𝗶 𝗳𝗮𝗹𝗹 𝗶𝗻 𝗹𝗼𝘃𝗲

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Poso il pacchetto vicino al computer.

Alzo un sopracciglio.

«Lawan, ti vedo. Metti giù il telefono e continua a rispondere ai quesiti della verifica, non farmi chiamare il professor Khan.»

Lawan sbuffa, posa il telefono nella cesta che le avvicina Khan.

Khan mi sorride, vaga lungo la classe con le mani dietro la schiena.

Sembra mio nonno con quella camminata da professore diligente, cazzo.

Dato che manca poco agli scrutini del primo semestre, mi conviene portarmi avanti con le verifiche del mese. So che non sono ancora in grado di essere presente in aula, ma nessuno mi vieta di fare ciò che voglio, soprattutto se ci sono di mezzo dei voti e dei recuperi.

Io sono il professore, no?

Mordo il bordo del wafer, abbasso un po' sguardo.

Questi wafer alla stracciatella sono la fine del mondo. È da un mese che non li mangiavo, per fortuna che Gorya me li ha portati qui la settimana scorsa, o sarei sul punto di fare la fame come ogni fottuto giorno per colpa del programma alimentare della mensa per i suoi pazienti.

Ne mordo ancora un po', inclino la testa.

Khan si siede vicino la telecamera, accavalla la gamba.

Khan e io ci conosciamo da quando eravamo bambini, abbiamo fatto persino l'Università assieme. Dopo esserci iscritti ai concorsi del liceo, dove attualmente lavoriamo, ci sono state date delle classi da dirigere secondo un nuovo corso, che prevede una base avanzata di Scienze della Terra e Fisica, ma purtroppo, dal momento che sono costretto a stare in ospedale, non è stato facile portare avanti quasi nulla.

Tranne oggi, che ci siamo messi d'accordo per fare un compito e dargli la possibilità di controllare i nostri studenti dal vivo, anche senza di me, durante tutta la durata.

«Prossima settimana... stampelle, professore?» Sussurra Khan, con un sorriso sulle labbra.

Afferro il pacchetto di wafer, lo avvicino alla telecamera.

«Non ti azzardare a farmi scherzetti del cazzo, se non vuoi che tiro fuori il tuo tallone d'Achille.»

Khan sa che non voglio... andare via, ecco.

Ci penso da un po'.

Non vorrei tornare alla normalità, perché so che appena succederà, non potrò più rivedere Akk.

So che comincia a piacermi sul serio, mi manca così tanto durante la giornata, che non aspetto altro se non il suo arrivo qui, anche solo per dirmi come sono andati gli esami di routine della settimana.

Ma io so che Khan vuole chiedere a Thua di sposarlo.

Il nostro preside... Thua, si.

Lo stesso che ha frequentato il liceo con lui, a cui si è dichiarato Khan quando avevamo appena diciassette anni.

In fin dei conti, a quanto pare sono io a essere rimasto più single di tutti.

E che non scopa più.

«Mm, d'accordo.» Ridacchia un po', lancia un'occhiata verso la classe.

Mi appoggio con la schiena contro al muro dietro di me.

Noto con la coda dell'occhio che la porta della stanza si apre.

Spunta...

Akk.

Con una cartelletta in mano, gli occhiali da vista legati dalla cordicina che pende verso al suo petto.

Ogni volta che mette questa fottuta divisa... merda.

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora