Sono un po' stanco.
Ho fatto quattro ore extra in ospedale, per colpa di un nuovo paziente che ha deciso di arrivare in ritardo, dopo aver firmato una pila di documenti per uscire in anticipo, il giorno della terapia intensiva post operazione.
È rozzo, è sposato, ci ha persino provato con me davanti la moglie vecchia e decrepita.
Ma perché ho deciso di fare il fisioterapista?
Infilo la chiave nella serratura, con una mano il guinzaglio tra le dita.
Devo stare a casa di Ayan durante questa settimana, non soltanto perché devo andare a fare lezione nella sua classe, ma credevo fosse giusto dato che... potremmo decidere all'ultimo di voler andare a visitare qualche casa assieme.
So che ha già vista qualcuna, però nessuno di noi due era molto convinto. Quindi, preferirei vedere io stesso dal vivo che cosa possiamo permettere, in base al nostro budget per definire il nuovo inizio.
Il nostro inizio.
Lo dice sempre Aye.
Mi fa sorridere come un ebete questa cosa, perché mi piace che mi includa nel suo progetto.
Qualcuno potrebbe dire che è affrettato, ma dopo quasi cinque mesi che ci siamo messi ufficialmente assieme, per me è già un gran passo in avanti, di cui non mi pentirò. Ne sono sicuro, ecco.
Con Aye non ho mai avuto dubbi.
È strano, per uno come me che deve tenere sotto controllo ogni singola cosa.
Quando sta da me, non mi interessa che ci sia disordine o che Plumcake salga sopra al divano. A me importa soltanto che Aye si stringa a me, solo per guardare un film e cercare di infastidirmi, come quando gli mordo le guance per attirare la sua attenzione.
«Mamma? Sono a casa!»
Per fortuna, con me porto sempre un paio di chiavi di scorta per tornare a casa.
Mia madre dovrebbe esserci, ma la casa... sembra vuota.
Sound è a ripetizioni di matematica, è improbabile che stia in camera a studiare come al suo solito, mia madre sarà uscita a fare la spesa per la cena, la mamma di Sound dovrebbe essere ancora a lavoro.
Slego Plumcake, che sale di corsa sul divano, appoggiandosi sopra a quattro zampe.
Alza la coda, mi lancia un'occhiata.
«Se cade un solo pelo sul divano, ti ammazzo. Mi devo prendere sempre io la colpa, capisci?»
Gli prendo il muso tra due dita, per poi baciarlo sulla punta del naso.
Poso la borsa da lavoro al suo fianco con un sospiro.
Sono anche sudato, non ho preso un cambio quando sono tornato a casa a recuperare Plumcake. Forse, se vado in camera... trovo qualcosa? Di solito, ci sono alcuni vecchi pigiami e dei vestiti, tra cui anche le divise scolastiche.
Avanzo scalzo nel corridoio.
Mi manca un po' stare qui.
Il clima di casa è sempre stato così... sereno, mai teso.
Siamo sempre stati una famiglia da Mulino Bianco, non soltanto all'apparenza, eh. I litigi erano all'ordine del giorno, ma devo ammettere di essere cresciuto con due mamme che non mi hanno mai fatto mancare nulla, che sono sempre state presenti quando fosse possibile, il contrario di alcuni genitori tossici dei miei compagni etero medio del liceo.
Non che sia un'offesa, assolutamente. Ma gli uomini etero, non mi sono mai stati particolarmente simpatici, soprattutto il mio primo ex ragazzo.
Aneddoto a parte della mia vita sentimentale, non ho ancora capito esattamente che cosa significa famiglia da Mulino Bianco. Me lo aveva spiegato un francese in Italia, quando andai per un viaggio di lavoro due anni fa, adesso ricordo solo che aveva a che fare con il sinonimo di "perfezione all'apparenza".
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☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿ
Fanfic➯ ᴀᴋᴋᴀʏᴀɴ ➯ sɪᴅᴇ sᴛᴏʀʏ: ᴋɪᴍᴄʜᴀʏ / ᴡɪɴsᴏᴜɴᴅ ➯ ᴛʜᴇ ᴇᴄʟɪᴘsᴇ / ᴋɪɴɴᴘᴏʀsᴄʜᴇ / ᴍʏ sᴄʜᴏᴏʟ ᴘʀᴇsɪᴅᴇɴᴛ !ᴀᴜ ➯ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ↳ 𝙇𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙛𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙖𝙡𝙞, 𝙖𝙣𝙯𝙞, 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙫𝙞𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙣...