Senza dire una parola la seguii all'interno della sua macchina di lusso.
Riconobbi immediatamente l'autista: era lo stesso ragazzino di sempre, quello che ci accompagnava durante i nostri appuntamenti. Notai che non era in tenuta da lavoro. Indossava anch'egli una felpa.
Il tutto mi sembrò molto strano. E le cose si fecero ancora più strane perché nessuno osò proferire parola.
C'era assoluto silenzio.
Il ragazzino continuava a guidare. Rosé rivolgeva lo sguardo fuori dal finestrino, seduta accanto a me con il cappuccio della felpa ancora sulla testa.
Mi sentivo a disagio.
Ero in macchina con due perfetti sconosciuti, senza conoscerne le loro intenzioni.
Continuammo il viaggio in silenzio ed immobili.
Solo dopo una decina di minuti, dopo aver girato a destra e a sinistra tra le vie desolate di Daegu, la macchina accostò di fronte ad un bar aperto 24 ore su 24.
"Grazie, a dopo".
Finalmente la giovane ruppe quello strano e fastidioso silenzio, salutando l'autista. Quest'ultimo, per tutta risposta, restò in silenzio. Solamente mi dedicò uno sguardo agghiacciante, come a volermi ammonire, spaventare.
Scesi immediatamente da quella macchina prima che quel tipo si fiondasse addosso a me e mi sferrasse calci e pugni (il suo sguardo mi suggeriva che quelle fossero proprio le sue intenzioni!!).
Seguii la biondina dentro il locale, che per l'occasione aveva legato i capelli in una coda bassa, non aveva in viso alcuna sfumatura di trucco, ed indossava una tuta molto morbida.
Inusuale.
Ma nulla di tutto ciò che stava avvenendo quel giorno poteva essere considerato "normale". Dentro me avevo sperato che finalmente quella maledetta giornata fosse giunta al termine. Ed invece, di fronte a me, seduta ed accigliata.. era spuntata una nuova sorpresa, anzi, una nuova sfida da affrontare: Rosé.
La ragazza poggiò i gomiti sul tavolo e posizionò il viso sulle mani intrecciate.
Mi fissava.
Io fissavo lei, non capendo cosa stesse succedendo.
Ma non dissi nulla: era stata lei a chiedermi di seguirla, era stata lei a portarmi in quel cafè, dunque sarebbe stata lei a fare la sua prima mossa.
E la fece.
Quando il cameriere si avvicinò per lasciarci i menù, la ragazza prese a parlare.
"Io sono già pronta per ordinare, non mi servono i menù. Prendo un latte macchiato. Tu, cosa vuoi?".
Non si rivolse a me con grazia, come era solita fare. Si comportava come una "ragazza normale". La cosa, pensai, non mi diede fastidio, né mi sorprese. Perché in quel momento realizzai che anche Rosé, proprio come me, aveva sempre finto.
"Io prendo un espresso. Doppio".
Il cameriere riportò i menù con sé e ci disse che a breve saremmo stati serviti.
"Caffè doppio a quest'ora, Taehyung? Ma come, non hai paura di non addormentarti?".
"Ho come l'impressione che comunque stanotte non dormirò. Tanto vale ordinare qualcosa che mi aiuti a restare sveglio".
"Oh, fidati, non avrai bisogno dei caffè per restare sveglio".
Staccò i gomiti dal tavolo e sciolse le mani, rivelando un paio di labbra divertite e pronte a sputare fuori il veleno più letale.
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༄ؘ 𝗙𝗲𝗮𝗿𝗹𝗲𝘀𝘀 || 𝗧𝗮𝗲𝗸𝗼𝗼𝗸
Fanfiction-..Ma ho imparato a fingere bene, comunque. Ho sempre vissuto una doppia vita: a casa sono sempre stato il figlio perfetto agli occhi dei miei genitori, obbediente ed educato. Nei pub, o in giro per le feste invece mi trasformavo nel Taehyung che pr...