𝘆𝗼𝘂 𝗱𝗼𝗻'𝘁 𝗵𝗮𝘃𝗲 𝘁𝗼 𝘀𝗮𝘆 𝗶𝘁

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Afferro il bicchiere vuoto tra le dita, lo guardo attentamente.

Perché ho deciso di mangiare pasta con Khan? Di preciso, che razza di idea malsana mi è venuta in mente?

«Ti fa male la pancia, immagino.»

Sono un po' intollerante al glutine, ma me ne son sempre sbattuto le palle del mio stomaco. Non a caso, sono quasi sicuro che potrebbero levarmi il fegato da quanto ho bevuto durante il periodo dell'Università.

Ma avevo bisogno di ricaricarmi dopo ogni esame, ero giustificato se non facevo sesso. O entrambi.

«Non troppo, ma resisterò.»

«Thua ha detto di si.»

Alzo un sopracciglio, poi sorrido d'istinto.

«Quindi...»

«Dovrai essere il mio testimone, che ti piaccia o no, tra meno di un mese porterò un anello al dito per sempre.»

Non amo i matrimoni, se non per il cibo e le probabili scappatelle che posso scovare al suo interno.

Partecipo volentieri, eh.

Solo che non credo affatto nell'eterno amore.

Per me, l'amore è qualcosa di particolare ed indefinito. So di voler stare con Akk per un tempo infinito, perché è l'unica persona con cui parlo di ogni cosa, in modo illimitato, senza alcun filtro che mi faccia apparire attraente, intelligente e scopabile allo stesso tempo.

Con Akk, io sono me stesso.

Sono felice, per di più.

Non perché non mi sia mai saputo impegnare, ma perché non ho mai incontrato nessuno che mi dicesse... che mi volesse... che mi capisse al primo sguardo.

«Lo chiederai ad Akk?»

Sbatto le palpebre.

«Non credo.»

«Perché?»

«Per me, non ha valore un pezzo di carta. Io... sono sicuro che Akk mi ama, anche se non ci sposiamo, non ho alcun dubbio nella nostra relazione.»

«Non stiamo parlando di dubbi, Aye.»

Khan si sporge verso di me, afferra la mia forchetta dal piatto per puntarmela contro, prima di appoggiarla sulla tovaglietta bagnata dal sugo.

Indica il pomodoro disegnato sopra.

«Tu sei come un pomodoro, credi che se qualcuno ti spreme finirai per essere ucciso, no? Ma ti dimentichi che la salsa di pomodoro è l'ingrediente più buono ed eccellente richiesto al mondo, se deve servire un piatto di pasta italiana.»

«Questa metafora è pessima, Khan.»

Scrolla le spalle.

«Credi che ti spezzerà il cuore, per questo non vuoi sposarlo. Ti sta bene essere in un limbo eterno, ecco tutto.»

«Non è un limbo eterno.»

«Ne sei sicuro?»

«Pensa al tuo sposino, non al mio dottore.»

«Dottorino.» Azzarda ancora, con una punta di ironia nel tono di voce.

Khan è bellissimo, eh.

Gli occhi scuri, la pelle abbronzata che sporge da sotto la camicia bianca da professore, con quel sorriso rassicurante che sembra dire sono serio, ma puoi sempre chiedermi un consiglio dopo la lezione.

Il fisico slanciato, i muscoli che si tendono al di sotto della flanella, quando si sporge in avanti per afferrarmi l'orecchio.

Lo scaccio via.

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora