to blame proprio perché lei sa che non è colpa di nessuno, è un male che la fa sentire inutile, senza scopi, da sola. Ma proprio perché ne prende consapevolezza chiede disperatamente aiuto, dice be my friend, hold me [...] I am small and needy: sii mio amico, avvolgimi fra le tue braccia perché io mi sento così piccola e ho bisogno di aiuto».

𝐫𝐚𝐯𝐞, 𝐞𝐜𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢 ☽ | Amici22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora