𝘀𝗼 𝘄𝗲 𝗰𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗯𝗲 𝘁𝗼𝗴𝗲𝘁𝗵𝗲𝗿

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Sospiro.

Lancio un'occhiata verso Gorya, che stringe un panno con del ghiaccio sul polso, a testa bassa.

Sono andata allo skatepark con Ren e mi sono fatta male.

Non ci credo, non sul serio.

Ren non le potrebbe fare mai del male, ma ciò che mi chiedo da quasi due ore, qui, seduto sulle sedie del Pronto Soccorso, è come sia riuscita a convincere Thyme a poter... uscire con lui.

So che c'è stata una brutta competizione, ai tempi del liceo, quando Gorya ha conosciuto Ren e poco dopo Thyme. Ma non mi ha mai detto molto a riguardo, non essendo il suo gemello e "solo il fratello maggiore" mi sono sempre autoimposto di dover rimanere fuori dai suoi affari.

«Voglio lasciare Thyme.»

Alza la nuca, mi guarda.

Cerca di pizzicarmi il fianco con la mano sano.

«Sto facendo un errore, vero?»

«Lo sai soltanto tu, Gorya.»

Accenno un sorriso.

«Ami Ren?»

Sospira.

Si tira su con la schiena, appoggiandola alla sedia.

Il suo polso è ancora arrossato a gonfio, non riesce a muoverlo del tutto.

Credo che sia quasi rotto.

Ma lei è estremamente calma, persino lucida.

Si vede che ha già pianto prima di chiamarmi, per farsi portare qua di nascosto dalla mamma.

Solo...

Perché Ren non l'ha accompagnata?

«Ren ha paura di me?»

«Un po'.» Ammette piano, con un piccolo sorriso. «Non vuole causare problemi, ne sta già creando abbastanza a detta sua.»

Annuisco.

«Dovresti dirlo a Thyme, in ogni caso.»

«Lo farò, lo voglio fare.»

Le accarezzo la nuca con una mano, l'avvicino piano a me per farla appoggiare alla mia spalla.

«Prova a dormire un po', ti chiamerò appena sentirò il nostro cognome.»

C'è troppo fila stanotte.

Non ci hanno ancora chiamato per la vista post lastra, la vedo dura riuscire a non passare il fine settimana qui.

Sono stanco, oggi.

Ho fatto una lezione extra all'Università, sono corso poi al liceo per firmare alcune carte di un nuovo corso che mi ha proposto di presentare Thua, ai ragazzi del terzo anno, il prossimo mese, prima di ricevere la chiamata di Gorya, che mi attendeva sul fondo della strada, da sola, con un sacchetto di ghiaccio liquido sul polso.

«Ho chiamato Ren, dovresti... dovresti andare, Aye... non rimanere qui.»

Lo sussurra sottovoce, ad occhi socchiusi ancora appoggiata sulla mia spalla.

«Appena arriverà, andrò via.» Azzardo poi, accarezzandole la schiena con una mano, per cercare di confortarla. «Tu riposati, ci sono io a prendermi cura di te.»

È strano, per me.

Stare qui, non andare al piano di sopra per fare una visita con il Dottor Kim o vedere Akk.

Un po', ci spero che venga spedito qui...

E...

Deglutisco.

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora