Capitolo 15

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Rimessasi dalla stregoneria che Cleopas le aveva inferto, Pirenea si alzò in piedi, guardandosi attorno. Là dove prima sorgeva la torre dello stregone, ora c'era solo un cumulo di macerie di pietra fumante in uno spiazzo di erba bruciata. Alcuni alberi sul limitar della foresta erano caduti, travolti dalla forza dell'esplosione.
La guerriera si chiese se avrebbe mai più rivisto Cleopas in vita sua. Non che la cosa le importasse. Anzi, Pirenea avrebbe preferito non incrociare mai più il suo cammino, ma a volte il destino sa essere crudele. A volte due individui cercano la stessa persona senza saperlo e quando questo succede, capita che seguendo le stesse tracce si percorra lo stesso cammino.
Vediamo però di fare un passo alla volta. Pirenea si trovava in mezzo a quelle macerie, quando vide un cumulo di pietre muoversi. Mise la mano sull'elsa della sua spada, pronta a sfoderarla se fosse stato necessario. L'ammasso di detriti si spostò e una mano fuoriuscì faticosamente dalle rocce. La guerriera fece per avvicinarsi per aiutare l'individuo ad uscire dalle macerie, ma qualcuno le gridò:
"Ferma o sarà l'ultima cosa che fai!" lei reagì agguantando la spada e roteando su sé stessa. Sette nani armati la stavano minacciando, in capo al gruppo c'era Barsabas, quello che lei aveva tramortito alcuni giorni prima.
Uno sordo lamento fuoriuscì dal cumulo di macerie. Prenea guardò con la coda dell'occhio la mano muoversi febbrilmente in cerca di aiuto.
"Hai aiutato lo stregone a fuggire, vero?" l'accusò Barsabas "lo hai aiutato a tenderci una trappola."
"Non ho niente a che vedere con lo stregone!" esclamò la guerriera, oltraggiata. Il nano indicò l'elsa della spada della ragazza che era ancora accerchiata da un'aurea rossiccia.
"Segno di stregoneria" disse.
"Non è..."
"O sei amica dello stregone..."
"Io non sono..."
"...oppure sei una strega pure tu" Pirenea capì che anche se avesse raccontato la storia per intero, il nano non avrebbe demorso dalla sua posizione.
Un altro lamento si udì nell'aria, ma i nani non sembrarono accorgersene, avevano tutti le armi sfoderate, aspettando che qualcuno facesse qualcosa. Pirenea, per quanto abile fosse con la spada, non poteva duellare con sette nani contemporaneamente.
"Hai ragione" mentì "io lavoro per il grande Cleopas, stregone del nostro secolo."
"Lo sapevo!" esclamò Barsabas "uccidetela!" ordinò poi ai suoi compagni, che fecero un passo avanti.
"Tuttavia" continuò Pirenea "non è stato lui a far esplodere la torre."
Barsabas fece un gesto con la mano e i nani fermarono la loro marcia verso la guerriera.
"E chi è stato allora?" le chiese.
"Sono stata io" improvvisò Pirenea.
"Uccidetela!" ripeté il nano e i suoi compagni fecero altri due passi verso di lei.
"Ho fatto di peggio, però!" continuò lei, nel panico.
Barsabas fece fermare ancora una volta i suoi compagni, invitandola a continuare.
"Ho rubato io il bracciale!"
"E dov'è?" chiese Barsabas.
"Ce l'ha Cleopas" il nano stava per dare di nuovo l'ordine di ucciderla; quindi, la ragazza aggiunse "Ma solo io so dove si trova lo stregone!"
"Interessante" disse il nano "ma viviamo in questi boschi da sempre, conosciamo ogni buco, nascondiglio o sotterfugio in cui quel mascalzone può nascondersi, inoltre abbiamo molti amici e abbiamo occhi ovunque. Sono piuttosto convinto che riusciremo a trovarlo anche senza il tuo aiuto. Oltretutto non credo nemmeno a una parola di quello che mi stai dicendo perché solo una creatura potente come Cleopas avrebbe potuto scovare e rubare il bracciale, mentre tu sembri debole e fragile" Pirenea si fece prendere dal panico e tirò fuori l'ultimo asso che aveva nella manica:
"Permettimi di constatare che se fossi debole come dici tu, non sarei riuscita a tramortirti l'altra sera, mentre stavi facendo la guardia attorno al fuoco e i tuoi compagni dormivano" Barsabas si fece rosso in volto, probabilmente non aveva raccontato questa cosa ai suoi compagni.
"Tu" mormorò "pensi di essere tanto furba, tanto coraggiosa, ma mi hai colpito alle spalle, non riusciresti mai a battermi a duello se mi affrontassi faccia a faccia."
Pirenea capì di averlo colpito nel suo punto debole, l'orgoglio.
"È per questo che mandi i tuoi compagni ad affrontarmi al posto di farlo tu stesso, vero? Hai paura che una ragazzina, come dici tu, possa umiliarti davanti a loro."
"Stai temporeggiando perché sai che la tua ora è vicina, ma se è un duello quello che vuoi, allora non mi tirerò indietro" Barsabas si rivolse poi agli altri nani "voi aiutatelo ad uscire di lì" disse indicando la mano del nano sotterrato, che ormai non si muoveva più.
Poi il terribile sguardo di Barsabas si posò su Pirenea e il duello cominciò. Erano entrambi due abili guerrieri e le spade cozzavano l'una contro l'altra con così tanta violenza che a tratti scaturivano scintille. Entrambi schivavano i colpi dell'altro e cercavano di colpirsi per uccidersi. Le lame roteavano e scattavano in avanti così velocemente che l'occhio umano ne sarebbe stato ingannato facilmente. Per ogni ferita che uno dei due riusciva a procurare all'avversario, gliene tornava una indietro.
Mentre il duello si faceva sempre più selvaggio, gli altri nani riuscirono ad estrarre il loro compagno privo di sensi dalle macerie, e lo stesero nell'erba bruciata di quello che prima era stato il giardino della torre di Cleopas. Sei paia di occhi osservavano il duello, incerti sul da farsi.
Pirenea era concentrata sul suo avversario, parava i colpi che le arrivavano con una bravura da manuale e menava la spada con così tanta agilità che questa sembrava pesare come una piuma. Il suo avversario era molto bravo, doveva riconoscerlo, ma lei era più abile e aggraziata nei movimenti e fu questo accorgimento che le permise di prevalere nel duello: quando Barsabas sollevò a spada per colpirla, lei fece un gesto che lo colse di sorpresa, al posto di indietreggiare, fece un passo avanti e con l'elsa della spada gli colpì la mano che reggeva l'arma e lo disarmò. Prima che gli altri nani realizzassero quello che era successo, lei menò un fendente, ferendo profondamente Barsabas sul viso. Il nano gridò di dolore, un lungo taglio gli attraversava il lato destro del volto, dalla tempia all'angolo della bocca.
Pirenea non perse tempo e scappò nella foresta prima che uno dei nani potesse fermarla. Sentì Barsabas urlare:
"Prendetela!" e dei passi pesanti la seguirono, ma ormai aveva preso un certo vantaggio.
La sua statura le fu comoda nel folto della foresta, dove i nani persero le sue tracce. La guerriera però non si fermò, l'adrenalina la spronava a correre e un'altra sensazione le suggeriva la direzione in cui farlo. Un forte calore, simile a quello che aveva sentito quando Cleopas le aveva fatto la stregoneria, irradiato però questa volta dall'elsa della spada, le si diffondeva attraverso il braccio, fino al petto. Almeno l'incantesimo aveva funzionato e per la prima volta da quando aveva messo piede in quella foresta, Pirenea, con la mano stretta alla rossa elsa della sua spada, aveva il sentimento di sapere dove stesse andando, solo che ignorava il luogo dove sarebbe arrivata.

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