𝗽𝘂𝗹𝗹 𝗺𝗲 𝗳𝗿𝗼𝗺 𝗵𝗲𝗹𝗹

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↳ La storia non segue le vicende della serie originale, le coppie di contorno al suo interno non riprendono in alcun modo le trame delle novel/drama da cui sono tratte. Ad eccezione di Porschè, che anche qui, non è chiamato Porchay come nella serie, e segue il carattere del personaggio nella novel.
Tutti possono leggere la storia, nessuno escluso.

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Quando distribuivano la fortuna, io ero in fondo alla fila a giocare a calcio.

Come un uomo etero medio.

Con i miei amici del liceo.

Peccato che non sono etero, in nessun modo.

Sono un professore di trentun anni che deve stare seduto su una fottuta sedia a rotelle, davanti a una cartelletta bianca che stabilità che cosa farò nei prossimi tre mesi.

Che merda, eh?

I professori si godono le vacanze.

No, col cazzo.

Mi sono fratturato il ginocchio la settimana scorsa, sono stato operato... e sono ancora qui.

Mi fa male il culo a stare seduto.

Mi sta diventando quadrato, merda.

«L'operazione è stata un successo, ma tuttavia c'è una prassi da dover eseguire ora. Il tuo ginocchio non riuscirà a sopportare lo sforzo fisico di una volta, dovrai fare terapia per i prossimi tre mesi.»

Sbuffo.

Il dottore fa scivolare la cartellina davanti a me, indica con le dita i risultati dell'analisi.

Se non fosse per il suo bel faccino, non starei qui ad ascoltarlo.

È poco più alto di me, corporatura leggermente massiccia sotto al camice bianco. Dita lunghe e sottili, capelli scuri che raccoglie in uno chignon dietro la nuca, con due piccole ciocche corte che gli cerchiano il viso marcato.

Deve avere poco più di ventinove anni.

Forse...

Sarà appena laureato?

Scosta una ciocca dietro l'orecchio, da cui si intravede il luccichio del piercing sulla curva.

Non leggo, ma annuisco con la testa.

Voglio andarmene di qua, cazzo.

Il cibo dell'ospedale fa schifo, le infermiere dell'ultima settimana mi hanno fatto passare le pene dell'inferno perché mi lamentavo per i dolori post operazione.

Tanto vale che torno a casa dai miei fratelli, almeno posso lamentarmi all'infinito ed essere ignorato.

«Il fisioterapista del mio reparto è molto bravo, ti seguirà lui durante la fase di guarigione.» Conclue rapido, dopo aver richiuso la cartelletta su un plico della scrivania a parte. «Mi raccomando, Ayan. Non devi fare sforzi in alcun modo, ci sono le infermiere che possono prendersi cura di te se è necessario. Il fisioterapista verrà ogni giorno ad aiutarti con gli esercizi, probabilmente ti porterà nella sala al piano di sopra, e sicuramente in un mese riuscirai a riacquisire le forze per portare almeno le stampelle.»

Deglutisco.

Non posso andare al lavoro.

Devo stare completamente a riposo.

Non ci riesco, non...

«Non voglio fare la fisioterapia.»

«Dovrai farlo, Ayan. Te lo ripeto, è la prassi.»

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora