𝗻𝗼𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗶𝗻 𝘁𝗵𝗲 𝘄𝗼𝗿𝗹𝗱 𝗰𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗱𝗿𝗶𝘃𝗲 𝗺𝗲 𝗮𝘄𝗮𝘆

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↳ Siamo arrivati al capolinea, oggi. Sono un po' distrutta da questo viaggio, non ve lo nascondo. Ho iniziato questa storia quasi un anno fa, senza nessuna aspettativa di successo come in questo caso, che ad oggi, se non fosse per voi, non credo potrei definirlo tale.

Ho scritto di Akk e Ayan per un mese intero, anzi, quasi due, prima di pubblicarla qui a seconda dell'aggiornamento settimanale. Chi mi conosce, sa che è un modo per non lasciare scoperto il fandom per la pubblicazione di qualche altra storia, mi auguro che ai nuovi sia chiaro anche un po' come lavoro.

Quando ho scritto questa storia, non posso nascondere che ero e sono stata aiutata. In questo caso, non sono sicura che ancora tu mi stia leggendo, sono quasi convinta che non segui nulla di ciò che ho scritto, ma non per quello che ci è successo, semmai, perché i tuoi interessi sono sfumati – come succede a chiunque – in altro. In ogni caso, è giusto dirti grazie, perché le battute sulla chimica, la fisica, e tutto le materie scientifiche che io non ho mai studiato, non sono merito mio, ma tuo.

Il mio Akk, in fin dei conti sei riuscita a crearlo tu in un qualche modo.

A parte questa piccola parentesi privata, è stato un onore avere così tante letture e persone che supportavano la storia di Akk e Ayan. In un modo o nell'altro, forse un giorno ci daranno una serie su queste stesse premesse che ho voluto raccontare qua dentro.

Vi auguro una buona lettura, e come sempre vi invito a non perdere gli aggiornamenti sul profilo.

Per ultimo, vi informo in anticipo che sto scrivendo altre nuove storie, e una di queste avrà come protagonisti i SandRay di Only Friends. Non sono ancora sicura di quando inizierò a pubblicare, vi invito sempre a rimanere attenti sulla mia bacheca! 

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Amare qualcuno è come essere inconsapevoli di morire.

Sai che potrà succedere da un momento all'altro, ma non puoi immaginare le conseguenze che avrà su di te.

Credi sempre, in modo razionale, che riuscirai a gestire ogni emozione con estrema calma. Ma no, non è vero.

Amare Akk è come scendere in profondità, annaspare in cerca di aria, del tutto sicuro che riuscirai a sopravvivere solo se uscirai fuori dall'acqua qualche secondo prima dell'ipotetica morte. 

Amare Akk mi fa sentire vivo, sotto controllo.

Amare Akk è farsi amare in modo incondizionato, fino a consegnargli l'ultima briciola della mia essenza.

Lo vedo nei suoi occhi, tra le sue dita che si incastrano perfettamente tra le lenzuola assieme a me.

Quando si china per baciarmi le labbra, mentre le mie braccia si stringono dietro al suo collo e le cosce premono verso al basso, per creare più attrito contro al suo corpo.

Si focalizza su un punto impreciso del collo, succhia la pelle, la morde e la lecca.

Io non riesco a focalizzarmi su un punto preciso del soffitto, ad alta voce ripeto il suo nome come se fossi sotto effetto di ecstasy. Mi aggrappo con le unghie alla sua schiena, la graffio con forza ad ogni spinta del suo bacino, che raggiunge un punto preciso, il mio.

«Akk, amore, Akk... ti prego, Akk, ancora, ancora...»

Mi afferra un fianco con la mano libera, lo inclina leggermente verso l'interno per penetrarmi più a fondo.

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora