❥ Rain

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Non ero solito indossare tute così larghe. 

Figuriamoci, poi, se avessi anche dovuto indossare degli occhiali da sole che stonavano completamente con l'outfit. 

Purtroppo, non avevo alternative. Jungkook avrebbe potuto trovarsi nei paraggi, e non potevo rischiare di farmi vedere. 

Restavo immobile all'interno dell'elegante, grande e costosa macchina di Rosé mentre osservavo la mia casetta essere svuotata da tutto: armadi, letto, divani, sedie.. ricordi. Quella preziosissima casa, che aveva visto nascere e consumarsi l'amore tra me e Jungkook, stava perdendo a poco a poco vita. Ma era inevitabile : io non potevo più viverci..avevo altri progetti davanti a me.

Se prima la mia vita era stata sempre scandita dalle decisioni dei miei genitori, quel giorno -il primo giorno in cui io e Rosé avevamo dato inizio al nostro piano d'azione-  ero invece diventato la marionetta della biondina. 

Mi soprese la raccapricciante scoperta di non essere mai stato in grado di gestire la mia vita secondo la mia volontà. Ma ormai era troppo tardi: per la seconda volta, avrei vissuto secondo le decisioni di qualcun altro. Certo, Rosé, più che alleata, stava pian piano diventando un'amica.. Ma comunque stavo eseguendo i compiti che lei aveva deciso per me. 

Perciò, dopo la lunghissima chiacchierata tenuta con la giovane, mi presi un paio di giorni per riflettere sul da farsi. La prima mossa era chiara: sparire da quel posto che mi legava indiscutibilmente a Jungkook.

Quando vidi trasportare fuori il mio amatissimo Jukebox, fu strano sfiorarmi le guance e accorgermi che le lacrime non vennero fuori. Forse ero semplicemente stanco di piangere. O forse il progetto futuro, la fine di questa fottutissima guerra mi vedeva vincitore. Questo pensiero mi consolava, ma allo stesso tempo spaventava da morire.. Perché nulla era garantito. 

Il piano di Rosé era stato studiato e rivisitato innumerevoli volte, ma non avevamo alcuna certezza che il corso degli eventi non avesse influito sulla buona riuscita del progetto. 

Sospirai. 

Sporsi il viso fuori dal finestrino, cercando di respirare lentamente per calmare i battiti del cuore che cominciava a battere più velocemente. 

"Signore". 

Mi voltai verso la voce lontana che richiamava la mia attenzione. 

"La casa è vuota. Possiamo, dunque, trasportare il tutto all'indirizzo che ci ha fornito?". Annuii in silenzio. "Lei viene con noi?". 

"No. Ci sarà il mio amico Hobi ad aspettarvi. Grazie". 

Il facchino mi salutò con la mano. Dopo aver chiuso il camion, vi salì sopra, accese il motore e partì.

Mi sarei trasferito a casa di Rosé ed Hobi. 

Era stata lei ad invitarmi. Ed io, non volendo più restare a casa con i miei ed non potendo più vivere nella mia, fui costretto ad accettare. 

Rosé mi raccontò che era stata lei stessa ad acquistare quella piccola e sperduta casetta, complicata da raggiungere che neanche i suoi genitori avrebbero potuto disturbata. 

Non che ci potesse stare chissà quanto, però capitava che ogni tanto che riuscisse a rifilare un paio di scuse ai suoi per sgattaiolare lì con Hobi. Ed è lì, pensai, che consumavano indisturbati il loro amore. Ed è lì, dunque, che avvenne "l'irreparabile". 

"Non chiamare mia figlia in quel modo!".. mi rimproverava Rosé ogniqualvolta mi riferissi al feto in quel modo. 

Per Rosé, invece, che era convinta sarebbe stata una femminuccia, il suo arrivo avrebbe segnato la sua rinascita; sarebbe stata la sua vittoria nei confronti dei suoi genitori, che avevano designato per lei un futuro diverso. 

༄ؘ  𝗙𝗲𝗮𝗿𝗹𝗲𝘀𝘀  ||  𝗧𝗮𝗲𝗸𝗼𝗼𝗸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora