Il nostro principe di Animalia viaggiava coi lupi ma la loro compagnia lo rendeva costantemente inquieto e spaventato. Li trovava oltremodo crudeli e spregevoli, bestie feroci che si cibavano di carne cruda e che a volte cacciavano gli animali per il puro divertimento di uccidere. Inoltre, più di una volta li soprese mentre lo annusavano o lo guardavano con appetito, come se stessero aspettando il momento in cui Licaone, il loro capo, dicesse loro che potevano saltargli addosso per mangiarlo.
"Non mi piacciono questi lupi, ho l'impressione che vogliano divorarmi" confidò una volta a Licaone.
"Questo perché vogliono farlo" aveva risposto lui, impassibile.
Un'altra cosa che metteva Soccante a disagio era la tenuta in cui si presentava il branco. Tutti i licantropi, a eccezione di Licaone, preferivano mantenere la loro forma animale perché più comoda per avventurarsi nella boscaglia. Ciononostante, a volte il principe ne aveva potuta scorgere qualcheduno in forma umana. Erano tutti uomini, i più sporchi che il principe avesse mai visto in vita sua, con barba e capelli scuri, folti e trascurati. Ma ciò che più metteva in imbarazzo Soccante era il fatto che erano tutti completamente nudi, proprio come Licaone. Un giorno si arrischiò nel domandare al licantropo come mai andavano in giro senza vestiti e lui gli rispose che era una domanda stupida perché un lupo non ha bisogno di vestiti, ha il pelo che gli tiene caldo. Al che non osò più domandargli nulla.
Il numeroso gruppo si spostava sempre insieme e si muoveva di notte, scegliendo di riposare nelle ore più calde della giornata. Più volte il principe aveva architettato un piano per fuggire, ma più volte aveva dovuto rinunciarci. Infatti, per lui risultava impossibile l'attuarsi di uno di questi piani visto che sussisteva un grosso problema a cui avrebbe dovuto far fronte, ossia la forza e la velocità di un lupo che superavano di gran lunga le sue capacità. Se anche avesse provato ad allontanarsi da loro mentre dormivano e se anche ci fosse riuscito, andando quindi ad escludere le grandi probabilità che c'erano nell'essere visto e nello svegliarli tutti visto che il loro udito era sovrasviluppato, dicevo; se anche ci fosse riuscito, al loro risveglio lo avrebbero probabilmente inseguito e trovato annusando le sue tracce.
Perciò, il principe si sentiva come un ostaggio e si comportava di conseguenza. Gli proponevano cibo non adatto ad un essere umano: scoiattoli, uccelli e selvaggina crudi. Infatti, la carne non la cucinavano, ma la mangiavano strappandola dalle carcasse coi denti. Per questa ragione Soccante aveva optato per il digiuno, ma dopo doversi giorni passati a patire la fame, si ricredette. Così prima di mangiare, prendeva un paio di funghetti dalla tasca e quando facevano il loro effetto, gli risultava più semplice cibarsi in quel modo.
Un giorno accadde però che Soccante finì le sue scorte di funghetti e, preso dal panico decise di chiedere aiuto a Licaone.
"Licaone ho finito la mia scorta di funghetti e ne ho bisogno, sai dove posso trovarne?"
"Certamente" rispose lui, noncurante, mentre il gruppo si stava accampando vicino al fiume e il sole stava sorgendo.
"Ottimo, allora possiamo andarci?"
"No" rispose lui.
"Perché?" domandò Soccante disperato.
"Perché Cleopas ti sta cercando e sarà più facile per lui trovarti se seguiamo la nostra strada e non facciamo inutili deviazioni."
"Ci saranno sicuramente dei posti non lontani da qui in cui crescono" disse il principe.
"Crescono in un solo posto, ossia là dove li hai colti; quindi, molto lontano da qui" spiegò Licaone.
"Ma..."
"Ma?"
"Io ne ho bisogno, Licaone."
"Perché?"
"Perché tutte le disavventure più grandi della mia vita sono capitate in questa foresta e senza quei funghetti non sarei mai riuscito a sopravvivere fino ad ora" per quanto questo fosse falso, Soccante lo pensava davvero.
"Bazzecole." commentò il lupo mannaro.
"Bazzecole?" esclamò il principe su tutte le furie.
"Sì, Bazzecole. Quei funghi non ti rendono più forte o più coraggioso, ti rendono solo più svampito."
"Non è vero!"
"Oh sì invece, ti annebbiano la vista, ti confondono la realtà, modificano la verità e tu non te ne rendi neanche conto."
"Questo non è..."
"E poi" il tono di Licaone si era fatto più duro "non lascerò che un ragazzino viziato con una dipendenza per dei funghetti allucinogeni sia la causa della mia eterna sofferenza."
