𝘂𝗻𝘁𝗶𝗹 𝘁𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗲𝘁𝘀 𝗿𝘂𝗻 𝗼𝘂𝘁 𝗼𝗳 𝗿𝗵𝘆𝗺𝗲

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Traslocare è faticoso, ma fare la prima spesa del mese è ancora peggio.

Ho un paio di scatoloni ancora nel bagaglio, di fianco la spesa.

Fa caldissimo per di più, oggi.

Voglio fare una doccia, non caricarmi di lavoro prima dell'inizio della nuova settimana. Ma dato che Akk è un perfezionista nato, non voglio litigare né cercare di trovare una scusa per farlo stare a casa. Devo essere il suo porto sicuro, fin quando non avremo portato ogni cosa qua dentro.

Abbiamo preso in affitto una villa, poco più vicino al suo nuovo ufficio in ospedale. Io sto un po' lontano dalla sede principale del mio liceo, ma poco mi importa se ho la macchina e posso spostarmi ancora più velocemente.

Poso l'ultimo sacchetto della spesa sul tavolo, di fianco a Dante che mi guarda stranito.

«Tu non lo faresti per il tuo ragazzo? Io si, lo amo così tanto che mi spacco la schiena, oltre che il culo, per non fargli fare nulla appena tornerà dal turno!»

Alza la coda, poi la zampina per leccarsela con la punta delle dita.

Voglio essere un gatto.

Non voglio dover lavorare per sopravvivere, che cazzo.

Non vedo l'ora che questa giornata infernale finisca. 

Akk tornerà dopo l'ora di cena, tanto vale che mi sbrigo a portare tutto dentro.

Per fortuna, lui ha già portato qui Plumcake e alcuni dei suoi vestiti, manca qualche mobile nel suo vecchio appartamento, ma ci torneremo durante la settimana.

Io ho ancora una marea di libri e mobili da trascinare qui. Dato che avevo deciso di arredarla da me, credendo di non dovermi affatto spostare in futuro, non tenevo conto di dover fare così tanta fatica per trasferirmi con Akk.

Ma la vita è imprevedibile, ed essere così imprevedibile mi ha dato una cosa bella: stare con Akk.

Non lo dico ad alta voce, però son sicuro che sia chiaro. Persino per Gun e Gorya che sono a conoscenza del mio trasferimento, e del motivo per cui non riesco a tornare a casa nelle ultime settimane.

Mi sono trasferendo.

Lancio un'occhiata verso alla porta d'ingresso, poco prima di notare un ragazzo – il mio vicino, mi sa – che si ferma sullo zerbino alzando la mano per salutarmi.

È il proprietario della casa di fronte la nostra, oltre che di questa.

So che fa l'attore, ma non ho ben capito per quale tipo di compagnia. Il suo ragazzo è un manager abbastanza richiesto nel mondo dello spettacolo, ma è lui quello famoso.

«Oh, scusami... ho parcheggiato fuori davanti casa tua!»

Mi affretto a posare lo scatolone vicino la borsa della spesa.

Ma Puen scuote la testa, sorridendo un po'.

Si abbassa verso al pavimento, estraendo da una cesta due piccoli gatti.

Sorrido d'istinto.

«La gatta del mio ragazzo, Talay, ha appena avuto un bel paio di cuccioli. Non possiamo tenerli tutti, e sai... ero venuto per chiederti se volevi adottarli.»

«Sul serio?»

Strabuzzo gli occhi.

Mi avvicino.

Afferro il piccolo micino marroncino scuro tra le braccia, appoggiandolo contro al petto. Strofina la punta del nasino sul mio dito, mentre mi rivolgo a voce bassa ancora a Puen, che mi osserva in silenzio, cercando una risposta.

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora