Lunedì 13 settembre 2021, ore 14:41, Lewes, East Sussex, St. Mary Jane.
Louis si aggrappò alle sue dita sfregandovi i polpastrelli. Harry sorrise e si voltò a guardarlo in silenzio.
Era un momento importante. Il responso che avrebbero ottenuto, positivo o negativo che fosse avrebbe determinato le sorti della loro permanenza nell'istituto.
Ora che a riconoscere l'unione di quell'amore era un'autorità legale e promulgante di un certo calibro, ossia lo Stato del Regno Unito, si sentivano legittimati a pretendere che gli fosse riservato un trattamento speciale. Trovavano paradossale, inconcepibile l'idea di costringersi a una convivenza clandestina persino durante l'anno più impegnativo, quello del diploma.
Il ragazzo batté tre asciutti colpi di nocche contro la porticina di legno sbucciato e, come lui, rimase in attesa di un riscontro.
Qualche secondo più tardi suor Julia scostò il battente dallo stipite e abbozzò un sussulto. Il suo sguardo mutò all'istante in una calda carezza affettuosa che Harry percepì correre sull'epidermide come un brivido mite ma affilato.
«Speravo proprio di vedervi» colloquiò cordialmente la donna, muovendo un passo indietro per lasciarli passare. Lui notò subito la sua schiena ricurva, i solchi delle rughe che frazionavano il viso gentile e il celeste rovente delle iridi torbido di commozione. I pochi mesi trascorsi avevano inciso in modo evidente sulla sua matura età, oppure si trattava di una personale sensazione dovuta al temporaneo distacco?
Mentre se lo domandava, i due ragazzi valicarono la soglia dello studio e si accomodarono sulle sedie installate innanzi alla scrivania.
Tutto era identico a come lo ricordava, la precisione metodica del mobilio, le scartoffie ammonticchiate nelle vetrinette, la luce funerea dispensata dal lampadario, il profumo di carta e di incenso. Gli parve di tornare a casa dopo una lunga – seppur piacevole – vacanza.
«Allora? Com'è andato il primo giorno di scuola?»
«Normale» soppesò Louis, flettendo le labbra verso il basso. «Certo, se solo Hernández mi facesse il favore di levarsi dal ca...»
«È subentrato un altro insegnante di matematica» intervenne Harry, sovrastando le parole del marito. «Sembra gentile. Mi piace».
«Sì, il professor Foster si è trasferito a Manchester» annuì l'altra. «E che mi dite della vostra estate?»
Harry si irrigidì. Louis fece due colpi di tosse. «Ecco...» cominciò a rispondere quest'ultimo.
«Su, avanti. Raccontatemi» esortò suor Julia.
«Sì, vede, è stata... straordinaria. Proficua».
«Ah sì?» sì rallegrò l'altra, ovviamente ignara.
«Eh già...» riprese a narrare Louis. «Noi... siamo stati ospiti di Niall a Londra. Abbiamo gironzolato per la città, approfittato della piscina, e in seguito abbiamo traslocato a Brighton insieme alla famiglia di Harry. Siamo stati al mare... Harry poi ha conosciuto mia sorella, Charlotte, e... è stato tutto fantastico, piacevole, sì, gradevole, bello, entusiasmante, e noi ci siamo sposati».
Le ultime parole erano state pronunciate a una tale velocità che a Harry venne la nausea.
Nell'abitacolo piombò un silenzio di tomba.
La donna aggrinzì una smorfia esterrefatta e si sporse sul tavolo, quasi volesse trafiggerli con gli occhi. «Cosa?» chiese, atteggiandosi come se realmente non avesse inteso.
Però Harry rammentava questa frase che demoliva qualsivoglia intuizione: "Ragazzo mio, sono vecchia, non sorda".
Lei aveva capito. E, palesemente, avrebbe preferito non capire.
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St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]
Fanfiction«Conosci la leggenda di Zefiro? Era un vento, considerato violento e piovoso nell'Iliade di Omero, ma è ricordato anche come una brezza leggera, messaggera della primavera. Questo vento inveisce contro il mondo e poi se ne pente, si lascia aizzare d...