Soccante capì di non dover aggiungere nemmeno una parola sull'argomento. Detto ciò, cominciò a sentirsi la testa pesante e lo stomaco chiuso. Quando gli proposero da mangiare, che quel giorno consisteva in anatre e pesci, ebbe un conato di vomito e si allontanò verso il fiume. Andò subito a dormire, ma gli incubi tormentavano il suo sonno e più di una volta Soccante si svegliò fradicio di sudore, con dei brividi freddi lungo tutto il corpo. Febbre, Soccante aveva anche quella. Ma la cosa peggiore era il bisogno fisico che aveva di quei funghetti, al punto che, se non si fosse sentito tanto male, avrebbe tentato una fuga per andare a cercarli, pur sapendo che non sarebbe mai riuscito a trovarli.
Di colpo si svegliò di soprassalto e gli venne un altro conato di vomito, così si alzò bruscamente e corse al fiume a espellere quello che madre natura non voleva che tenesse nello stomaco. Fu però brusco e rumoroso nei suoi movimenti e finì con lo svegliare Licaone, che lo seguì di soppiatto, senza fare rumore. Lo vide mentre vomitava nelle acque del fiume e capì cosa gli stesse succedendo: il suo corpo sembrava non accettare l'assenza dei funghetti. Così, con tono canzonatorio gli si avvicinò alle spalle, mentre lui era immerso fino alle ginocchia nelle acque del fiume.
"E così ora stai male..."
"Stai zitto" mormorò debolmente Soccante, senza girarsi.
Una persona normale non l'avrebbe nemmeno sentito, ma Licaone aveva un udito sopraffino. Comunque lo ignorò:
"... ti pulsano le tempie, ti tremano i muscoli..." continuò lui, avvicinandosi alla sua schiena e mettendo i piedi nelle acque del fiume.
"Stai zitto" ripeté Soccante, un po' più forte.
"... quindi avevo ragione, quei funghi sono la tua rovina non la tua gloria" Licaone avanzò nelle acque del fiume fino a raggiungerlo, poi gli pose una mano sulla spalla e avvicinò le sue labbra all'orecchio di Soccante.
"Ora" gli mormorò "scoprirai finalmente chi sei davvero."
"Stai zitto!" gridò Soccante e, dimenticando di avere una spada appesa al fianco, si voltò di scatto e gli diede uno spintone. Licaone barcollò all'indietro, sorpreso da quello scatto d'ira, poi si guardò il petto e vide un grosso graffio, provocato dalle unghie di Soccante. Il principe seguì il suo sguardo e con orrore vide cosa aveva fatto. Sapeva che gli avrebbe causato non pochi guai, ma con sua sorpresa Licaone rise.
"E così, mio caro Soccante, hai deciso di usare le unghie al posto della spada! Ecco che stai scoprendo chi sei davvero..."
"Non dirlo" lo avvertì Soccante, che sapeva dove il licantropo volesse andare a parare.
"... dentro di te tu ti senti come un lupo, come uno qualunque di noi!"
"Basta!" ringhiò Soccante e gli si scaraventò addosso.
I due si rotolarono nell'acqua, tirandosi colpi là dove riuscivano a colpirsi. Intanto tutti gli altri lupi si erano svegliati sentendo le loro urla e si erano radunati sull'argine del fiume a guardarli. Abbaiavano e ululavano facendo il tifo per Licaone.
Mentre i due si azzuffavano, Licaone rideva: sapeva che per Soccante l'idea che, infondo all'animo, loro due si somigliassero era inaccettabile e questo lo divertiva. Dal canto suo invece il principe cercava in tutti i modi di fare male all'avversario, dimenticando per un istante che era immortale.
I due si staccarono l'uno dall'altro, il tempo di rimettersi in piedi. Soccante aveva il tipico volto contratto dalla rabbia tipico di uno che partecipava a una rissa. Licaone dal canto suo, senza un graffio (eccezion fatta per quello sul petto) rideva di gusto. Ma la sua felicità faceva infuriare Soccante che, con un gesto fulmineo e una forza sorprendente, raccolse un sasso nel fiume e lo usò per colpire Licaone. Quello, nonostante i suoi riflessi da lupo, non riuscì a evitare il colpo e cadde in acqua, seduto, con il labbro rotto.
Il branco intorno a loro smisero di schiamazzare, sorpreso per quello che era appena successo e Soccante capì che la cosa doveva finire lì. Lasciò cadere il sasso uscì dal fiume e, facendosi largo tra i lupi, tornò nella sua cuccetta a dormire, lasciando i suoi vestiti ad asciugare al sole, sul ramo basso di un albero, ma soprattutto, lasciando Licaone steso in acqua, con la faccia di uno che realizzava una cosa orrenda.
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La lira di Apollo
FantasyUna principessa in pericolo, un antagonista malvagio, un improbabile eroe e un avventuroso viaggio in una foresta maledetta. Sembra l'inizio di una fiaba per bambini, vero? Beh, ricredetevi perché questo racconto non è una fiaba e di certo non va ra...