'𝗰𝗮𝘂𝘀𝗲 𝗶'𝗺 𝗮𝗳𝗿𝗮𝗶𝗱

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Sono passate due settimane, ma è come se il tempo non scorresse affatto.

Akk fa terapia con me, mi aiuta a mangiare la frutta appena finisco di fare lezione, cerca di convincermi ad usare più spesso entrambe le gambe per raggiungere il bagno, in modo da abituare il mio corpo al prossimo step: le stampelle.

Non che mi dispiaccia, eh.

Ma non voglio... andare via, ora.

Ogni volta che lo guardo, mi sembra sempre di essere sul punto di perdere qualcosa di importante. Ed è strano, per uno come me che fa davvero fatica a legarsi al di fuori del sesso, provare di nuovo queste emozioni.

Mi appoggio con la schiena contro la sedia.

Akk mi guarda, alza un sopracciglio.

«Mangia la mela, ti fa bene.»

«Ma è marcia.»

«Non è marcia.»

«Non siamo nella stagione delle mele, Akk.»

Ridacchia.

«Chi cazzo se ne frega? Dai, mangia la mela che dobbiamo iniziare gli esercizi.»

«Me la puoi sbucciare?»

Sorrido un po'.

Sono un fottuto stronzo, vero?

Ma tu lo sai perfettamente.

Lancio un'occhiata verso al suo computer, appoggiando piano il braccio sulla scrivania.

Finalmente, anche quest'ufficio ha un po' di colore. Un giallo smorto, eh.

Però... non siamo dentro a un manicomio, ma in una camera da letto, senza il letto, con Akk che mi spinge un foglio sotto gli occhi e con l'altra mano afferra il piattino con su la mela, che mi son portato dalla camera, dopo aver finito in fretta l'ultima lezione della giornata.

«Inizia a leggere gli esercizi, così non sarai impreparato appena li inizieremo.»

Annuisco.

Ma non li leggo, nemmeno uno.

Lo guardo di sfuggita, con le dita lunghe e sottili che stringe la mela in una mano, mentre usa l'altra per sbucciarla lentamente con il coltello, a testa bassa.

«A cosa stai pensando?»

Scrollo le spalle.

Akk sorride.

«Io pensavo che... sembriamo due rette parallele che non si incontrano mai.»

«Ma pensi solo a queste cazzate logiche?»

«Vorrei ricordarti che ti ho scritto un complimento con un post it... usando una formula di fisica.»

Sbuffo.

«Io sono romantico, tu non sai neanche cos'è il romanticismo.» Aggiungo poi, con estrema rapidità.

Mi piace che sia così... normale, la situazione.

È come se non fosse cambiato niente tra di noi, da quel bacio d'addio. Anche se ogni giorno vorrei vedere il sorriso sulle sue labbra, e immagino di poterlo riavere per me, sono consapevole che non devo vagare troppo con la fantasia.

Non mi è mai appartenuto.

Taglia la mela a metà, a spicchi di mezze lune.

Le rette parallele si definiscono tali anche se si sovrappongono, Akk. E noi, in effetti, non lo facciamo perfettamente?

☽ 𝗼𝘅𝘆𝘁𝗼𝗰𝗶𝗻 ᵃᵏᵏᵃʸᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora