Il giorno dopo che hai detto a quel ragazzo che ti sei innamorato, credi di risvegliarti tra lenzuola fresche, baci che sanno d'amore come nei film, sussurri che ripetono ti amo non detti e voci soffocate, che diventano grida, se solo desideri continuare ciò che hai interrotto la sera prima.
Ma non è il mio caso, non è mai successo.
Neanche ora, con Akk.
Allungo una mano ad occhi socchiusi verso la parte destra del letto.
Sospiro.
È ancora calda.
Significa che... si è appena alzato.
Forse, è ancora in cucina e sta facendo colazione prima di andare a lavoro.
Mi stropiccio gli occhi con le dita.
Guardo il soffitto.
E sospiro ancora, stringendo le lenzuola umide tra le dita.
Allungo una mano verso al comodino, leggo l'ora dell'orologio.
Cinque e trenta.
Probabilmente, deve iniziare il turno molto presto. Anche se è sabato, non può rimanere qui, giusto?
Afferro un pantaloncino e la maglietta dall'ammasso di vestiti messi su una sedia, sopra quelli che devo ancora lavare, per poi camminare a piedi scalzi fino alla porta, da cui si scorge il corridoio vuoto.
Stranamente, Dante non c'è.
Credo abbia dormito dietro la porta in attesa che gliel'aprissi.
Ma non avevo intenzione di farlo, per me l'unica cosa che contava era Akk. Ed è ancora così, se solo...
Avanzo piano.
«Prendo due giorni di malattia.»
Silenzio.
È la sua voce.
Sorrido d'istinto.
Mi appoggio contro lo stipite della porta della cucina con un braccio.
Stringe in una mano il telefono all'orecchio, nel braccio destro tiene Dante accoccolato al petto.
Vedo la coda, quando quest'ultimo miagola a bassa voce.
«Non ti racconterò nulla. Sei il mio capo, no? Non chiedermi "perché sto male".»
Mi strofino un occhio con due dita, sorrido ancora di più.
Ho dormito pochissimo.
Credo.
Siamo andati avanti per un bel po'.
Non mi dispiace affatto, sono abituato eh. Però, con Akk è stato completamente diverso.
Non mi sono... mai innamorato, prima d'ora.
O tutto ciò che credevo fosse prima di lui, adesso non ha più senso?
«Hai sentito il Capo Reparto? Vuole cambiarmi di nuovo di ufficio. Di questo passo, non avrò più un cliente.»
Percepisco una risata.
Akk si appoggia contro al lavandino, posa un piccolo bacio tra le orecchie di Dante.
Che miagola ancora.
Poco prima di rendersi conto di me.
Sbarra gli occhi.
Stringe il telefono tra le dita, cercando di usare un tono di voce più serio.
«Adesso, devo andare a comprare le medicine per la febbre. Ci sentiamo più tardi, d'accordo? Grazie ancora, Kim.»
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☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿ
Fanfiction➯ ᴀᴋᴋᴀʏᴀɴ ➯ sɪᴅᴇ sᴛᴏʀʏ: ᴋɪᴍᴄʜᴀʏ / ᴡɪɴsᴏᴜɴᴅ ➯ ᴛʜᴇ ᴇᴄʟɪᴘsᴇ / ᴋɪɴɴᴘᴏʀsᴄʜᴇ / ᴍʏ sᴄʜᴏᴏʟ ᴘʀᴇsɪᴅᴇɴᴛ !ᴀᴜ ➯ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ↳ 𝙇𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙛𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙖𝙡𝙞, 𝙖𝙣𝙯𝙞, 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙫𝙞𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙣...