Incastro una mano dietro al collo di Akk, mi avvicino con le labbra per morderlo appena.
Geme.
Ancora.
Il mio nome.
In una supplica silenziosa, con le cosce strette intorno al mio bacino, graffiandomi la schiena da sopra al tessuto della maglietta, con le unghie.
«Più forte, Aye, di più... ti prego, di più...»
Sorrido d'istinto.
Mi alzo con la schiena, tiro indietro i capelli con una mano.
Akk mi guarda.
«Di questo passo, sarai tu ad uccidermi.»
Con una mano dietro la sua schiena lo reggo contro di me, appoggio la fronte sulla sua.
Si stringe.
«Ancora, ti prego... ancora, Ayan... ancora un po'...»
Lo faccio stendere con la schiena sul divano, con una mano lo tengo fermo giù.
«Comando io, non tu.»
Stringo dietro al retro delle sue cosce, che mi appoggio sulla la schiena, per ripenetrarlo più a fondo.
E ricomincio, ancora e ancora, fin quando la sua voce grida il mio nome.
E la sua pelle si arrossa.
La sua mano mi cerca, si stringe con la mia all'altezza del mio stomaco, per dettare un ritmo più sostenuto, cercando di starmi dietro.
Sono estasiato dal suo corpo, dalla sua voce, dai suoi modi di fare.
Ogni singola volta è come essere travolto, spazzato via dal suono della sua voce che ripete il mio nome in preda alla foga e al piacere.
So che sto pretendendo tutto da lui, ma non avrò mai più pietà.
Lui è solo mio.
Mi appoggio con un gomito vicino al suo fianco, per levargli le gocce di sudore dalla fronte.
«Ayan, non ce la faccio... ti prego, Ayan...»
Spingo più forte.
E geme ancora di più, aggrappandosi con una mano alla mia spalla sinistra.
«Vienimi dentro, ti scongiuro. Vienimi dentro, vie... Aya...»
Non sono sicuro di voler sapere da quanto facciamo sesso, so soltanto che il rumore della televisione è l'unica cosa che copre le sue urla, in un minimo modo.
E che sto impazzendo anche io.
Gli mordo il labbro inferiore con i denti, stringo la sua mano sopra al cuscino dietro la sua testa.
«Sei sicuro, Akk?»
Annuisce con la testa.
Sorride un po'.
Gli scosto le ciocche umide da sopra l'occhio destro, stringendo più forte la sua mano.
Stringo con la mano libera la sua coscia, l'alzo un po' per darmi un maggiore accesso durante le ultime spinte.
Ha la pelle morbida, profumata, bianca color latte.
È perfetto.
Persino con la voce rotta e la mente annebbiata da tutti i sensi, è meraviglioso.
Sta condividendo così tanto con me, che mi chiedo se sia possibile meritarmi una persona del genere.
Io sono il suo opposto, una nemesi per uno come lui.
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☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿ
Fanfiction➯ ᴀᴋᴋᴀʏᴀɴ ➯ sɪᴅᴇ sᴛᴏʀʏ: ᴋɪᴍᴄʜᴀʏ / ᴡɪɴsᴏᴜɴᴅ ➯ ᴛʜᴇ ᴇᴄʟɪᴘsᴇ / ᴋɪɴɴᴘᴏʀsᴄʜᴇ / ᴍʏ sᴄʜᴏᴏʟ ᴘʀᴇsɪᴅᴇɴᴛ !ᴀᴜ ➯ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ↳ 𝙇𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙛𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙖𝙡𝙞, 𝙖𝙣𝙯𝙞, 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙫𝙞𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙣...