❥ Lost

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"No, no, no.. no. Eww. assolutamente no. Mhh, forse questa felpa.. No, nemmeno questa si salva".

"Jin, hai idea di quanto siano costati quei vestiti? Trattali con più cura e non tirarli per terra in quel modo!".

Ero sdraiato sul mio letto, e mentre rimproveravo con lo sguardo il mio amico, quest'ultimo si stava divertendo a scegliere per me i vestiti che avrei portato a Seul. Era già passata quasi una settimana dall'incontro con Rosé. La mia partenza ormai era imminente.

"Come se importasse. Anche se te li rovinassi potresti comprarteli tutti di nuovo in mezza giornata. Potresti ordinare a Susy di comprarli per te! Non dovresti nemmeno scomodarti, stupido ragazzino viziato". Rispose a tono Jin continuando a frugare nel mio armadio.

"Ok. Punto primo, io non ordino nulla a Susy. É un essere umano e anche se i miei genitori la trattano come una schiava, io non sono come loro. Punto due.. non sono viziato". Sentite quelle parole, Jin scoppiò in una sonora risata.

"Smettila, Tae! Tu non sei viziato? E queste maglie della Celine uguali ma di colore diverso che significano? Le persone normali a stento riescono a permettersene una sola maglia Celine. Tu, addirittura, ne hai quattro identiche con colori diversi. Sei patetico. Abbi almeno la decenza di stare zitto".

Mi strinsi nelle spalle, arrendendomi di fronte ad una tale ovvietà..

"Comunque", proseguì Jin. "In questo armadio ci sono vestiti troppo seri. Dovresti conformarti un po' alla moda del momento: jeans strappati, maglioni larghi..".

"Sai già che adoro il mio stile. Non sprecare il tuo fiato". Finalmente Jin si girò verso me regalandomi un sorriso sincero, come se volesse dirmi: lo so, ti conosco troppo bene ormai.

E tutto d'un tratto, per la prima volta, arrivò la consapevolezza. Mi colpì così forte che quasi ne percepii il dolore fisico: era quasi arrivato il momento di salutare il mio migliore amico. Non lo avrei rivisto per chissà quanto tempo, e il pensiero di non averlo con me in un momento tanto importante della mia vita mi faceva paura. Eravamo abituati alla presenza costante l'uno dell'altro, ed adesso dovrò cavarmela da solo. Ed anche se sono sicuro che riuscirò a farcela nonostante la sua lontananza, mentirei se dicessi che non mi mancherà da morire.

"Jin, mi mancherai". Confessai istintivamente in preda alle emozioni.

"Oh, piccolo Tae, mi mancherai anche tu". Non riuscii a resistere e mi gettai sul mio amico abbracciandolo forte. "Dai, non fare così. Dovresti essere contento di avere la possibilità di iniziare una nuova vita".

"Lo so, Jinnie. É solo che..". Non mi fece terminare la frase che mi interruppe strattonandomi appena.

"É solo che niente. Non preoccuparti. Trascorrerai un anno magnifico lontano dalle due bestie, libero di essere chi vuoi. E quando ritornerai, io sarò qui, dalla tua parte, ad impedire che loro possano prendersi la libertà di fare del tuo futuro quello che vogliono. Per adesso goditi il presente".

"Grazie, Jin..". Sussurrai al suo orecchio. Non volevo ancora staccarmi dalla sua presa rassicurante.

Odio sentirmi così. Sono sempre così forte e sicuro di me stesso.. ma quando penso al futuro che mi spetta, per quanto sia determinato e sicuro di non voler sposare Rosé, quel Taehyung vacilla, e subentra il Taehyung incerto ed inerme.

Avrei voluto dire a Jin che le maglie Celine, la collezione di I-phone, le mille paia di scarpe, la camera sommersa da tecnologie all'avanguardia, non valevano nulla per me. L'unica cosa che avrei voluto da sempre sarebbe stata la libertà di essere chi realmente io sia; vivere la vita con leggerezza, senza stupide pressioni sociali/matrimoni forzati stabiliti già da quando avevo 15 anni. Avrei voluto continuare a studiare nella mia Daegu insieme a Jin. Avrei voluto continuare a vedere Chan ogni volta che si sarebbe presentata l'occasione, e sicuramente non avrei voluto allontanarmi dai miei locali preferiti. E invece sono stato costretto a prendere la decisione di partire per poter assaggiare, anche se per poco, quella libertà che tanto desideravo..

Come se Jin avesse telepaticamente sentito tutti quei pensieri, si staccò dall'abbraccio e mi scompigliò i capelli affettuosamente.

"Dai, usciamo. Ti offro il gelato".





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"Dunque non riuscirete a vedervi prima della partenza?".

"No, sono io che non voglio vederlo prima della partenza".

Seduti al tavolo della nostra gelateria di fiducia, io e Jin stavamo scambiando due chiacchiere.. per l'ultima volta.

"E come mai?".

"Perché odio gli arrivederci a lunga durata. Inoltre Chan è un tale romanticone quando vuole.. se ne uscirebbe con qualche frase smielata che mi darebbe fastidio". Schiusi leggermente le labbra per tirare fuori tutto il fumo mentre mi godevo uno degli ultimi timidi soli autunnali. L'aria sempre più fredda scacciava via ogni preoccupazione: lontano dalle mura domestiche, ero tornato il solito Taehyung sicuro di sé.

"Ad esempio?".

"Mmmh". Mi fermai qualche secondo a riflettere. "Ad esempio: come farò senza il mio Taehyung? oppure: non troverò mai nessun altro come te da scopare".

"Ma come, pensavo fosse solo sesso tra voi!". Jin aveva già terminato il secondo gelato e stava contando le monetine nel suo portamonete per comprare il terzo. Tipica scena alla quale ero abituato. Se c'era una cosa che Jin adorava più di sé se stesso, era il cibo.

"Lo è. Ma è anche un tenerone alle volte. Te l'ho già detto".

"Mmh, ma non è che vi piacete a vicenda?".

"Se intendi dal punto di vista fisico, sì, cazzo. Se intendi sotto qualsiasi altro punto di vista, allora la risposta è no. Lo sai, Jin. Nessun tipo di legame fin quando non avrò.. fin quando la situazione con il matrimonio.. insomma, fin quando non sarò del tutto libero di fare quello che voglio". Tirai nuovamente la sigaretta in bocca, che, ahimè, era quasi finita.

"Devi smettere di fumare".

"Fatti i fatti tuoi. E poi cosa c'entra questo discorso con quello che ti ho appena detto?". Lanciai uno sguardo confuso al mio amico mentre espirai l'ultima boccata di fumo. Che palle. Si era già finita.

"Non c'entra nulla, ma è sempre bene ricordarti che devi smetterla, idiota". Mi bloccò immediatamente appena mi vide provare ad accenderne un'altra. Se non mi sentissi così triste al pensiero che questa sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto per molto tempo, probabilmente gli avrei già dato uno schiaffo ed acceso la sigaretta. "É solo che voglio il meglio per te, Tae. Vorrei che ce la smettessi di essere così duro con te stesso e ti lasciassi andare. Anche con Chan, ad esempio. Mi parli sempre bene di lui. Perché non hai mai provato ad andare oltre con lui?". Jin posò una mano sul mio ginocchio ed iniziò ad accarezzarlo a mo' di conforto.

"Vedrai che arriverà quel momento, Jinnie. Per ora mi va bene così". Mi sforzai di sorridere il più sinceramente possibile per tranquillizzare il mio amico che, notando il mio sorriso, si lasciò contagiare e mi sorrise di conseguenza.

"Va bene, Tae". Controllò l'ora dal cellulare e sospirò. "Mi sa che è arrivato il momento".

"Già. Sarà meglio che torni a casa a controllare di non star dimenticato nulla".

E così mi alzai e me ne andai.

Il mio autista personale mi stava già aspettando da qualche minuto. Prima di salire in macchina, però, rivolsi un ultimo sguardo al mio amico. Ci sorridemmo un'ultima volta e poi mi voltai. Non dissi nulla di dolce, né tantomeno lo avrei abbracciato un'ultima volta.

Non c'era bisogno che giustificassi il mio comportamento: Jin sapeva.

Odiavo gli arrivederci a lungo termine.

Non tutti, ovviamente.

Solo quelli che mi facevano stare male.



༄ؘ  𝗙𝗲𝗮𝗿𝗹𝗲𝘀𝘀  ||  𝗧𝗮𝗲𝗸𝗼𝗼𝗸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora